di Oliver Melis per Reccom Magazine
La sacra Sindone è una delle principali reliquie della cristianità ed una delle più note. Basti pensare alla quantità di fedeli e turisti che partecipano alle periodiche ostensioni di questo sacro reperto.
L’esistenza della Sindone, il lenzuolo di lino che avrebbe avvolto il corpo esanime di Gesù, è nota in occidente già dal 1353, da quando, cioè, a Lirey in Francia, il cavaliere Goffredo di Charny annunciò di essere in possesso del telo che avvolse il corpo del Salvatore nel sepolcro. Nel 1453 Margherita di Charny, discendente di Goffredo, vendette la Sindone ai duchi di Savoia, che la portarono a Chambéry, loro capitale. La Sindone venne riconosciuta come autentica con la benedizione di papa Giulio II nel 1506, in un momento storico delicatissimo per la Chiesa: era in corso lo scisma di Lutero.
Cosa si sa della Sindone in epoche precedenti il 1353?
Qualche leggenda e alcune citazioni dei Vangeli che raccontano di Gesù avvolto in un lenzuolo (sindon in greco) da Giuseppe di Arimatea, una citazione in un vangelo apocrifo e leggende con nessuna valenza storica. Gesù secondo i vari miti e le varie leggende e secondo alcuni riferimenti che troviamo nei vangeli, anche apocrifi, cioè non ritenuti validi, venne avvolto in un lenzuolo ma non ci sono certezze dopo 2000 anni che il lenzuolo sia lo stesso esposto a Torino.
Nel IV secolo dopo Cristo, Elena, madre di Costantino che la Chiesa fece santa, iniziò a raccogliere reliquie di Gesù e degli apostoli. Con tutta probabilità molte di queste reliquie erano artefatte e comunque utilizzata dalla nascente chiesa per attirare le persone. Fu, però, con le crociate che si inaugurò la massiccia importazione di reliquie in occidente, chiodi e i legni della croce non mancano certamente.
Con le Crociate in Palestina, dopo che Costantinopoli era stata saccheggiata, arriviamo al 1353 e Goffredo di Charny dice di avere il telo sepolcrale di Gesù che viene poi venduto ai Duchi di Torino e passa in mano della Chiesa Cattolica. Quel lenzuolo ha 2000 anni? ha avvolto veramente un uomo morto in croce e poi risorto?
Secoli fa, soprattutto quando si creavano reliquie non erano a conoscenza di nessun metodo per datare l’età dei reperti ma oggi con il metodo del radio carbonio 14 possiamo facilmente datare sostanze di origine organica (ossa, legno, fibre tessili, semi, carboni di legno…) con una certa precisione. Il metodo fu ideato e messo a punto tra il 1945 e il 1955 dal chimico statunitense Willard Frank Libby, che per questa scoperta vinse il Premio Nobel nel 1960. Il metodo del C14 può essere utilizzato per materiali di età compresa tra i 50.000 e i 100 anni e viene utilizzato in paleontologia, archeologia ed in ogni disciplina in cui sia necessario risalire all’età di un qualsiasi reperto.
Negli anni ’80 del ventesimo secolo la Chiesa accettò di far esaminare la Sindone attraverso metodi scientifici. Per determinare l’età del telo furono tagliati tre piccoli quadratini che furono distribuiti ai tre più accreditati istituti di ricerca del mondo perché scoprissero l’età dei campioni. La datazione ottenuta dai tre laboratori dette gli stessi risultati: la Sindone risaliva all’Alto Medioevo, in un’epoca tra il 1260 ed il 1390, date compatibili con il ritrovamento, avvenuto nel 1353, del cavaliere Goffredo di Charny.
La sindone, durante la sua esistenza nota, ha subito parecchie traversia. Fu danneggiata in un incendio ed è stata sottoposta a molteplici analisi i cui risultati sono spesso stati interpretati in maniera contrastante. C’è anche molto da dire sull’immagine impressa sul telo che rappresenterebbe Gesù anteriormente e posteriormente, immagine che ha sollevato parecchi interrogativi non ancora del tutto svelati.
Dopo questo articolo introduttivo, torneremo presto ad esaminare quella che viene considerata una delle reliquie più importanti della cristianità e a provare a chiarirne alcuni degli aspetti più controversi.
Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO Italia, Perle complottare e le scie chimiche sono una cazzata
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