Il pericolo rappresentato dai gatti domestici per la fauna selvatica

I gatti domestici sono si dei felini innamorati delle scatole di cartone, che fanno le fusa se vengono coccolati e amano il caldo delle loro case, ma sono anche degli animali sempre pronti a cacciare ogni piccolo animale che si trovi nel loro territorio

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Il gatto è uno degli animali più presenti nelle famiglie di tutto il mondo, animali indipendenti e affettuosi che hanno saputo conquistare le persone pur mantenendo il loro istinto felino. Una nuova ricerca ha preso in esame i proprietari dei gatti, scoprendo così che ne esistono 5 tipologie differenti, che si diversificano a seconda della loro predisposizione nei confronti degli istinti da cacciatore del loro gatto.

Lo studio effettuato vuole soprattutto far risaltare il preoccupante impatto che il felino domestico ha sulla fauna che si trova intorno alle loro abitazioni, e cercare di stimolare nei proprietari un attenzione maggiore su come gestire questo tipo di problema.

I gatti domestici sono si dei felini innamorati delle scatole di cartone, che fanno le fusa se vengono coccolati e amano il caldo delle loro case, ma sono anche predatori sempre pronti a cacciare ogni piccolo animale che si trovi nel loro territorio.

La ricerca ha reso noto che solo negli Stati Uniti ogni anno i gatti riescono a uccidere 20 miliardi di piccoli animali, una problematica che ha portato molte famiglie americane che posseggono i gatti a farli stare chiusi nelle loro case, non permettendogli di uscire senza essere supervisionati.

La nuova ricerca, che è stata pubblicata sulla rivista Frontiers in Ecology and the Environment, spiega l’esistenza di una sorta di spettro sul quale si posizionano cinque categorie di proprietari.

Nella prima troviamo i cosiddetti “custodi coscienziosi”, ossia quella categoria di persone che si preoccupano molto dell’impatto che i loro gatti possono avere sulla fauna locale, e che quindi hanno deciso di prendere provvedimenti per impedire ai loro felini di cacciare.



La seconda categoria, che si trova nello spettro nella parte opposta alla prima, sono i “difensori della libertà”, proprietari convinti che il loro gatto debba essere libero di girare e quindi cacciare, perché in fin dei conti questo è il loro istinto naturale, quindi sarebbe sbagliato impedirglielo. In questa categoria rientrano anche i proprietari che utilizzano il loro felino domestico per disinfestare la propria casa da animali indesiderati.

Nella terza categoria si posizionano i proprietari di gatti definiti i “protettori preoccupati”, ossia quelli che si interessano molto più alla salute dei loro piccoli felini piuttosto che alla fauna locale. Questa categoria di proprietari di gatti preferisce tenere in casa il loro gatto, salvaguardando così in maniera del tutto involontaria anche la salute della fauna selvatica, che inevitabilmente, se i gatti fossero stati liberi, sarebbero divenute le loro prede.

Nella quarta categoria invece troviamo dei proprietari di gatti un po’ più ambivalenti, ossia i “guardiani tolleranti”, delle persone che non apprezzano molto l’istinto predatorio del loro gatto, ma che di tanto in tanto riescono a scendere a compromessi per rispettarli.

Per ultimo troviamo la categoria dei “proprietari che lasciano fare”, ossia quelli che non si preoccupano minimamente se il loro gatto caccia, da un lato perché non se ne accorgono, dall’altro perché ne sono del tutto disinteressati.

Per chiunque possegga un gatto, secondo i ricercatori, si dovrebbe ritrovare in una di queste 5 categorie. Ma se non si riesce a capire bene a quale categoria si appartiene, e lo si vuole scoprire i ricercatori hanno realizzato un quiz da fare online. Quindi per chiunque fosse interessato ci si può collegare al sito https://wildlifescience.org/catquiz/ e rispondere alle domande che vengono poste.

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