Il periodo tardo devoniano, circa 350 milioni di anni fa, culminò in un grande evento di estinzione di massa che il nostro pianeta non aveva mai attraversato prima.
Il responsabile della fine della gran parte degli esseri viventi presenti allora sulla Terra, secondo i ricercatori, potrebbe essere arrivato da un punto dello spazio esterno al sistema solare.
Uno studio pubblicato nell’agosto dell’anno scorso effettuato da un team di ricercatori dell’università llinois Urbana-Champaign, guidato dall’astrofisico Brian Fields, suggerisce che la causa dell’evento di estinzione di massa verificatosi sulla Terra, potrebbe essere stato un fenomeno lontano: una stella morente esplosa nelle profondità della Via Lattea.
Spesso si ritiene che eventi come l’estinzione di massa del tardo devoniano vengano innescati da fenomeni esclusivamente terrestri: una poderosa eruzione vulcanica, ad esempio, che soffoca la Terra fino a renderla quasi inabitabile. Oppure l’impatto di un asteroide simile a quello che ha posto fine alla specie dei dinosauri.
Tuttavia, la causa delle estinzioni potrebbe provenire da molto oltre il sistema solare. Il messaggio che lancia lo studio, sostiene Fields, è che la vita sul nostro pianeta non è un episodio isolato. “Siamo cittadini di un cosmo più ampio” ha aggiunto Fields, “e il cosmo interviene nelle nostre vite, spesso impercettibilmente, ma a volte ferocemente”.
Fields e il suo team hanno studiato la possibilità che la riduzione dei livelli di ozono, coincidente con l’evento di estinzione di massa del tardo devoniano, potrebbe non essere stata causata dal vulcanismo o da un episodio di riscaldamento globale.
Il team è invece dell’idea che l’evento di estinzione di massa registrato negli strati geologici potrebbe essere stata innescata da eventi di natura astrofisica. Secondo i ricercatori dell’università llinois Urbana-Champaign gli effetti di una o più supernovae distanti dalla Terra 65 anni luce potrebbero essere la causa della drastica riduzione dello strato di ozono.
La supernova alla base dell’evento di estinzione di massa?
Potrebbe essere la prima volta che una spiegazione simile viene proposta per spiegare l’evento di estinzione di massa del tardo devoniano, tuttavia gli scienziati hanno già considerato le conseguenze mortali delle supernove prossime al sistema solare in questo tipo di ambito.
Si è speculato sull’impatto che potrebbe avere una supernova sulla vita presente sulla Terra a partire dagli anni ’50. Più di recente i ricercatori hanno cercato di stimare la distanza alla quale un evento del genere risulti “mortale”. Le stime sono comprese tra 25 e 50 milioni di anni luce.
Le stime effettuate da Field e dal suo team affermano che supernovae, anche più distanti, potrebbero produrre effetti dannosi sulla vita presente sul nostro pianeta sia istantanei sia protratti nel tempo. Le supernovae, scrivono i ricercatori, sono fonti di UV estremi, raggi X e raggi gamma.
“Su scale temporali più lunghe, l’esplosione si scontra con il gas circostante, formando uno shock che guida l’accelerazione delle particelle. In questo modo, le supernonae producono raggi cosmici Queste particelle cariche sono confinate magneticamente all’interno del residuo della supernova, e dovrebbero irradiare la Terra per circa 100.000 anni”.
i raggi cosmici, in questo caso, potrebbero essere abbastanza energetici da ridurre notevolmente lo strato di ozono e causare danni da radiazioni duraturi alle forme di vita della biosfera terrestre.
Questa è una conclusione che si accorda sia con le prove della perdita di biodiversità che delle deformazioni nelle spore delle piante antiche ritrovate nelle rocce del confine devoniano-carbonifero, risalenti a circa 359 milioni di anni fa.
Certo, questo accostamento è solo ipotetico, almeno per ora. Al momento, non ci sono prove che possano confermare che una o più supernovae lontane siano all’origine dell’evento di estinzione di massa risalente al tardo devoniano.
I ricercatori che hanno esaminato la possibile esistenza di supernovae nei pressi del nostro mondo alla base di eventi di estinzione di massa. Per ottenere una risposta hanno cercato le tracce di isotopi radioattivi che avrebbero potuto depositarsi sulla Terra.
Il particolare, un isotopo, il ferro-60 è stato al centro di diverse ricerche ed è stato rinvenuto in diverse zone del nostro pianeta. Tuttavia nel contesto dell’evento di estinzione di massa del tardo devoniano altri isotopi sarebbero fortemente indicativi dell’ipotesi della supernova avanzata da Fields e dal suo team altri due isotopi, il plutonio-244 e il samario-146.
Gli isotopi plutonio-244 e il samario-146 oggi non sono presenti sul nostro pianeta e possono arrivarci esclusivamente per mezzo di una supernova.
Se uno di questi isotopi venisse rinvenuto sepolto negli strati rocciosi del confine devoniano-carbonifero, secondo i ricercatori, sarebbe una pistola fumante, la proba chiave che dimostra che una stella morente possa causare un evento di estinzione di massa.