Lo zibetto comune delle palme (Paradoxurus hermaphroditus Pallas), o musang, appartiene alla famiglia dei Viverridi diffuso nell’Asia sud-orientale.
Si tratta di un animaletto di circa 3 kg di peso, lungo tra i 42 e i 58 centimetri, ed ha una caratteristica del tutto straordinaria “produce” il caffè più costoso (e dicono gli intenditori, più buono) del mondo.
La faccenda venne fuori quando gli olandesi deforestarono l’Indonesia e soprattutto Giava e Sumatra per coltivare la più redditizia pianta del caffè. Lo zibetto espropriato del proprio cibo abituale, la linfa di alcune piante autoctone, si adattò ed iniziò a nutrirsi delle bacche di caffè.
La particolarità è che lo zibetto non digerisce i semi della bacca che espelle con le feci.
Ai lavoratori locali impiegati nelle piantagioni di caffè era vietato il consumo del prodotto. Questi iniziarono quindi a recuperare, lavorare e consumare le bacche di caffè ingerite e defecate dagli zibetti.
Raccogliendo le feci, lavando accuratamente i semi e tostandoli leggermente si ottiene il caffè più raro, pregiato e caro del mondo: il kopi luwak (kopi in indonesiano vuol dire caffè e luwak è il nome dello zibetto).
Non poco per essere un prodotto ricavato dalle feci di uno zibetto!
A rendere questo caffè così speciale contribuiscono, probabilmente, i succhi gastrici dell’animale che dissolvono la cuticula che ricopre il seme, principale responsabile del retrogusto amaro della bevanda ma, soprattutto, la preferenza degli zibetti per i frutti più maturi e quindi con chicchi più dolci, operando in tal modo una sorta di selezione di “qualità”.
Contemporaneamente alla diffusione del Kopi Luwak stanno aumentando le preoccupazioni in merito alle condizioni degli animali catturati ed impiegati per la produzione del caffè. Inizialmente, i semi di caffè erano raccolti dagli escrementi degli animali selvatici ma l’insolito processo produttivo e la rarità ne hanno determinato ben presto un aumento di prezzo. Quindi, nel sud-est asiatico sono sorti allevamenti intensivi di zibetti tenuti in gabbia in batteria e alimentati forzatamente in condizioni tali da avere un tasso di mortalità altissimo.
Fortunatamente da qualche anno è partita una campagna internazionale capitanata, fra gli altri, da Tony Wild, il commerciante di caffè che ha fatto scoprire all’occidente il Kopi Luwak, per fermare questo processo produttivo e tornare a quello naturale, più rispettoso dell’ecosistema e del povero zibetto delle palme.