La base nazista in antartide, Neu Berlin o base 211

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Tra le tante ipotesi di complotto che si susseguono e talvolta intersacano sul web ce n’è una relativa ad un presunto rifugio di gerarchi nazisti situato sotto i ghiacci dell’Antartide: la Base 211Neu Berlin.

Sulla base di presunte dichiarazioni rese dopo la guerra da altrettanto presunti, o forse sarebbe meglio scrivere fantomatici, ex membri del governo nazista, qualcuno ha ipotizzato che il regime, fin dall’inizio della guerra, si fosse impegnato nel realizzate luoghi di rifugio sotterranei sicuri per le loro forze militari. La notizia troverebbe conferma nel fatto che, dal 1940, sarebbero stati molti i sommergibili tedeschi inviati nella zona antartica.

Secondo teorie cospirative indimostrate e assolutamente prive di riscontri, l’Operazione Highjump, una missione esplorativa antartica voluta dal contrammiraglio Richard E. Byrd della US Navy e comandata da Richard Cruzen, che le forze armate statunitensi organizzarono negli anni successivi alla guerra, avrebbe avuto lo scopo occulto di individuare le ipotetiche ultime basi naziste in Antartide.

Altre teorie pseudostoriche correlano questa base agli UFO, alla morte di Hitler e alla costruzione del Quarto Reich. Ad alimentare ulteriormente la leggenda, si è aggiunto un altro fatto: pare che dopo la resa del Reich, l’ammiraglio Karl Dönitz avesse ordinato, via radio, a tutti gli U-Boot ancora in circolazione di cessare la propria attività e quindi di arrendersi. Il 10 luglio 1945 (circa 2 mesi dopo l’ordine di resa dato da Dönitz) un U-Boot Tipo IX, numero 530, approdò in Argentina.

La cosa che più lasciò perplessi era che il sottomarino a bordo fosse privo di documenti di navigazione e addirittura di armamento, con poco carburante ed equipaggio ridotto al minimo. Il 530 era comandato da Otto Wermuth, che con esso era salpato il 3 marzo 1945 da Horten in Norvegia. Il sottomarino navigò ben 130 giorni, di cui la metà trascorsi in mare senza la minima possibilità di rifornimento. Al suo arrivo in Argentina, l’equipaggio fu arrestato e tradotto in un campo di prigionia e, quindi, interrogato dai servizi segreti su cosa fosse accaduto durante gli ultimi mesi di navigazione, ottenendo risultati dubbi e contrastanti.

L’apparente occultamento delle prove (eliminazione di documenti ed armamento) a bordo del 530 diede vita a diverse ipotesi che avrebbero voluto fornire una risposta alla domanda: tra queste quella secondo la quale il 530, negli ultimi 2 mesi, avesse fatto rotta verso Antartide, più precisamente verso la segretissima Base 211, con lo scopo di trasportarvi scienziati, armamento e progetti segretissimi, e come ultimo obiettivo quello di fare ritorno in Argentina e di arrendersi.

Il destino finale dell’U-Boot 530 fu quello di essere usato (e infine affondato) come bersaglio dalla marina statunitense il 27 novembre 1947.

Nel 2011 questa leggenda ebbe nuova fama grazie ad una foto satellitare scattata da Google Maps, in cui appariva il presunto hangar di ingresso della Base 211. Nonostante si trattasse solo del soffitto crollato di un lago o di una grotta sotterranea, la notizia si diffuse molto via internet e oggi è ancora visibile alle coordinate 66°36’12.34”S 99°43’11.21”E.

Resta da dire che nel 2016 un gruppo di studio del Russian Arctic National Park avrebbe condotto le ricerche nell’artico, sull’isola di Alexandra Land, trovando oltre 500 reperti militari risalenti proprio alla seconda guerra mondiale come latte di petrolio, uniformi militari, documenti, munizioni, strumenti meteorologici.

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In realtà, la base militare nazista nell’Artico era già stata menzionata anni fa attraverso un libro tedesco, il Wettertrupp Haudegen nel 1954, ma nessuno mai lo aveva considerato come testo attinente alla realtà, tanto da essere ritenuto solamente un mito di guerra. Il libro raccontava che la base militare tedesca nell’Artico doveva servire come punto di aiuto per tutti i sottomarini che viaggiavano verso il Mare del Nord. La stazione di servizio avrebbe svolto la sua attività solo per un anno dal 1943 al 1944, visto che, i militari dovettero abbandonare la base per aver contratto una bruttissima infezione intestinale, la trichinellosi, dopo aver mangiato carne di orso contaminata da parassiti.

Forse, l’idea di una base nascosta sotto il ghiaccio dell’antartide passò davvero nelle menti dei gerarchi nazisti e le voci sulla presenza, e poi l’effettivo ritrovamento, della base artica di Alexandra Land potrebbe aver dato fiato alle ipotesi dei complottisti e di qualche nostalgico.

Ad oggi, a parte qualche bufala come quella su Google maps, non è emersa alcuna evidenza della reale esistenza di tale base.

La base 211 è una delle ambientazioni nelle quali si svolgono i fatti della trilogia ucronica di “Occidente” dello scrittore e giornalista Mario Farneti, in cui L’Italia fascista non aveva partecipato alla seconda guerra mondiale, ritrovandosi, anzi, poi alleata con gli USA contro l’URSS in una vittoriosa guerra successiva ed il regime era potuto arrivare fino ai giorni nostri, quando i nazisti di “Nuova Berlino” con il loro 4° reich riemergono dall’antartide con il solito progetto di dominare il mondo.

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