Sun Wukong, o Sun Wu Kong, (Son Goku in giapponese) è il protagonista del romanzo Viaggio a occidente, una delle opera più famose della letteratura cinese. Sun Wukong, il re delle scimmie, noto per la sua coroncina dorata sulla fronte, la sua asta magica (il Nyoiboo, capace di allungarsi all’infinito) e la nuvola magica Kinton, è probabilmente ispirata ad Hanuman, divinità dalle sembianze scimmiesche che ritroviamo nel poema epico Ramayana.
Viaggio a occidente, opera scritta durante la dinastia Tang da Wu Cheng’en, narra del viaggio del monaco Genjo Sanzo (detto Tripitaka) e dei suoi discepoli in viaggio dalla Cina all’India per recuperare alcuni sacri scritti del Buddhismo. Uno degli accompagnatori del bonzo è proprio Sun Wukong.
Le origini di Sun Wukong
Secondo quanto narratoci dall’autore Wu Cheng’en, Sun Wukong è una scimmia antropomorfa nata dalla roccia, figlio del Cielo e della Terra. Distintosi per la sua forza e coraggio, Wukong diviene in breve tempo il re delle scimmie. Preoccupato che un giorno il suo potere e la sua felicità giungano al termine, il sovrano apprende un percorso per diventare immortale. Diviene dunque allievo di un saggio taoista, che sotto la sua guida riesce ad acquistare la vita eterna e a imparare oltre 70 trasformazioni.
L’attacco al regno divino e il viaggio voluto da Buddha
Non contento del suo status di sovrano e di immortale, il re delle scimmie giunge perfino a invadere il paradiso, scatenando le ire dell’imperatore di Giada (il re del cielo secondo il folklore cinese) e lo stesso Buddha che lo imprigiona per punizione all’interno di una montagna per 500 anni, finché non viene infine liberato proprio dal monaco Sanzo, fratello adottivo dell’imperatore della Cina e reincarnazione di uno dei discepoli del Buddha, Cicala d’oro.
Assieme al bonzo e al re delle scimmie viaggeranno anche il kappa (demone acquatico) Sha Gojo e il maialino trasformista Cho Hakkai. Nonostante il suo viaggio di purificazione volto a seguire il dharma (la legge di Buddha) e a diventare egli stesso un illuminato, Sun Wukong sarà sempre caratterizzato da una sottile vena di orgoglio e sarcasmo, anche nei confronti di potenti e divinità. Non a caso, lo stesso Mao Zedong, durante il suo governo, fece riferimento al re delle scimmie come un perfetto esempio di personaggio rivoluzionario.
La fortuna di Sun Wukong nella cultura pop
Lo scimmiotto Sun Wukong è un personaggio celeberrimo in Cina, un po’ come potrebbero essere Pinocchio o Topolino da noi.
Il Grande Santo pari al Cielo (così Wukong si definisce empiamente nell’opera mentre tenta di conquistare il mondo divino) ha ispirato innumerevoli film, serie tv, fumetti, anime e manga, tanto da divenire noto anche nel mondo occidentale. Tra le produzioni europee e americane in cui appare il personaggio ricordiamo L’incantesimo del manoscritto, film del 2001 in cui segnaliamo Kabir Bhedi nel ruolo di Sha Gojo (qui chiamato Fratel Coraggio).
Anche il fumettista Milo Manara ha rielaborato la prima parte di Viaggio a Occidente nell’opera Lo Scimmiotto, con sceneggiatura di Silverio Pisu. Sicuramente, la rielaborazione più celebre del re delle scimmie la conosciamo grazie ad Akira Toriyama, con il suo Dragon Ball.
Il Rāmāyaṇa
Il Rāmāyana, lett. il “Cammino – ayana– di Rama”), insieme al Mahabharata è uno dei più grandi poemi epici del Sanatana Dharma, oltre a risultare uno dei testi più importanti di questa tradizione filosofica.
Il poema, attribuito tradizionalmente a Vālmīki, narra le avventure del principe Rama, avatara di Visnù, ingiustamente esiliato e privato della sua sposa con cui alla fine riuscirà a ricongiungersi, recuperando contemporaneamente il trono che gli spettava di diritto.
Il tema centrale del poema consiste nella storia di Rama, giovane principe valoroso e settimo avatara di Visnù, e della sua sposa, Sita.
Gli eventi sono ambientati nel momento di passaggio tra la fine del Treta-yuga e l’inizio dello Dvapara-yuga.
Rama, principe ereditario del regno dei Kosala viene privato ingiustamente del diritto al trono ed esiliato dalla capitale Ayodhya (collocata nei pressi dell’odierna Faizabad).
Rama trascorrerà quattordici anni in esilio, insieme alla moglie Sita e al fratello Lakshmana, dapprima nei pressi della collina di Citrakuta, dove si trovava l’eremo di Valmiki e di altri saggi, in seguito nella foresta Dandaka, popolata da molti demoni (rakshasa).
Lì Sita viene rapita dal crudele demone Ravana, che la conduce nell’isola di Lanka.
Rama e Lakshmana si alleano quindi con un potente popolo di scimmie evolute (vanara), e insieme ai guerrieri scimmia, tra i quali c’è il valoroso e fedele Hanuman, il re delle scimmie probabile ispiratore di Sun Wukong, costruiscono un ponte che collega l’estremità meridionale dell’India con Lanka.
L’esercito affronta l’armata dei demoni, e Ravana viene ucciso in duello da Rama, che torna vittorioso nella capitale Ayodhya, e viene incoronato imperatore.
In seguito Rama, per proteggere la sua reputazione pubblica, è costretto a ripudiare Sita, a causa del sospetto che abbia ceduto alle molestie di Ravana, nonostante Sita si fosse già sottoposta ad una prova per verificare sua purezza, sottoponendosi alla prova del fuoco e uscendo indenne dalle fiamme.