Mondi in collisione è un libro scritto da Immanuel Velikovsky, uno scienziato russo naturalizzato americano che sollevò un vespaio di polemiche quando, nei primi anni 50, fu pubblicato. Molti scienziati definirono il suo lavoro come “il libro delle sciocchezze”.
Ma cosa c’era di tanto scioccante e inaccettabile da parte della scienza nel libro di Velikovsky?
Lo scienziato, autore di controversi manuali di “mitologia comparativa“, riscriveva la storia antica e in Worlds in Collision, (Mondi in collisione appunto) sosteneva che gli astronomi commettevano un errore nel considerare i pianeti come creati dal Sole, egli affermava che questo poteva essere corretto solo per alcuni pianeti ma per Venere si doveva cercare un’origine differente cioè che Giove avrebbe espulso un corpo cometario (che formò in seguito Venere) intorno al 1500 a.C..
Il neonato pianeta si sarebbe avvicinato alla Terra, causando immani catastrofi. Proseguendo il suo percorso nello spazio, circa 500 anni dopo, Venere avrebbe anche causato una breve interruzione della rotazione terrestre, causando una notte più lunga del normale, ricordata nei testi biblici.
Le sue teorie avevano la pretesa di spiegare i fenomeni naturali legati all’esodo degli ebrei come il prosciugamento del mar Rosso, la battaglia di Giosuè, il mare color sangue e cosi via.
Secondo la ricostruzione di Velikovsky lo scontro tra Venere e la Terra portò quest’ultima a invertire il senso di rotazione attorno al proprio asse, iniziando a ruotare da occidente a oriente con ripercussioni anche sui poli magnetici. Questo secondo lui spiegava le varie calamità e le catastrofi che si abbatterono sulla Terra menzionate nelle antiche leggende.
Abbiamo sempre considerato Venere un pianeta e per Velikovsky questo non è corretto, perché in un manoscritto Indù e uno babilonese egli trovò citati dei pianeti visibili, Giove, Marte, Mercurio, Saturno. Nel sistema dei quattro pianeti però Venere non viene menzionato nonostante sia l’astro in assoluto più brillante. Nei documenti di epoche successive si parla di un quinto astro molto luminoso che ritorna tra i quattro già citati, per lo scienziato si tratta di Venere che da cometa diventa un vero e proprio pianeta.
Dopo le catastrofi ascritte a Venere da Velikovsky non poteva mancare Marte che il 23 marzo del 687 a.C. fa la sua nefasta comparsa.
In breve, Marte sarebbe uscito chissà come dalla sua orbita avvicinandosi alla Terra ed i disastrosi effetti non si sarebbero fatti attendere, ricordati secondo Velikovsky dalle leggende e dai racconti mitologici.
Per Velikovsky le minacce possono giungere anche da altri corpi celesti, Giove e la Luna ad esempio, Plutone e Nettuno.
Il dottor Velikovsky voleva spiegare la rapidità delle trasformazioni avvenute sul nostro pianeta, e il cambiamento del clima in Siberia e nel continente americano, secondo le sue teorie, potevano dipendere dalle catastrofi planetarie raccontate nel suo libro.
Le tesi del dottor Velikovsky erano troppo fantastiche infatti basta pensare agli eventi astronomici e geologici dal ritmo lento per capire che i cambiamenti climatici o geologici non possano avvenire in tempi cosi ristretti, le scoperte scientifiche indicavano altro, le teorie di Velikovsky finirono per alimentare le varie tesi cospirazioniste e negazioniste che ancora oggi sopravvivono, ad esempio sono sicuramente state di spunto per i vari von Daniken, Sitchin e, soprattutto, Biglino.
Fonte: CICAP