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I tardigradi, piccoli e resistenti

Questi organismi microscopici sono ben a ragione inseriti tra quegli organismi in grado di adattarsi e sopravvivere nelle condizioni più estreme, sono perciò compresi tra gli organismi cosiddetti estremofili

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Un rapporto pubblicato qualche tempo fa ha riportato la scoperta dei resti di alcuni piccoli organismi, risalenti ad alcune decine di migliaia di anni fa, nelle acque di un lago subglaciale, posto a circa 1000 metri di profondità sotto la spessa crosta di ghiaccio che ricopre l’Antartide. Tra questi, a quanto pare, molti sono stati i resti degli organismi microscopici noti come tardigradi.

I tardigradi sono piccolissimi animaletti di dimensioni comprese tra 0,1 e 1,5 mm, sono spesso chiamati anche orsi d’acqua o maialini del muschio. Questi organismi microscopici sono ben a ragione inseriti tra quegli organismi in grado di adattarsi e sopravvivere nelle condizioni più estreme, sono perciò compresi tra gli organismi cosiddetti estremofili.

Proviamo a conoscerli meglio.

Aridità

I tardigradi, sono presenti in molti habitat e possono sopravvivere circostanze molto difficili. Una ricerca pubblicata nella rivista Molecular Cell spiega come in condizioni di particolare aridità questi animaletti si ricoprono di proteine ​​simili al vetro (vetrificazione), praticamente auto liofilizzandosi. Questa condizione li pone in una specie di animazione sospesa, o letargo, che può durare anche decenni nell’attesa che si ripristino condizioni ambientali più favorevoli. Al ripristinarsi di una situazione di maggiore umidità ambientale i tardigradi si reidratano e riprendono la loro vita come se nulla fosse stato.

Calore

Lo stato di animazione sospesa in cui si mettono i tardigradi letteralmente essiccandosi è noto come criptobiosi ed è uno stato che gli attribuisce una notevole resistenza. Nel suo libro The Hidden Powers of Animals, il dott. Karl Shuker afferma che i tardigradi presentano un ampio range di adattamento, infatti, nel corso di vari esperimenti i tardigradi criptobiotici sono stati congelati in elio liquido a -272 ° C (un grado sopra lo zero assoluto) e riscaldati a oltre 149° C. In entrambi i casi, al ripristinarsi di condizioni ambientali favorevoli i tardigradi si sono reidratati e hanno ripreso il loro normale ciclo vitale.

Spazio

Un esperimento condotto nel 2007 ha dimostrato che i tardigradi sono in grado di sopravvivere anche all’esposizione al vuoto dello spazio. In seguito a questo esperimento, i piccoli animaletti si guadagnarono un viaggio nello spazio a bordo dello Space Shuttle Endeavour, nell’ambito del progetto TARDIKISS (Tardigrades in Space), durante il quale sono stati esposti a temperature sotto zero, venti solari ed esposizione al vuoto per giorni, in condizioni in cui gli esseri umani resisterebbero meno di un minuto: i tardigradi sono sopravvissuti.

Apocalisse globale

Uno studio congiunto di scienziati spaziali delle università di Oxford e Harvard nel 2017 ha scoperto che i tardigradi sarebbero in grado di sopravvivere ad eventi astronomici quali grandi impatti di asteroidi, esplosioni di raggi gamma, esplosioni di supernova, eventi che potrebbero facilmente portare all’estinzione della vita umana. La conclusione dello studio affermava che l’esistenza dei tardigradi permette di pensare che la sterilizzazione totale del pianeta sia un evento improbabile perchè questi animaletti sarebbero in grado di sopravvivere anche in caso di eventi particolarmente drammatici per le altre specie che lo abitano.

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