La kyawthuite risulta essere il minerale più raro presente sulla Terra. Esiste solo un esemplare conosciuto di kyawthuite e appartiene al Myanmar.
La maggior parte degli occhi umani ha visto la bellezza mistica del quarzo, forse senza sapere che è il minerale più comune sulla Terra. I minerali sono sparsi ovunque sul nostro pianeta, dalle macchie scintillanti nella ghiaia o nella sabbia alle vere gemme nascoste.
Secondo la società geologica degli Stati Uniti, i minerali sono elementi o composti presenti in natura che sono inorganici, nel senso che non contengono carbonio. Ogni tipo di minerale mostra ordine nella sua struttura interna e ha una composizione chimica unica. La forma che assumono i cristalli di un minerale, così come le sue altre proprietà fisiche, possono variare.
Kyawthuite: l’unico esemplare si trova a Mogok
Il minerale più raro sulla Terra è il kyawthuite. Si sa che esiste solo un cristallo, trovato nella regione di Mogok in Myanmar. Il database dei minerali di Caltech lo descrive come una piccola gemma arancione intenso (1,61 carati) che l’ International Mineralogical Association riconosciuto ufficialmente nel 2015. La Kyawthuite è così rara e unica nel suo genere che gli scienziati conoscono ancora poco sul suo conto.
Painite: il secondo minerale più raro
Come informa Everyeye, il secondo materiale più raro sulla Terra è invece la painite. Venne scoperta in Birmania nel lontano 1950. Questa nuova specie minerale si presenta come una serie di cristalli esagonali di un rosso intenso. Proprio come la kyawthuite, la painite è molto rara e c’è ancora parecchio da scoprire sul suo conto.
La kyawthuite non risulta avere un prezzo, a differenza della painite. Tale cristallo è formato da boro e zirconio. Un legame molto particolare, in quanto finora non è mai stato trovato un altro minerale con insieme questi due elementi. La painite è preziosissima ed è adatta per la creazione di gioielli di lusso. Data la difficoltà nel reperirlo, tale minerale è valutato fino a 60mila dollari a carato (0,20 grammi).
La storia della painite
A parlarci un po’ della scoperta della painite è stato recentemente Live Science. Nel 1952, il collezionista e commerciante di gemme inglese Arthur Pain acquistò due cristalli cremisi in Myanmar, secondo George Rossman, professore di mineralogia al CalTech, che ha svolto ricerche sulla painite dagli anni ’80 e mantiene un ampio database(si apre in una nuova scheda)di tutti i campioni che ha analizzato al microscopio.
Pain pensava che i cristalli fossero rubini, per i quali la regione è famosa, ma a sua insaputa erano in realtà qualcosa di molto più raro. La painite (che ha assunto il cognome di Arthur) a volte viene portato alla luce insieme a rubini e altre pietre preziose. Questo spiega perché Pain pensava che i cristalli fossero rubini quando, secondo Rossman, li donò al British Museum nel 1954 per ulteriori studi. Un altro campione di painite proveniente dal Myanmar è emerso nel 1979 e fino al 2001 quei tre cristalli erano gli unici esemplari conosciuti di painite al mondo.
Il primo esemplare scoperto
Il primissimo cristallo di painite scoperto, noto come painite n. 1, è stato successivamente analizzato da Rossman. Il suo ultimo studio sulla painite è stato pubblicato su Mineralogical Magazine nel 2018. Intervistato a WordsSideKick.com, Rossman ha spiegato: “Ho condotto studi del primo campione. I miei risultati sono diventati gli standard in base ai quali sono state confermate ulteriori scoperte di painite”.
È stato attraverso questa ricerca che Rossman ha determinato quali elementi compongono la painite. Con la spettroscopia a infrarossi, la radiazione infrarossa viene utilizzata per identificare gli elementi in base a come assorbono, riflettono ed emettono quella luce. Con la spettroscopia Raman, un laser viene utilizzato per diffondere la luce visibile, infrarossa o ultravioletta, che fa sì che le molecole emettano vibrazioni uniche che le rendono identificabili.