Gli scienziati hanno visto prove effettive di vulcanismo attivo su Venere. Proprio per questo sono scattate le indagini da parte della missione VERITAS della NASA, al fine di approfondire la situazione.
Gli scienziati hanno avuto la conferma dell’attività vulcanica sul pianeta dopo aver esaminato attentamente le immagini radar d’archivio di Venere scattate più di 30 anni fa, negli anni ’90, dalla missione Magellan della NASA. Le immagini hanno rivelato una bocca vulcanica che cambia forma e aumenta significativamente di dimensioni in meno di un anno.
Venere: la nuova missione della NASA
Gli scienziati studiano i vulcani attivi per capire come l’interno di un pianeta può modellare la sua crosta, guidarne l’evoluzione e influenzarne l’abitabilità. Una delle nuove missioni della NASA su Venere farà proprio questo. Guidato dal Jet Propulsion Laboratory dell’agenzia nel sud della California, VERITAS (abbreviazione di Venus Emissivity, Radio science, InSAR, Topography, And Spectroscopy) verrà lanciato entro un decennio.
L’orbiter studierà Venere dalla superficie al nucleo per capire come un pianeta roccioso delle stesse dimensioni della Terra abbia preso un percorso molto diverso, sviluppandosi in un mondo coperto da pianure vulcaniche e terreno deformato nascosto sotto un’atmosfera densa, calda e tossica.
Herrick: “La selezione della missione Veritas mi ha ispirato“
Robert Herrick è professore di ricerca presso l’Università dell’Alaska Fairbanks e membro del team scientifico VERITAS. Herrick ha spiegato: “La selezione della missione VERITAS da parte della NASA mi ha ispirato a cercare la recente attività vulcanica nei dati di Magellano”.
Herrick ha guidato la ricerca dei dati d’archivio. Ha inoltre aggiunto: “Non mi aspettavo davvero di avere successo, ma dopo circa 200 ore di confronto manuale delle immagini di diverse orbite di Magellano, ho visto due immagini della stessa regione prese a distanza di otto mesi che mostravano cambiamenti geologici rivelatori causati da un’eruzione”.
La ricerca e le sue conclusioni sono descritte in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science. Herrick ha anche presentato i risultati alla 54a Lunar and Planetary Science Conference a Woodlands, in Texas, il 15 marzo.
La ricerca di Herrick
I cambiamenti geologici trovati da Herrick si sono verificati nell’Atla Regio, una vasta regione montuosa vicino all’equatore di Venere che ospita due dei più grandi vulcani del pianeta, Ozza Mons e Maat Mons.
La regione è stata a lungo considerata vulcanicamente attiva, ma non c’erano prove dirette di attività recenti. Mentre esaminava le immagini radar di Magellan, Herrick identificò una bocca vulcanica associata a Maat Mons che cambiò significativamente tra febbraio e ottobre 1991.
Le mutazioni
Nell’immagine di febbraio, la bocca è apparsa quasi circolare, coprendo un’area di meno di 2,2 chilometri quadrati. Aveva pareti interne ripide e mostrava segni di lava drenata lungo i suoi pendii esterni, fattori che suggerivano attività. Nelle immagini radar catturate otto mesi dopo, la stessa bocca era raddoppiata e si era deformata. Sembrava anche essere riempito fino all’orlo da un lago di lava. Ma poiché le due osservazioni provenivano da angoli di visione opposti, avevano prospettive diverse, il che le rendeva difficili da confrontare. La bassa risoluzione dei dati vecchi di tre decenni ha solo reso il lavoro più complicato.
Herrick ha collaborato con Scott Hensley del JPL, lo scienziato del progetto per VERITAS e uno specialista nell’analisi dei dati radar come quelli di Magellan. I due ricercatori hanno creato modelli computerizzati della bocca in varie configurazioni per testare diversi scenari di eventi geologici, come le frane. Da quei modelli, hanno concluso che solo un’eruzione avrebbe potuto causare il cambiamento.
Reference: “Surface changes observed on a Venusian volcano during the Magellan mission” by Robert R. Herrick and Scott Hensley, 15 March 2023, Science.
DOI: 10.1126/science.abm7735