Prima di iniziare a parlare dell’argomento principe di questo articolo, precisiamo come la NASA non ha scelto, almeno non ancora, il luogo definitivo del possibile approdo dell’equipaggio di Artemis 3 sulla Luna, previsto per il 2025.
Tuttavia, l’agenzia spaziale ha mostrato una nuova immagine del paesaggio lunare catturato dall’orbiter e candidato come possibile punto d’approdo. La foto è possibile vederla come immagine in evidenza della news. Si tratta della regione del massiccio del Malapert vicino al polo sud lunare della Luna; esso è uno dei diversi luoghi in cui gli astronauti della NASA potrebbero atterrare tra qualche anno.
L’ immagine proveniente dal Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) dell’agenzia spaziale rivela che è un luogo desolato, triste, ma allo stesso tempo bellissimo da visitare.
Artemis 3: il possibile punto di approdo dell’equipaggio
Il Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA ha catturato questa vista del massiccio del Malapert il 3 marzo, quando l’intrepida sonda si trovava a circa 106 miglia (170 chilometri) dal cratere Shackleton, come affermato da Mark Robinson, ricercatore principale del progetto Lunar Reconnaissance Orbiter Camera (LROC) presso l’Arizona State University. L’orbiter è dotato di un sistema di tre telecamere che acquisisce immagini in scala di grigi ad alta risoluzione della Luna dal 2009.
Questo massiccio (una vasta area montuosa caratterizzata da terreno accidentato, pendii ripidi e altitudini elevate) si è formato circa quattro miliardi di anni fa ed è associato al Bacino del Polo Sud-Aitken, il “bacino di impatto più grande e più antico sulla Luna”, secondo il Centro per la scienza e l’esplorazione lunare.
La NASA ha selezionato questo punto, e una dozzina di altri, per la sua posizione vicino al polo sud e la sua abbondanza di diverse caratteristiche geologiche. La NASA ha fatto sapere in una dichiarazione dell’agosto 2022: “Insieme, le regioni forniscono opzioni di atterraggio per tutte le potenziali opportunità di lancio Artemis 3”.
Il ruolo di LRO
LRO ha svolto un ruolo chiave nella selezione di questi siti di atterraggio candidati. Artemis 3 dovrebbe essere lanciato non prima del 2025, durante il quale due astronauti torneranno sulla superficie lunare per la prima volta dalla missione Apollo 17 del 1972. Nel suo articolo, Robinson afferma che non tutto il sito di atterraggio proposto per Artemis 3 è visibile.
Robinson chiede ai lettori di immaginare la vista dalla vetta, che “si erge a più di 5.000 metri (16.400 piedi) sopra la sua base”. Guardando in lontananza “si vedeva una scogliera alta 3.500 metri”. Ha inoltre spiegato che “l’assoluta grandezza di questa regione ne fa un ottimo candidato”, ma allo stesso tempo si chiede se “un atterraggio qui potrebbe essere troppo eccitante”.
Ritorno sulla Luna
La NASA sta per tornare sulla Luna, ma prima l’agenzia spaziale deve decidere dove “parcheggiare”. Venerdì, l’agenzia spaziale ha rivelato 13 regioni candidate all’atterraggio vicino al polo sud della Luna per l’ imminente missione Artemis 3, che mira a far atterrare un uomo e una donna sulla superficie lunare. Ogni regione è di circa 15 per 15 chilometri e ciascuna contiene più siti di atterraggio con un raggio di circa 100 metri.
Jacob Bleacher è capo scienziato dell’esplorazione della NASA. Nel corso di una conferenza stampa di venerdì scorso ha dichiarato: “Una regione potrebbe essere considerata come una serie di parcheggi, mentre un sito è un singolo parcheggio per un lander”.
La NASA ha raccolto dati su quelle regioni utilizzando il suo Lunar Reconnaissance Orbiter che è stato lanciato nel 2009 ed è ancora in orbita attorno alla Luna. LRO ha mappato le regioni polari della Luna e l’orbiter è stato essenziale per aiutare la NASA a capire dove può atterrare durante le future missioni sul nostro satellite.
Artemis 3 ha gli occhi puntati sul polo sud della Luna, un’area che è stata di grande interesse poiché potrebbe contenere ghiaccio d’acqua nelle sue regioni d’ombra. L’acqua sulla Luna è considerata un enorme vantaggio per la futura esplorazione spaziale, poiché fornisce agli astronauti una preziosa risorsa locale che sosterrebbe una presenza sostenuta sulla sua superficie.