La comunità scientifica è pressocché unanime nell’attribuire l’origine della pandemia di Covid19 che sta flagellando il mondo ad un salto di specie del virus SARS-COV-2 propagatosi poi all’uomo, con ogni probabilità, in uno dei mercati di Wuhan, la città cinese dove ha avuto origine tutto.
Nonostante ciò continua a circolare nei media e nella rete l’ipotesi che la causa della pandemia sia stata generata in un laboratorio di biosicurezza della città cinese e non sono soltanto i complottisti a diffondere una versione per così dire “cospirazionista” della pandemia ma anche alcune fonti americane.
Negli ambienti del Pentagono sia pure con una certa prudenza non si chiude all’ipotesi di un errore avvenuto nell’Istituto di Virologia di Wuhan WIV come causa scatenante della pandemia. Secondo fonti giornalistiche del Washington Post tutto potrebbe essere nato per un errore del personale dei laboratori, dunque un incidente, con la successiva contaminazione.
Il Post correda la tesi con molti riferimenti alle presunte imprudenze e alla mancanza di contromisure efficaci per evitare disastri come quello avvenuto. Il sospetto di questa autentica catastrofe sarebbe quello non di un’arma batteriologica costruita a tavolino, ma di un passo falso compiuto durante prove scientifiche.
Ora è noto che il mondo della scienza ha preso le distanze da queste ricostruzioni e propende per l’origine naturale. Può risultare interessante tuttavia analizzare, sinteticamente, caratteristiche e protocolli dei laboratori dove vengono trattati per studi scientifici e clinici agenti patogeni (virus, batteri e funghi) alcuni dei quali particolarmente pericolosi per l’uomo.
I laboratori dove avviene la manipolazione di agenti biologici pericolosi devono corrispondere a quattro diversi livelli di sicurezza. La definizione dei livelli è stata messa a punto negli Stati Uniti d’America dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Nell’Unione europea gli stessi livelli sono definiti in una direttiva.
I laboratori sono quindi classificati dal livello di biosicurezza più basso BLS1 a quello più alto BLS4.
Livello di biosicurezza 1
In questi laboratori si trattano agenti biologici noti per non causare malattie negli esseri umani adulti sani e con un potenziale di pericolo minimo per il personale di laboratorio e per l’ambiente. Le misure protettive sono blande guanti e mascherine e il laboratorio non è separato in modo particolare dagli ambienti di uso comune dell’edificio che lo ospita.
Le procedure di decontaminazione per questo livello sono simili per molti aspetti alle comuni precauzioni contro i microrganismi di tutti i giorni (ad esempio lavarsi le mani con sapone antibatterico, lavare tutte le superfici esposte del laboratorio con disinfettanti, ecc). In un ambiente di laboratorio tutti i materiali utilizzati per colture cellulari e/o batteri vengono decontaminati utilizzando autoclave. Il personale che vi opera è posto sotto la supervisione di un microbiologo o altra professionalità equivalente.
Livello di biosicurezza 2
In questi laboratori si manipolano agenti patogeni di potenziale pericolo moderato per il personale e per l’ambiente. Comprende vari batteri e virus che causano solo lievi patologie negli esseri umani, o per le quali è difficile la trasmissione di patologie per via aerea in un ambiente di laboratorio, come ad esempio l’influenza A, l’epatite A, B e C e la malattia di Lyme.
Se in questi laboratori si intendono però effettuare studi o ricerche relative alla replicazione di virus o manipolazioni che coinvolgono virus concentrati) allora occorre adottare un livello intermedio il BSL-2 (P2), utilizzando pratiche e procedure tipiche del livello BSL-3.
Le principali differenze tra un laboratorio BSL1 ed uno BSL2 sono le seguenti:
- il personale di laboratorio ha una formazione specifica nella gestione di agenti patogeni ed è diretto da scienziati con formazione avanzata;
- l’accesso al laboratorio è controllato quando il lavoro è in corso;
- sono prese attente precauzioni per l’utilizzo di oggetti taglienti contaminati
- alcune procedure in cui possono essere creati aerosol infettivi o schizzi sono condotte sotto cappa di sicurezza biologica o altri dispositivi di contenimento fisico.
Livello di biosicurezza 3
In questi laboratori si opera su agenti patogeni in grado di causare patologie serie o potenzialmente letali dopo l’inalazione. Sono compresi vari batteri, parassiti e virus che possono causare malattie serie o mortali negli esseri umani ma per le quali esistono cure quali la Yersinia pestis (agente patogeno della peste), Mycobacterium tuberculosis, virus della encefalite equina del Venezuela, il virus della SARS ed anche il virus SARS-COV-2, sia pure adottando un livello di sicurezza intermedio tra il livello 3 e 4.
Il personale di questi laboratori è stato sottoposto ad uno specifico addestramento ed opera sotto la supervisione di scienziati competenti e con esperienza diretta sui patogeni utilizzati. Questi ambienti devono avere una zona d’accesso a doppia porta e ingressi sigillati ed inoltre:
- l’aria inviata verso l’esterno deve essere filtrata,
- la ventilazione del laboratorio deve essere progettata in modo da far sì che il flusso d’aria sia diretto dall’esterno verso l’interno,
- l’accesso al laboratorio deve essere controllato quando ci sono lavorazioni in corso
- le pratiche standard e i dispositivi di sicurezza per la sicurezza biologica di livello 3 devono sempre essere utilizzate rigorosamente.
Livello di biosicurezza 4
Questo è il livello massimo di sicurezza biologica prevista. In questi laboratori si trattano agenti patogeni molto pericolosi, tendenzialmente letali dove non sussistono cure certe in caso di contagio per gli esseri umani. Si tratta dei virus Marburg ed Ebola, della febbre emorragica Congo Crimea, delle febbre emorragiche boliviane ed argentine, il virus del vaiolo e del Covid19 che sta attualmente devastando il pianeta.
L’entrata e l’uscita di un laboratorio biologico di livello quattro prevede docce, una camera a vuoto, una camera con luce ultravioletta e altre misure di sicurezza volte a distruggere tutte le tracce del rischio biologico. Vengono impiegati varchi di accesso a tenuta stagna e sigillabili, protetti elettronicamente per evitare che entrambe le porte vengano aperte contemporaneamente. Tutta l’aria e acqua utilizzata in un laboratorio con livello di biosicurezza 4 sarà oggetto di procedure di decontaminazione e di sicurezza per evitare la possibilità di un rilascio accidentale.
Il personale che vi lavora deve aver ricevuto un rigoroso addestramento anche riguardo alle procedure ed ai dispositivi di contenimento da adottare. La struttura è collocata o in un edificio separato, o in una zona controllata all’interno di un edificio, completamente isolata da tutte le altre aree. Deve essere realizzato un manuale specifico per le operazioni e devono essere previsti specifici protocolli di costruzione per prevenire la contaminazione con l’esterno.
L’unico laboratorio BSL4 italiano è ospitato dall’Istituto Spallanzani di Roma.