I protocolli dei Savi di Sion

I "protocolli dei savi di Sion" riscossero ampio credito in ambienti antisemiti e antisionisti e rimangono la base, specie in Medio Oriente e negli ambienti di estrema destra, per avvalorare la teoria della cosiddetta cospirazione ebraica

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I Protocolli dei Savi di Sion o degli Anziani di Sion sono le presunte trascrizioni di alcune sedute di questa supposta associazione segreta apparse nella Russia imperiale all’inizio del secolo scorso, secondo le quali i primi moti rivoluzionari russi facevano parte di una cospirazione ebraica e massonica il cui obiettivo sarebbe stato quello di impadronirsi del mondo.

La falsità dei documenti fu appurata fin dai primissimi tempi successivi alla pubblicazione dei Protocolli, avvenuta per la prima volta nel 1903 attraverso un quotidiano di Pavolakij Kruševan. Furono una serie di articoli pubblicati sul Times di Londra nel 1921 a dimostrare definitivamente che gran parte del materiale era frutto di plagio da precedenti opere di satira politica e romanzi, non correlate agli ebrei.

Nonostante la comprovata falsità di tali documenti, essi riscossero ampio credito in ambienti antisemiti e antisionisti e rimangono la base, specie in Medio Oriente e negli ambienti di estrema destra, per avvalorare la teoria della teoria della cosiddetta cospirazione ebraica.

Protocolli sono considerati la prima opera della moderna letteratura complottista. Presentata come un’esposizione di un piano operativo dettato dagli “anziani” ai nuovi membri, descrive i metodi per ottenere il dominio del mondo grazie alla sostituzione dell’ordine sociale delle nazioni con un nuovo sistema basato sulla manipolazione delle masse attraverso i media e la finanza.

L’opera fu divulgata per la prima volta da coloro i quali si opponevano al movimento rivoluzionario russo e diffusa ulteriormente dopo la Rivoluzione russa del 1905. In seguito alla Rivoluzione d’ottobre che fece collassare l’Impero russo, e in particolare durante gli anni venti e trenta, l’idea che il bolscevismo fosse una cospirazione ebraica per il dominio mondiale diventò uno degli strumenti più utilizzati nell’ambito della propaganda fascista e di estrema destra e in questo contesto i Protocolli, sebbene falsi, diventarono il testo di riferimento per dare contenuto a quell’idea.



Dalla fine  della seconda guerra mondiale Protocolli  sono ancora utilizzati soprattutto in alcuni ambiti del mondo islamico come arma da ambienti governativi e ufficiali, per inculcare l’odio antisemita in un pubblico che non dispone di una libera stampa e di strumenti critici per valutare il testo.

Protocolli continuano ad essere strumentalizzati ancora oggi anche al di fuori del mondo islamico; nella Chiesa ortodossa russa e in Giappone, ad esempio, rimangono un caposaldo della propaganda antisemita di destra.

Nei ventiquattro Protocolli gli Anziani illustrano i sistemi per ottenere il controllo del mondo. Vogliono convincere con l’inganno i gentili, da loro chiamati goyim (termine ebraico per i non-israeliti), ad assecondare la loro volontà. I loro metodi preferiti sono la diffusione di idee liberali, il sovvertimento della morale, la promozione della libertà di stampa, la contestazione dell’autorità tradizionale e dei valori religiosi e patriottici.

Protocolli rispecchiano l’antica avversione cristiana e conservatrice alla modernità, al radicalismo e al capitalismo, fenomeni che vengono però presentati come elementi di un complotto orchestrato, piuttosto che come prodotti di processi storici impersonali. Nonostante la matrice reazionaria, i Protocolli sono stati riutilizzati anche da altri movimenti politici. Il testo presuppone che il lettore sia già convinto dell’esistenza di un piano politico segreto della massoneria, ma suggerisce che il piano sia a sua volta controllato dagli Anziani: una sorta di teoria della cospirazione nella teoria della cospirazione stessa.

Nell’opera viene prospettata la nascita di un Regno a venire, e viene data un’accurata descrizione di come si arriverà a esso.

Protocolli seguono, con rare eccezioni, l’ordine dei Dialoghi agli inferi di Montesquieu. In alcuni brani, il plagio è smaccato.

L’idea che la massoneria avesse preso parte ad una cospirazione anticristiana ha una lunga storia, di molto precedente alla data della pubblicazione dei Protocolli. L’abate Augustin Barruél aveva già accusato gli ebrei di aver fondato l’ordine degli Illuminati. La massoneria, a quei tempi popolare, veniva fortemente contrastata dalla Chiesa, per il suo appoggio alla libertà di culto e agli ideali illuministi.

Protocolli hanno avuto un peso sostanziale nella produzione di successive teorie cospirative, ad esempio in Rule by Secrecy di Jim Marrs. Secondo alcune recenti edizioni, gli “ebrei” descritti nei Protocolli servono a coprire l’identità dei veri cospiratori: Illuminati, massoni, o persino – secondo David Icke – “entità extradimensionali” (cioè alieni Rettiliani). Altri gruppi, convinti della loro autenticità, hanno sostenuto che il libro non descrive il pensiero di tutti gli ebrei, ma solo di quelli che appartengono alla presunta “élite segreta” dei Sionisti.

La storia dei Protocolli fu esposta in una serie di articoli del Times del corrispondente da Costantinopoli del quotidiano londinese, Philip Graves, che aveva ricavato le sue informazioni dal lavoro di Wolf. Nonostante il suo stesso giornale l’anno precedente ne avesse quasi avallato l’autenticità, Graves la contestò sullo stesso quotidiano, documenti alla mano.

Nel primo articolo della serie, intitolato Un falso letterario (A Literary Forgery), gli editori del Times scrivevano: “Il nostro corrispondente da Costantinopoli presenta per la prima volta prove conclusive che il documento è per lo più un plagio grossolano. Ci ha spedito una copia del libro francese dal quale è stato fatto il plagio.” Nello stesso anno, un intero libro che documentava l’imbroglio fu pubblicato negli Stati Uniti da Herman BernsteinNonostante questa ampia ed esauriente demolizione, i Protocolli continuarono ad essere considerati dagli antisemiti come una prova importante e attendibile.

Insomma, il complottismo ha origini lontane che si sono ulteriormente radicate grazie alla diffusione di internet attraverso siti web e la condivisione sui social media che ne hanno favorito la diffusione presso il grande pubblico. Alcune teorie del complotto sono ben strutturate ed è necessario avere una certa preparazione per sbugiardarle, cosa non alla portata di tutti.

L’unica raccomandazione possibile è quella di non credere ciecamente a tutto ciò che si legge ma di approfondire notizie ed argomenti per proprio conto, possibilmente utilizzando fonti diverse e possibilmente di tendenza opposta onde poter valutare le prove a favore e quelle contro.

I protocolli dei Savi di Sion sono stati fonte di sanguinose tragedie, la storia dovrebbe insegnare.

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