La sonda spaziale Juno della NASA ha effettuato la seconda visita ravvicinata alla luna di Giove, Io, il corpo celeste più attivo dal punto di vista vulcanico del sistema solare, con centinaia di vulcani, alcuni dei quali eruttano lava che raggiunge l’altezza di decine di km.
La straordinaria attività della luna IO è il risultato ottenuto tra la potente gravità di Giove e le spinte più piccole ma precise provenienti da due lune vicine che orbitano più lontano: Europa e Ganimede.
Le nuove immagini della luna IO
Per celebrare l’evento, la NASA e il Southwest Research Institute hanno rilasciato una nuova serie di immagini che mostrano la famigerata luna IO in uno stato di calma apparentemente insolita. Gli scienziati hanno anche pubblicato un video che mostra il graduale avvicinamento di Juno al satellite gioviano.
Juno è stata lanciata nel 2011 ed è entrata in orbita attorno a Giove nel 2016. Ogni orbita porta Giuno su un anello altamente ellittico, permettendole di ruotare strettamente attorno ai poli di Giove prima di girare più lontano dal pianeta. L’elenco delle attività relative a Giove della navicella spaziale è stato originariamente completato nel 2021, ma la NASA ha esteso la missione con l’obiettivo di esplorare alcune delle lune più grandi di quel mondo.
IO è una di quelle lune. La navicella spaziale è passata per la prima volta entro 1.500 chilometri dalla Luna IO nel dicembre 2023, avvicinandosi più di quanto qualsiasi altra navicella avesse mai fatto, ad eccezione della navicella spaziale Galileo della NASA nel 2001. E, negli ultimi giorni, Juno è riuscita a completare la sua 58a orbita, il che significa che la navicella spaziale ha ora effettuato un secondo passaggio a quella distanza.
La luna IO ha la sfortuna di essere un oggetto in un grande gioco gravitazionale, poiché sia Giove che la sua luna Europa attirano l’interno della luna gioviana e lo trasformano in un focolaio di attività vulcanica anche se ancora non si sa bene come avvenga effettivamente questo processo. Alcuni scienziati credono che IO contenga un oceano di magma globale sotto la superficie, altri invece pensano che sia un nucleo supercaldo di metallo solido a muovere i vulcani.
Utilizzando Juno per esaminare la luna IO, gli scienziati sperano di poter determinare esattamente come funzionano il pianeta e i suoi vulcani. La missione estesa di Juno la porterà ora fino a settembre 2025. Se un’altra estensione non verrà programmato, i suoi operatori la deorbiteranno nell’atmosfera del gigante gassoso.
IO: la luna scoperta da Galileo Galilei
IO è stata scoperta l’8 gennaio 1610 da Galileo Galilei, insieme ad altre tre lune gioviane. È stata la prima volta che è stata individuata una luna in orbita attorno a un pianeta diverso dalla Terra. L’avvistamento dei quattro satelliti galileiani alla fine ha portato alla comprensione che i pianeti del nostro sistema solare orbitano attorno al Sole, invece che il nostro sistema solare ruota attorno alla Terra. Apparentemente Galileo ha osservato la luna IO il 7 gennaio 1610, ma non è stato in grado di distinguerla da Europa fino alla notte successiva.
Galileo originariamente ha denominato le lune di Giove i pianeti medicei, dal nome della potente famiglia italiana dei Medici e si è riferito numericamente alle singole lune come I, II, III e IV. Il sistema di denominazione di Galileo è stato utilizzato per un paio di secoli.
È stato solo verso la metà del 1800 che i nomi delle lune galileiane, IO, Europa, Ganimede e Callisto, sono stati adottati ufficialmente, e solo dopo è stato evidente che nominare le lune in base al numero avrebbe creato molta confusione.
Nella mitologia, IO è una donna mortale trasformata in mucca durante una disputa coniugale tra il dio greco Zeus, Giove nella mitologia romana, e sua moglie Giunone. La missione Juno della NASA prende il nome in onore della dea, che poteva scrutare attraverso le nuvole ed esporre le malefatte di suo marito. La navicella spaziale infatti scruta anche attraverso le nuvole per rivelare i segreti di Giove.