Un’antica pietra aliena incrostata di diamanti portata alla luce in Egitto contiene composti mai visti prima nel nostro intero sistema solare.
I ricercatori affermano che la pietra di Ipazia, caduta sulla Terra, potrebbe cambiare la nostra intera visione su come si siano formati i pianeti e la vita umana.
Ipazia ha una composizione unica
Gli scienziati che hanno esaminano il ciottolo intergalattico hanno affermato che potrebbe persino precedere il Sole.
La pietra contiene composti microminerali mai trovati nei pianeti circostanti o in qualsiasi meteorite o cometa.
I ricercatori dell’Università di Johannesburg hanno fatto la scoperta nel 2016 e hanno utilizzato tecniche di scansione avanzate per analizzare la struttura di Ipazia.
Rimangono solo frammenti di quella che dicono sarebbe stata una roccia lunga diversi metri quando è entrata nell’atmosfera terrestre.
Scoperta nel 1996, la composizione chimica unica della roccia suggerisce una di queste due ipotesi:
- Faceva parte di una cometa che esisteva prima della creazione dei pianeti, per poi essere trascinata nell’orbita terrestre eoni dopo.
- In alternativa, la pietra si è formata dalla stessa polvere spaziale che ha formato il nostro sistema solare.
Il dottor Marco Andreoli, ricercatore presso la scuola di geoscienze dell’Università del Witwatersrand, e membro del gruppo di ricerca di Ipazia, ha dichiarato: “quando Ipazia è stata scoperta per la prima volta abbiamo avuto subito la sensazione che si trattasse di un corpo extraterrestre, ma questi ultimi risultati stanno aprendo domande ancora più grandi sulle sue origini”.
“Nei grani all’interno di Ipazia i rapporti tra gli elementi sono completamente diversi da quelli calcolati per il pianeta Terra o misurati in tipi noti di meteoriti. In quanto tali, queste inclusioni sono uniche all’interno del nostro sistema solare”.
La pietra prende il nome da Ipazia di Alessandria, un’importante matematica e astronoma del IV secolo d.C., che fu uccisa per le sue idee futuristiche.
I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Geochimica et Cosmochimica Acta.