Quanto è pericoloso il Mauna Loa, il vulcano più grande del mondo

Il Mauna Loa è il più grande vulcano a scudo sulla Terra (almeno sopra il livello del mare) e nuovi dati hanno permesso nuove scoperte su ciò che potrebbe essere sufficiente per innescare future eruzioni

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È stato costantemente attivo per almeno gli ultimi 700.000 anni e domina il paesaggio delle Hawaii. Il Mauna Loa è il più grande vulcano a scudo sulla Terra (almeno sopra il livello del mare) e nuovi dati hanno permesso nuove scoperte su ciò che potrebbe essere sufficiente per innescare future eruzioni.

In dimensioni complessive è sorpassato dal massiccio Tamu, di cui di recente è stata dimostrata la natura di vulcano a scudo unico, anziché di agglomerato. Questo, però, ricopre un’area sottomarina di 310.000 km² e risulta non attivo da oltre 130 milioni di anni.

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I cinque vulcani di Hawaii

Il nome hawaiano “Mauna Loa” significa “montagna lunga“. La lava eruttata è povera di silice, caratteristica che la rende poco viscosa e impedisce eruzioni esplosive, creando così un vulcano dai pendii poco inclinati, con la forma di uno scudo.

Il vulcano ha eruttato per 700.000 anni, ed è emerso dal mare circa 400.000 anni fa. La roccia datata più vecchia risale a circa 200.000 anni fa. Il magma proviene dall’hot spot delle Hawaii, ed è responsabile della formazione dell’arcipelago e della catena sottomarina Hawaii-Emperor.



L’ultima eruzione del Mauna Loa è avvenuta tra il 24 marzo e il 15 aprile 1984. Nessuna tra le più recenti eruzioni del vulcano ha causato vittime, ma le eruzioni del 1926 e del 1950 hanno distrutto dei villaggi.

La particolare locazione geografica, su un’isola in mezzo all’oceano, unita all’altezza considerevole ne fa un luogo ideale per il monitoraggio fisico della libera atmosfera specie per le concentrazioni globali di CO2 con la presenza dell’omonima stazione meteorologica.

Osservando i cambiamenti nel terreno rilevati dal GPS e dai dati satellitari, i ricercatori sono stati in grado di modellare il flusso di magma all’interno del vulcano, oltre a capire cosa più probabilmente innescherà la prossima grande eruzione del Mauna Loa.

Un considerevole terremoto potrebbe scatenare di nuovo la furia del Mauna Loa. Questa conclusione si basa sulle misurazioni dei flussi di magma avvenuti dal 2014, diretti dallo stress topografico della roccia circostante.

Un terremoto di magnitudo 6 o superiore allevierebbe lo stress impartito dall’afflusso di magma lungo una faglia sub-orizzontale sotto il fianco occidentale del vulcano“, afferma Bhuvan Varugu, geologo della Rosenstiel School of Marine and Atmospheric Science presso il Università di Miami.

Questo terremoto potrebbe innescare un’eruzione“.

Gli scienziati hanno determinato che 0,11 chilometri quadrati di nuovo magma sono fluiti in un nuovo punto nella camera del vulcano tra il 2014 e il 2020, cambiando direzione in base alle pressioni subite.

Questi tipi di cambiamenti nel corpo magmatico non erano mai stati misurati prima. Insieme ai flussi di lava superficiale e ai movimenti del terreno lungo la faglia su cui si trova il vulcano, le intrusioni di magma cambiano la forma del vulcano e la probabilità che erutti.

Un terremoto potrebbe cambiare le regole del gioco“, afferma il geologo marino Falk Amelung, dell’Università di Miami.

potrebbe provocare il rilascio di quantità di gas dal magma paragonabili all’agitazione di una bottiglia di soda, generando ulteriore pressione e galleggiabilità, sufficienti per spaccare la roccia sopra il magma“.

Secondo i dati, il Mauna Loa è già sottoposto a un carico topografico “piuttosto pesante“. Ulteriori intrusioni di magma aumenteranno la probabilità di un terremoto e di un’eruzione, ma potrebbe non essere necessario questo elemento: la mancanza di un movimento recente sotto il fianco occidentale del vulcano fa pensare ai ricercatori che questo sia il luogo in cui potrebbe avvenire un terremoto.

I pericoli del Mauna Loa

Le recenti eruzioni sottolineano quanto possa essere importante un preallarme: nel 1950, la lava di un’eruzione del Mauna Loa raggiunse la costa in sole tre ore. L’eruzione del 1950 e un’altra importante del 1984 furono entrambe precedute da forti terremoti.

Prevedere i tempi delle eruzioni è un compito incredibilmente complesso, che coinvolge molte variabili e stime, ma attente strategie di mappatura del magma come quella effettuata in questo nuovo studio possono fornire dati inestimabili per la modellazione futura.

È un problema affascinante“, afferma Amelung.

Possiamo spiegare come e perché il corpo magmatico è cambiato negli ultimi sei anni. Continueremo l’osservazione e questo alla fine porterà a modelli migliori per prevedere il prossimo sito di eruzione“.

La ricerca è stata pubblicata su Scientific Reports .

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