Secondo uno studio della NASA, la Terra sperimenta continui cambiamenti significativi nella distribuzione di acqua dolce in tutto il mondo a causa di cambiamenti climatici, gestione delle risorse idriche più o meno ottimale, cicli naturali ed altri fattori.
“Ciò a cui stiamo assistendo è un grande cambiamento idrologico“, ha affermato Jay Famiglietti del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, in California. “Dal nostro modello si evince che abbiamo zone già umide che lo stanno diventando ancora di più, ad esempio le alte latitudini ed i tropici, e molte aree sempre più asciutte mentre aumentano i punti particolarmente caldi in quelle zone già desertiche dove vanno esaurendosi le falde acquifere.”
I ricercatori hanno monitorato il trend globale dell’acqua dolce in tre dozzine di regioni in tutto il mondo utilizzando 14 anni di dati e le immagini registrati dalla missione Gravity Recovery and Climate Experiment (GRACE), svolta utilizzando due satelliti in orbita attorno alla Terra. Hanno analizzato le informazioni ricavate confrontandole con le mappe di irrigazione, i dati sulle precipitazioni del Global Precipitation Climatology Project, le immagini Landsat del NASA / US Geological Survey ed i rapporti pubblicati di attività umana relativi ad attività agricola, mineraria e idrica.
Si tratta del primo studio in assoluto nel suo genere ed i risultati sono stati pubblicati questo mese su Nature.
“Questa è la prima volta che utilizziamo osservazioni da più satelliti per valutare approfonditamente come sta cambiando la disponibilità di acqua dolce su tutta la Terra“, ha dichiarato Matt Rodell del Goddard Space Flight Center della NASA, inel comunicato stampa.
“Un obiettivo chiave era quello di distinguere i cambiamenti delle riserve di acqua dolce della Terra causati dalla variabilità naturale, ad esempio periodi umidi e periodi secchi associati a El Niño e La Niña, dalle tendenze legate al cambiamento climatico in corso o agli impatti umani, come il pompaggio delle acque sotterranee al di fuori una falda acquifera effettuato più velocemente di quanto viene reintegrata naturalmente“.
In alcune regioni, quali, ad esempio, quelle in cui si stanno verificando lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte glaciali alpine, il cambiamento climatico è una causa evidente della perdita d’acqua dolce, secondo Famiglietti.
Anche le pratiche agricole hanno un grande impatto. Il pompaggio delle acque sotterranee per l’agricoltura ha contribuito in maniera significativa alla diminuzione delle acque dolci in tutto il mondo nel periodo studiato, il che potrebbe spiegare il calo rilevato delle acque dolci disponibili, ad esempio, in Arabia Saudita.
Insomma, i cambiamenti climatici hanno una grande responsabilità nel calo della disponibilità di acqua dolce nel mondo ma, oltre a questi, bisogna anche guardare all’uso smodato di acqua fatto soprattutto dall’agricoltura intensiva e dalle attività di estrazione minerarie. In un quadro mondiale in cui il numero della popolazione umana è in continuo aumento, diventerà fondamentale razionalizzare l’uso delle risorse idriche arrivando anche a modernizzare le tecniche di estrazione mineraria e ad utilizzare sempre più piante che necessitino di minore acqua per la loro coltivazione.
Diversamente, andremo incontro ad un periodo in cui l’acqua diventerà più preziosa del petrolio (senza acqua non si vive) ed il possesso di abbondanti falde acquifere potrebbe diventare causa di gravi contrasti e guerre.