martedì, Dicembre 3, 2024
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La più grande esplosione cosmica mai rivelata

La più grande esplosione cosmica mai conosciuta è stata catturata da un team di astronomi guidato dall'università di Southampton

Un team di scienziati guidato dall’università di Southampton (Regno Unito) ha annunciato di aver scoperto la più grande esplosione cosmica mai registrata prima d’ora. Un’enorme sfera infuocata cento volte più grande del nostro sistema solare che ha iniziato a brillare tre anni fa.

Il nome con cui gli scienziati hanno catalogato l’esplosione è AT2021lwx, è situata presso la costellazione della Vulpecula ed è nata quando l’universo aveva sei miliardi di anni.

AT2021lwx è dieci volte più luminosa di qualsiasi supernova, ma non si può dire che sia l’evento cosmico più luminoso mai registrato. Tale primato infatti spetta al lampo di raggi gamma GRB221009A.

Si tratta di una colossale esplosione di energia che si crea quando il nucleo di una stella collassa. Tale collasso è stato registrato lo scorso ottobre ed è considerato il più “luminoso di sempre”. Global Science sottolinea come eventi del genere siano molto rari e un fenomeno come questo non era mai stato osservato dalla Terra.

Perché tale esplosione cosmisca è definita “la più grande”?

Come informa Rainews, l’esplosione cosmica in questione è definita “la più grande” perché ha lasciato una quantità di energia infinitamente maggiore rispetto al lampo di raggi gamma. Philip Wiseman, astrofisico dell’Università di Southampton e autore principale dello studio, ha ipotizzato che le dimensioni fisiche dell’esplosione risultano essere quasi cento volte più grandi di tutto il sistema solare e circa 2.000 miliardi di volte più luminose del Sole, nel momento di massima intensità.

Una “scoperta accidentale”

Wiseman ha spiegato, nel corso di un’intervista ad AFP, che l’esplosione cosmica è stata una “scoperta accidentale”. L’esplosione è stata registrata automaticamente tre anni fa dall’osservatorio statunitense Zwicky Transient Facility in California. Il rilevamento, tuttavia, “è rimasto inutilizzato nel database” dell’osservatorio.

Wiseman ha spiegato: “Ci siamo imbattuti in questo fenomeno per caso, perché è stato segnalato dal nostro algoritmo di ricerca mentre cercavamo un tipo di supernova”. Lo studioso ha aggiunto che il team ha fatto particolare attenzione alla durata dell’esplosione: “Un fenomeno che rimane luminoso per più di due anni è molto insolito”.

Honig: “Un oggetto estremamente luminoso”

Sebastian Honig è docente presso l’università di Southampton e co-autore della ricerca. Parlando della grande esplosione cosmica, lo studioso ha spiegato, tramite alcune dichiarazioni riprotate da Phys.org: “Una volta che si conosce la distanza dell’oggetto e quanto ci appare luminoso, è possibile calcolare la luminosità dell’oggetto alla sua fonte. Dopo aver eseguito questi calcoli, ci siamo resi conto che è estremamente luminoso”. Con la luminosità di AT2021lwx possono competere esclusivamente i quasar e i buchi neri supermassicci con un flusso costante di gas che cade su di essi a velocità elevata. 

Il punto di Mark Sullivan

Il professor Mark Sullivan, anche lui attivo presso l’Università di Southampton e coautore dell’articolo, ha spiegato: “Ma guardando indietro di oltre un decennio non è stato fatto alcun rilevamento di AT2021lwx, poi improvvisamente appare con la luminosità delle cose più luminose dell’universo, il che è senza precedenti”. Ci sono diverse teorie su cosa abbia causato una simile esplosione nel cosmo, come una supernova, ma in questo caso l’esplosione sarebbe dieci volte superiore al normale. Secondo i ricercatori di Southampton l’evento si spiegherebbe con una enorme nube di polvere o gas che si è allontanata dalla sua orbita attorno a un buco nero. 

Alla ricerca di eventi simili 

Wiseman ha voluto fare una precisazione: “Con nuove strutture, come il Legacy Survey of Space and Time dell’Osservatorio di Vera Rubin, in arrivo online nei prossimi anni, speriamo di scoprire altri eventi come questo e saperne di più su di loro. Potrebbe essere che questi eventi, sebbene estremamente rari, sono così energetici da essere processi chiave per il modo in cui i centri delle galassie cambiano nel tempo”. La ricerca prosegue. 

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