Il premio Nobel 2018 per la medicina medicina è stato assegnato a James P. Allison, del MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas, e Takusu Honjo, dell’università di Kyoto in Giappone, “per il nuovo approccio da loro ideato alla lotta contro il cancro tramite l’inibizione della regolazione immunitaria negativa.”
Questo tipo di terapia è un nuovo approccio nel trattamento del cancro. Invece di prendere di mira le cellule tumorali stesse, rilascia i freni inbitori delle cellule immunitarie, permettendo loro di attaccare le cellule tumorali. I farmaci che sono stati sviluppati per ottenere questo effetto sono noti come inibitori del checkpoint.
“In pratica, si tratta di provocare un’interferenza sugli effettori che regolano l’azione del sistema immunitario, effettuata per per liberare questa difesa e sfruttarla per attaccare le cellule cancerose”, ha spiegato Klas Karre, un immunologo Karolinska Institute e membro del comitato Nobel, dopo che è stato dato l’annuncio.
Allison, un ricercatore specializzato in immunologia, ha studiato un recettore proteico chiamato CTLA-4 posto sulle embrane cellulari dei linfociti T, che ha un’azione di regolazione della risposta immuitaria. Nel corso dei suoi studi, si è reso conto che inibendo il recettore, si otteneva un effetto di sblocco per cui le cellule immunitarie iniziavano ad attaccare le cellule tumorali, e, su questa base, ha sviluppato un nuovo approccio terapeutico alla cura del cancro. Nel 2011 un farmaco basato sull‘inibizione del CTLA-4, l’ipilimumab, è stato approvato per il trattamento del melanoma. Più del 20% delle persone che usano il farmaco hanno una remissione completa dalla malattia.
Honjo, anche lui immunologo, ha scoperto un secondo recettore chiamato PD-1 che svolge, a sua volta, un’azione di regolazione inibendo la risposta immunitaria, ma con un diverso meccanismo di azione. Anche questa scoperta si è dimostrata efficace nello sviluppo di trattamenti mirati. Due farmaci basati sull’inibizione del PD-1, nivolumab e pembrolizumab, sono stati approvati per il trattamento del melanoma e del cancro ai polmoni.
Gli inibitori del checkpoint si sono rivelati trattamenti straordinariamente efficaci per molti diversi tipi di tumori maligni, in particolare per i melanomi. Alcuni studi recenti sembrano anche dimostrare la loro efficacia nei casi di cancro al polmone, il cancro del rene e alcuni tipi di linfoma. Le combinazioni dei due tipi di farmaco sembrerebbero aumentare l’efficacia del trattamento terapeutico.
Fonte: Inside Science