Quali tute spaziali indosseranno i prossimi astronauti diretti sulla Luna? Qualcosina in più adesso la sappiamo. La scorsa settimana la NASA e Axiom Space hanno rivelato la nuova tuta degli astronauti in vista delle prossime missioni lunari Artemis. L’aspetto è tuttavia un po’ fuorviante.
In un evento del 15 marzo, la NASA e il suo nuovo appaltatore di tute spaziali, Axiom Space, hanno lanciato la loro prima iterazione dell’uniforme per la generazione Artemis di astronauti lunari. Chiamata “AxEMY Next Generation“, è la tuta spaziale che proteggerà i primi astronauti a camminare sulla superficie lunare dal 1972, inclusa la prima donna e la prima persona di colore a mettere piede sul nostro satellite. Secondo gli obiettivi della NASA, l’appuntamento è per il 2025.
Missioni Artemis: l’abbigliamento degli astronauti
L’abbigliamento include nuove articolazioni che consentiranno agli astronauti di muoversi più facilmente rispetto alle tute spaziali dell’Apollo e stivali fatti per camminare invece che saltare, per il primo atterraggio umano sul gelido polo sud della Luna. Ma una caratteristica distintiva ha oscurato gli altri: il colore. Eleganti strisce di arancione e blu sono disposte su un abito scuro, nero come il vuoto dello spazio.
Il design della tuta spaziale
Il design riecheggia l’elegante splendore scuro dell’astronave di SpaceX, le tute spaziali in alcuni film di fantascienza, gli abiti di Fortnite per viaggiare nello spazio e altre visioni futuristiche dell’esplorazione cosmica. Ma se un astronauta lo indossasse sulla Luna, sarebbe in serio pericolo. Quando i primi “Artemis moonwalker” usciranno dall’astronave e raggiungeranno la superficie lunare, indosseranno questa tuta spaziale Axiom, ma sarà bianca.
Niente colore nero sulla Luna
Le tute lunari dell’Apollo erano bianche per un motivo. In un ambiente ostile senza atmosfera per proteggerti dalle radiazioni del sole, la gestione della temperatura è fondamentale per la sopravvivenza. Le tute spaziali devono essere riflettenti e ben isolate per mantenere gli astronauti freschi nel bagliore non filtrato del sole.
In un comunicato stampa, Axiom Space ha spiegato riguardo al nuovo prototipo: “Uno strato di copertura è attualmente utilizzato solo a scopo di visualizzazione per nascondere il design proprietario della tuta”. La società ha disegnato la copertina con Esther Marquis, costumista della serie di Apple TV+ “For All Mankind”, che immagina cosa sarebbe successo se la corsa allo spazio fosse andata diversamente. Alla fine della fiera una sola è la verità al momento: il vero aspetto della tuta spaziale per la prima missione Artemis rimane per ora un mistero.
Meridyth Moore: “La versione bianca della tuta sarà fornita dalla Nasa”
Meridyth Moore, portavoce di Axiom, ha detto a Insider in una mail: “La versione bianca verrà fornita direttamente alla NASA. Stiamo fornendo una flotta di tute spaziali da addestramento da consegnare alla NASA entro la fine dell’estate”. Per quanto riguarda una rivelazione pubblica della tuta, Moore ha dichiarato: “Non abbiamo una data … ma è qualcosa su cui continueremo a lavorare con la NASA”.
Luna: l’obiettivo di NASA e Cina
La Cina e la NASA stanno correndo verso la Luna, ciascuna in lizza per il primo allunaggio umano dal 1972. Due recenti lanci mostrano che la NASA potrebbe avere un vantaggio, ma non c’è ancora un chiaro vincitore. La NASA ha appena lanciato il suo nuovo razzo lunare per la prima volta il 15 novembre, trasportando l’astronave Orion, progettata per traghettare gli astronauti nelle future missioni lunari. Orion ha girato intorno alla Luna, senza equipaggio, in un volo di prova per assicurarsi che possa trasportare in sicurezza passeggeri umani la prossima volta.
La Cina, nel frattempo, ha lanciato qualche mese fa un nuovo equipaggio di taikonauti (astronauti cinesi) verso la sua nuova stazione spaziale. Il razzo è partito nei cieli del deserto del Gobi, superando un quarto di luna piena che si profilava basso all’orizzonte. La Cina ha costruito la stazione di Tiangong negli ultimi due anni e l’ha completata in ottobre. Questo lancio ha stabilito l’inizio delle rotazioni regolari dei taikonauti che lavorano nel laboratorio orbitante.