In origine vi erano la Luna, la Terra e un protopianeta antico (e oramai scomparso) chiamato Theia. Se non fosse stato per questo corpo celeste, molto probabilmente la vita sul nostro pianeta come la conosciamo oggi non sarebbe mai esistita. Quasi sicuramente non esisterebbe la Luna, che secondo una teoria accreditata da molti, si formò dai detriti sganciati dall’impatto gigante tra Theia e una giovane Terra da poco formatasi nel Sistema Solare. I segni di quel violento impatto si nasconderebbero sotto i nostri piedi, a una profondità di oltre 2.500 chilometri dove i resti di Theia sarebbero rimasti sepolti da circa 4,5 miliardi di anni.
Quei “blob” potrebbero essere resti di Theia
Gli scienziati di un team di ricerca internazionale hanno recentemente avanzato l’interessante ipotesi della possibile presenza di residui del protopianeta Theia all’interno della Terra. Questa teoria è emersa in seguito all’analisi dei dati sismici, che ha rivelato la presenza di due enigmatici fenomeni all’interno del mantello inferiore, in prossimità del nucleo terrestre. Questi due fenomeni, noti come “blob”, presentano caratteristiche distintive che li differenziano chiaramente dal resto del mantello circostante.
Lo studio
Nel recente studio, appena pubblicato su Nature, i ricercatori hanno fornito ulteriori prove a sostegno della teoria che questi due misteriosi “blob” presenti nel mantello inferiore, delle dimensioni paragonabili a un continente, potrebbero essere realmente i resti di Theia. Ciò che rende questa scoperta così intrigante è il fatto che queste masse mostrano una velocità sismica inferiore, il che significa che le onde sismiche impiegano più tempo ad attraversarle rispetto al mantello circostante. Questo fenomeno potrebbe essere la chiave per comprendere meglio la possibile connessione tra Theia e la formazione della Luna.
I resti nel mantello inferiore della proto-Terra?
i ricercatori, tra cui il dottor Qian Yuan del California Institute of Technology di Pasadena e il professor Hongping Deng dell’Osservatorio Astronomico di Shanghai, parte dell’Accademia Cinese delle Scienze, hanno affermato tramite alcune dichiarazioni riportate da FanPage: “Le nostre simulazioni dell’impatto gigante mostrano che una frazione del mantello di Theia potrebbe essere stata consegnata al mantello inferiore della proto-Terra. Questo materiale è più denso del 2-3,5% rispetto al mantello della proto-Terra, sulla base dei modelli del mantello di Theia e del contenuto di ossido ferroso (FeO) più elevato della Luna”.
I risultati delle simulazioni
Secondo le simulazioni condotte dagli scienziati, l’impatto tra la giovane Terra e Theia avrebbe avuto conseguenze sorprendenti. Questo cataclisma avrebbe causato la fusione della metà superiore del mantello terrestre, aprendo la strada a una considerevole porzione di Theia, forse pari al 10% del suo volume totale, per intraprendere un viaggio ancora più profondo all’interno del pianeta, avvicinandosi gradualmente al suo nucleo.
Lo spostamento del materiale nel corso delle ere
Nel corso di innumerevoli ere, questo materiale di Theia potrebbe essersi spostato attraverso il processo di convezione presente all’interno della Terra. Questo significa che a causa delle correnti di materiale caldo che si muovono all’interno del nostro pianeta, il materiale proveniente da Theia avrebbe potuto migrare lentamente, raggiungendo le profondità del mantello inferiore. Qui, nel corso del tempo, avrebbe formato le due masse caratterizzate da una velocità sismica più bassa rispetto al mantello circostante.
Gli autori dello studio hanno precisato: “I nostri modelli di convezione mostrano che dense masse del mantello di Theia, con una dimensione di decine di chilometri dopo l’impatto, possono successivamente affondare, accumularsi e sopravvivere fino ai giorni nostri. Potrebbero quindi, essere una conseguenza naturale dell’impatto gigante della formazione della Luna”.
Una teoria importante
Finora, questa teoria rappresenta un importante passo avanti nella nostra comprensione dell’origine della Luna e del ruolo di Theia nella sua formazione. Tuttavia, per confermare definitivamente che le masse sepolte vicino al nucleo terrestre siano i resti dell’antica Theia, sarà necessario condurre ulteriori ricerche. In particolare, sarà fondamentale analizzare una significativa quantità di campioni di rocce provenienti dal mantello lunare.
Si potranno ottenere campioni di Theia un giorno?
Fortunatamente, ci sono prospettive promettenti per ottenere tali campioni in futuro. Le agenzie spaziali stanno pianificando missioni lunari che potrebbero portare alla raccolta di rocce del mantello lunare, che rappresentano una preziosa testimonianza della storia del nostro satellite. L’analisi di queste rocce potrebbe rivelare dati cruciali per confermare o respingere la teoria riguardante i resti di Theia nella Terra.