L’Europa vuole diventare un attore più competitivo nel mercato globale dei lanciatori spaziali, e per raggiungere questo obiettivo, l’Agenzia spaziale europea (ESA) e la Commissione europea (CE) hanno lanciato un nuovo programma per fornire opportunità di volo per le nuove tecnologie spaziali, coinvolgendo sia le aziende consolidate che le startup emergenti.
Il programma, chiamato European Flight Ticket Initiative (EFTI), è stato presentato durante la Conferenza Spaziale Europea a Bruxelles il 23 gennaio 2024, esso ha lo scopo di stimolare la domanda dei lanciatori spaziali europei consentendo loro di competere per le missioni nel programma tecnologico di dimostrazione e convalida in orbita dell’UE, noto anche come In-Orbit Demonstration and Validation (IODV).
“L’obiettivo è creare una situazione vantaggiosa per gli operatori europei che cercano dimostrazione o qualificazione di tecnologie o sottosistemi in orbita e stimolare il settore europeo dei piccoli lanciatori spaziali attraverso il finanziamento pubblico dei servizi di lancio”
ha affermato Toni Tolker-Nielsen, direttore ad interim dell’ESA del trasporto spaziale, all’evento.
Quali sono le nuove opportunità di lanciatori spaziali selezionate per l’EFTI?
Cinque società di lanciatori spaziali sono state selezionate per partecipare all’EFTI, dopo una gara a cui hanno partecipato diverse aziende europee. Quattro di esse sono startup che stanno sviluppando piccoli veicoli di lancio: Isar Aerospace, Orbex, PLD Space e Rocket Factory Augsburg, e la cosa che li accomuna è che nessuno di loro ha ancora effettuato un lancio orbitale, ma prevede di farlo entro il 2026.
“Ciò rappresenta per Orbex una pietra miliare importante”
ha affermato Miguel Belló Mora, il nuovo amministratore delegato della società, sostenendo che la selezione ha dato fiducia ai suoi azionisti e ai suoi dipendenti.
La quinta compagnia è Arianespace, che offrirà lanci in rideshare sui suoi razzi Vega C e Ariane 6, e il direttore commerciale della compagnia, Steven Rutgers, ha affermato:
“Comprendiamo l’importanza dei satelliti più piccoli, l’impatto e la potenza che queste nuove innovazioni possono portare”
Ciascuna delle società riceverà un contratto “quadro” come parte dell’EFTI, che consentirà loro di competere per incarichi di lavoro per il lancio di missioni specifiche. I funzionari non hanno rivelato il valore previsto di tali contratti, né quante missioni saranno lanciate nell’ambito dell’EFTI.
L’EFTI è anche un segno del ruolo crescente che la Comunità Europea intende svolgere nel settore dei lanciatori spaziali, un punto che Thierry Breton, commissario per il Mercato interno, ha sottolineato nel suo intervento alla conferenza lo stesso giorno.
“È tempo di un cambio di paradigma in modo da definire e pensare la politica europea sui lanciatori spaziali all’interno di un quadro comunitario”
ha affermato Breton, il quale ha in seguito aggiunto:
“Naturalmente, la Commissione europea è pronta a guidare e ad assumersi le proprie responsabilità nella trasformazione della politica europea sui lanciatori”
Tale politica si concentrerebbe su tre aree: una sarà quella di aggregare la domanda istituzionale europea, non solo da parte dell’ESA e dell’UE ma anche dei governi nazionali, “con una chiara preferenza europea”, ha affermato. Negli ultimi anni alcuni governi nazionali sono usciti dall’Europa per lanciare veicoli spaziali, come nel caso del lancio da parte di SpaceX a dicembre di due satelliti per immagini radar per l’esercito tedesco.
Una seconda area supporterà “l’innovazione rivoluzionaria” nei servizi con lanciatori spaziali come la sfida del lanciatore europeo annunciata allo Space Summit in Spagna a novembre. Il concorso, dotato di un premio di 10 milioni di euro, incoraggerà lo sviluppo di soluzioni innovative per il lancio di piccoli satelliti, come i lanciatori riutilizzabili o i lanciatori aerei.
Una terza area sarà quella di promuovere la sovranità europea nel lancio, garantendo l’accesso indipendente allo spazio per le missioni critiche dell’UE. Breton ha citato il caso del programma Galileo, il sistema di navigazione satellitare europeo, che dipende dai lanciatori spaziali russi Soyuz per il suo completamento, e a tal proposito ha affermato:
“Non possiamo accettare questa situazione”.
Breton ha anche annunciato che la CE sta lavorando a una nuova strategia spaziale europea, che sarà presentata entro la fine dell’anno. La strategia si baserà sui quattro pilastri dell’UE nello spazio: Galileo, Copernicus, Govsatcom e Secure Connectivity Initiative. Quest’ultima è una nuova iniziativa per sviluppare una rete di comunicazione sicura basata su satelliti, che Breton ha definito “un progetto di interesse comune europeo”.
L’EFTI e la nuova strategia spaziale europea mostrano l’ambizione dell’Europa di rafforzare il suo ruolo nello spazio, in un contesto di crescente concorrenza e sfide globali, con l’Europa che vuole essere un partner affidabile e innovativo per gli altri attori spaziali, ma anche un protagonista autonomo e sovrano.
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