venerdì, Novembre 22, 2024
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Il fritto: tutte le regole per un risultato perfetto

Non è facile, ma se segui i passaggi descritti in questo articolo, che non devono essere improvvisati o troppo frettolosi, anche tu otterrai un fritto da vero chef

Quando si friggono degli alimenti, il risultato deve essere perfetto: ovvero, con una bella crosticina asciutta e croccante fuori, morbido dentro. Non è facile, ma se segui i passaggi descritti in questo articolo, che non devono essere improvvisati o troppo frettolosi, anche tu otterrai un fritto da vero chef.

Naturalmente non è necessario avere una naturale predisposizione, ma solo conoscenza delle regole più importanti e tantissima pratica. Ecco come procedere per evitare gli errori più comuni.

Le regole del fritto: come ottenere un ottimo risultato

La padella che utilizzi deve essere sempre larga e dai bordi alti, anche se la quantità di cibo da friggere non è tanta. Olio di semi di arachide, oppure extravergine d’oliva: questi sono i grassi più adatti per ottenere un ottimo risultato, goloso e invitante. Ricorda inoltre che dopo la cottura va eliminato, mai riciclarlo per cuocere altri alimenti.

Che si tratti di patate, pesce, carne, ortaggi, dolci o altri alimenti, quando si immergono nell’olio (abbondante, tanto da ricoprirli completamente) deve essere molto bollente. Occhio dunque agli schizzi!

Per evitare che si ammassino tra loro durante la cottura, vanno immersi nell’olio sempre in piccole quantità: in questo modo eviterai di abbassare la temperatura di colpo, che darebbe un risultato untuoso, troppo molliccio,  sgradevole da mangiare e a vedersi. Ogni pezzo da friggere deve essere, se al naturale, perfettamente asciutto.

Negli altri casi sempre ben infarinato, impanato o immerso prima nella pastella. Alla fine vanno scolati avendo cura di non lasciare residui di cibo nell’olio: nel passaggio successivo infatti brucerebbero, lasciando un sapore amarognolo agli altri pezzi in attesa. Eliminali sempre prima di proseguire, eventualmente con un colino a trame fitte.

Il risultato finale: un fritto dorato e croccante

Qualsiasi tipo di frittura, dopo averla scolata, va posta mano a mano su carta da cucina in modo che assorba l’olio in eccesso. Il sale va aggiunto al termine, quando è ancora caldo e fumante.

Segui questi importanti passaggi, se vuoi un gustare un fritto croccante all’esterno, dal cuore morbido. La doratura deve essere uniforme, priva di parti ancora crude o, peggio, bruciacchiate; e ricorda che non deve mai avere una consistenza molle e appiccisosa, o lasciare in bocca una sgradevole sensazione di unto.

Storia della frittura

I cibi fritti sono una voce tipica del menu, sia nei ristoranti che nei fast food. Chi non ama gustare un hamburger accompagnato da croccanti patatine fritte? Dal classico fritto di pesce ai bastoncini di mozzarella, dagli ortaggi in pastella ad alcuni dolci tipici, gli alimenti cucinati in questo modo sono considerati tra i più gustosi: in pratica, irresistibili!

Ma quando è nato questo particolare metodo di cottura, chi ha pensato di cucinare tuffando il cibo nell’olio bollente? Chi ha inventato la prima friggitrice, quando è diventata uno dei punti fermi nel settore della ristorazione? Per saperne di più sulla storia dei cibi fritti, continua a leggere.

La storia dei cibi fritti

Si dice che il processo di frittura degli alimenti sia avvenuto nel V millennio a.C, dagli egiziani. Certamente non avevano idea di come questo metodo di cottura avrebbe cambiato l’industria culinaria.

Uno dei primi cibi fritti sono state le torte (pensa alle ciambelle, gli strufoli o i deliziosi krapfen). Altre culture iniziarono a seguirne l’esempio, che lo trovarono un modo semplice e veloce per preparare un pasto, ma anche per conservarlo.

Nel Medioevo divennero popolari in tutta Europa dei fagottini, fatti con una pastella ripiena di frutta o carne. Durante il XVI secolo, in Giappone divenne famosa la tempura. Nel 1830, le patatine fritte diventarono il cibo preferito in Francia e Belgio.

Oggi le persone sono ancora più creative in cucina, ma soprattutto nei ristoranti si frigge praticamente di tutto! Come tutti sappiamo, questo metodo di cottura non è tra i più  salutari; tuttavia, almeno di tanto in tanto, concediamocela senza troppi sensi di colpa.

La storia delle friggitrici

Le padelle hanno lontanissime origini, si dice che siano state inventate nell’antica Mesopotamia. Secondo la storia, fu verso la fine del 1800 che le le pentole in ghisa divennero ampiamente disponibili, tanto che ognuno nella sua casa fu in grado di preparare ogni genere di cibo fritto.

Nel 1918 fu inventato il Pitco Frialator, l’antenata delle friggitrici. Questo pezzo di attrezzatura è diventato nel giro di breve tempo un punto fermo nelle cucine dei ristoranti, perché ha esteso la vita dell’olio da cucina riducendo i costi, migliorato nel contempo la qualità delle pietanze.

Negli anni le cose sono molto cambiate: le cucine si sono trasformate in parte della zona giorno di casa, quindi la frittura è diventata meno popolare. L’odore lasciato da alcuni alimenti, infatti, gli schizzi, l’unto sui fornelli e altri “fastidi” di questo genere, spingono le persone a consumarla spesso nei ristoranti e nei fast food. Di tanto in tanto, però, farla in casa è tutta un’altra cosa!

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