Marte: la “talpa” di InSight è finalmente riuscita a perforare il terreno

La sonda termica di InSight, doveva essere il secondo strumento più importante della missione, ed è stata progettata per riuscire a scavare il suolo marziano fino ad una profondità di 5 metri, per scoprire le caratteristiche geologiche del pianeta rosso.

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Il lander marziano InSight, acronimo di Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport, è una missione per l’esplorazione di Marte sviluppata dalla NASA in collaborazione con altre agenzie spaziali.
I tecnici dell’agenzia spaziale tedesca, sono finalmente riusciti dopo mesi di tentativi, a penetrare nel terreno marziano con la sonda termica, attraverso il controllo da remoto del braccio robotico della sonda InSight. Adesso la sonda sarà in grado di scavare da sola?
La sonda termica di InSight, doveva essere il secondo strumento più importante della missione, ed è stata progettata per riuscire a scavare il suolo marziano fino ad una profondità di 5 metri, per scoprire le caratteristiche geologiche del pianeta rosso.
La missione prevedeva l’utilizzo di un sismografo, che è stato reso operativo con successo, subito dopo doveva entrare in azione “la talpa”, come viene definita la sonda termica dal team di InSight. Purtroppo, fin da subito si sono riscontrati problemi che hanno impedito la riuscita della perforazione nel suolo, anzi ad un certo punto la sonda è stata risputata fuori dal terreno.
Le cause delle problematiche riscontrate sul suolo marziano al momento non sono ancora state chiarite, il team ritiene che ci possano essere svariate ipotesi che hanno impedito la perforazione, magari una roccia, un terreno troppo duro, o la talpa che non è riuscita ad esercitare abbastanza attrito.
Il team della DLR, l’agenzia spaziale tedesca che si occupa dell’esperimento, non si è dato però per vinto, e hanno provato diverse tecniche per consentire alla talpa la perforazione, attraverso l’utilizzo del braccio robotico di InSight, progettato inizialmente per prelevare piccoli campioni sulla superficie marziana. Fortunatamente, la DLR e la NASA nonostante le difficoltà riscontrate sono riuscite nel loro intento, facendo un grandissimo passo in avanti nella missione.
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Il team della DLR è riuscito a far penetrare completamente nel terreno la talpa, usando la piccola pala del braccio robotico che è stato utilizzato, successivamente ad un’attenta analisi della direzione e del punto su cui colpire, come fosse un martelletto, impartendo i comandi una volta a settimana per tre mesi a decine di milioni di km di di distanza. Purtroppo, durante la procedura la sonda si è leggermente inclinata rispetto al terreno.
La procedura è stata eseguita in maniera certosina, attraverso dei piccoli colpetti che venivano sincronizzati durante le attività di scavo della trivella, con grandi difficoltà dovuti dal fatto di non poter usufruire dei feedback in tempo reale, ma con un ritardo medio nelle comunicazioni tra la Terra e Marte di circa 13 minuti, e soprattutto per utilizzo di strumenti ideati per altri scopi.
Il team della DLR ha conseguito un piccolo miracolo di ingegneria e adesso è tutto pronto per la prossima fase: Sarà in grado la talpa di scavare da sola, non avendo più l’aiuto del braccio?
La sonda InSight è atterrata su Marte nel novembre del 2018, con l’intento di analizzarne la superficie e con lo scopo di riuscire a far comprendere la formazione e l’evoluzione dei pianeti rocciosi. La sonda dall’inizio delle sue attività è riuscita a rilevare svariati “martemoti”, di cui prima se ne poteva solo ipotizzare l’esistenza, visto che Marte non possiede placche tettoniche attive. Inoltre, ha registrato il passaggio di diversi “dust devil”, cioè mulinelli di sabbia che spazzano le immense pianure deserte del pianeta rosso.
La talpa a breve dovrebbe iniziare la sua missione, che consiste nello studiare la conducibilità termica della superficie marziana a intervalli di 50 cm fino ad arrivare ad una profondità massima di 5 metri.

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