L’ultima missione dell’asso degli UBoot

Otto Kretschmer è stato il comandante di sommergibili tedeschi che ha affondato più naviglio alleato. Questo è il racconto della sua ultima missione

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Siamo nella notte tra il 17 ed il 18 marzo 1941 e il capitano di fregata Otto Kretschmer, soprannominato il Silenzioso Otto, è dabbasso. Si trova in quell’angolino dietro la sala di controllo del suo U-99 dove il comandante di un sommergibile Typo VII può trovare un briciolo di riposo e di riservatezza al riparo di una tenda.

Il sommergibile naviga in superficie facendo rotta verso la base di Lorient, in Francia. Da poche ore si è concluso l’attacco più sensazionale e letale, della già prestigiosa carriera di Kretschmer. Nella mattinata del giorno precedente l’U-99 ha intercettato il convoglio HX-112, composto da 41 mercantili, che si trovava in navigazione diretto a Liverpool. L’U-99 al termine di un’esemplare manovra, che aveva evitato la scorta del convoglio, affonda le petroliere norvegesi Beduin e Ferm, danneggia la petroliera inglese Franche Comte ed affonda la Venetia, cola a picco anche due mercantili, uno canadese ed uno svedese.

L’azione del 16 marzo 1941 rappresenta il maggiore successo ottenuto da un singolo sommergibile ai danni di un convoglio nel corso di tutta la guerra. Con questa azione Kretschmer, nato nel 1912, porta a 44 navi affondate per complessive 274.418 t di stazza lorda il suo bottino, risultando il miglior Asso di U-boot di tutta la seconda guerra mondiale.

Dopo il combattimento vittorioso gli uomini dell’U99 sono stanchi e provati, i siluri ed il carburante scarseggiano. Kretschmer ha ordinato di fare rotta su Lorient navigando in superficie così da sfruttare nel modo migliore le ore notturne. Il viaggio di ritorno in immersione durerebbe troppo a lungo, data la scarsa velocità dell’U-99 sott’acqua, e sono necessarie parecchie ore al giorno di navigazione con i motori diesel in funzione per ricaricare le batterie che azionano quelli elettrici destinati al moto subacqueo.

Poi mentre la tensione cala e probabilmente allenta i riflessi dell’ufficiale di guarda in torretta, l’U-99 si imbatte in un cacciatorpediniere inglese, il Walker, che, sebbene costruito nel corso della Prima guerra mondiale, poteva esprimere una velocità superiore ai trenta nodi. Nonostante gli ordini del Comandante dell’U-99 che prevedevano in caso di contatto nemico il tentativo di fuggire in emersione zig-zagando alla massima velocità consentita, l’ufficiale di guarda ordina l’immersione rapida.



E probabilmente il ribollire delle acque durante l’immersione viene notato dal caccia inglese che si getta rapidamente verso la posizione nemica attivando quella che gli americani definiranno in seguito la ricerca sonar. L’eco individua un bersaglio quasi certamente appartenente ad un sommergibile ed il Walker con una manovra da manuale si porta sulla verticale del nemico e sgancia sei bombe di profondità.

Nell’U-boot sono consci dal ping dell’Asdic nemico di essere stati individuati e si affidano alla bravura del loro comandante ed alla robustezza del sommergibile, contrapposta al fatto che nei primi anni della guerra gli inglesi disponevano di ordigni di relativa potenza ed i lanciabombe, pochi, erano lunghi da ricaricare.

Il Walker, per esempio, dispone di sei soli apparati per il lancio delle bombe di profondità e anche la sua dotazione di ordigni è contingentata. D’altra parte l’autonomia di un U-boot in immersione è limitata. Gli uomini devono respirare, l’energia elettrica si consuma rapidamente e si esaurisce più in fretta se il battello effettua manovre di evasione. Il tempo massimo a disposizione è di 36 ore.

Gli uomini nell’U-99 sono immobili, in parte per consumare meno ossigeno possibile ed in parte per non disturbare l’assetto del sommergibile. Questa volta però la fortuna non arride l’asso tedesco, il Walker ha sganciato con una precisione estrema le bombe che colpiscono violentemente lo scafo.

Al suo interno vanno in pezzi i vetri dei manometri e degli orologi, le luci di bordo si spengono, tranne quelle d’emergenza, ma il danno maggiore è costituito da gravi lesioni alla camera di compressione. L’acqua inizia ad allagare il sommergibile. Kretschmer riuscì a far riemergere il suo sommergibile gravemente danneggiato, permettendo così a 40 dei 43 membri dell’equipaggio di mettersi in salvo prima dell’affondamento

Lui è tutto l’equipaggio furono catturati e il comandante dell’U-99 passerà quattro anni di prigionia dapprima in Inghilterra e poi in Canada. Kretschmer fece ritorno in Germania nel dicembre del 1947, dopo più di quattro anni trascorsi in Canada.  Fu reintegrato nella Bundesmarine della Germania Ovest da cui si congedò nel 1970 con il grado di Ammiraglio di flottiglia.

Morì  il 5 agosto 1998 nell’ospedale di Straubing, in Baviera, a seguito di un incidente in barca sul Danubio; il suo corpo venne cremato e le ceneri disperse in mare.

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