La Luna, il nostro satellite, rappresenta una tappa importante per l’umanità. Noi terrestri l’abbiamo già conquistata oltre 50 anni fa, ma nel futuro prossimo sono previste diverse dozzine di missioni Sulla superficie e nell’orbita del nostro satellite naturale.
Per il prossimo decennio l’Europa è in prima linea sulle nuove missioni; essa sta contribuendo alla costruzione della stazione lunar Gateway e della navicella spaziale Orion (destinata a riportare gli esseri umani sul nostro satellite naturale) oltre a sviluppare il suo grande lander lunare logistico, noto come Argonaut.
Coloro che lavoreranno in prima linea in queste nuove missioni avranno bisogno di comunicare tra loro e fissare le loro posizioni indipendentemente dalla Terra, questa nuova era richiederà il suo tempo. Di conseguenza, le agenzie spaziali hanno iniziato a considerare l’ipotesi di un fuso orario lunare.
Iniziata con un incontro presso il centro tecnologico ESTEC dell’ESA nei Paesi Bassi lo scorso novembre, la discussione fa parte di uno sforzo più ampio per concordare un’architettura comune (chiamata “LunaNet”) che copra i servizi di comunicazione e navigazione lunare.
Come si lavorerà in futuro?
Javier Ventura-Traveset dell’ESA ha il compito di coordinare i i contributi dell’Agenzia Spaziale Europea a LunaNet. Ventura-Traveset ha spiegato: “LunaNet è un quadro di standard, protocolli e requisiti di interfaccia reciprocamente concordati per consentire alle future missioni lunari di lavorare insieme, concettualmente simile a quello che abbiamo fatto sulla Terra per l’uso congiunto di GPS e Galileo. Ora abbiamo l’opportunità di concordare il nostro approccio all’interoperabilità fin dall’inizio, prima che i sistemi vengano effettivamente implementati”.
Una corsa contro il tempo
Pietro Giordano, ingegnere dei sistemi di navigazione dell’ESA, ha aggiunto che il tempismo è cruciale: “Durante questo incontro all’ESTEC, abbiamo concordato sull’importanza e l’urgenza di definire un tempo di riferimento comune, che sia accettato a livello internazionale e verso il quale tutti i sistemi e gli utenti lunari possano fare riferimento. Uno sforzo internazionale congiunto è ora avviato per raggiungere questo obiettivo”.
Fino ad ora, ogni nuova missione sul nostro satellite è stata gestita sulla propria scala temporale esportata dalla Terra, con antenne nello spazio profondo utilizzate per mantenere i cronometri di bordo sincronizzati con l’ora terrestre e allo stesso tempo facilitare le comunicazioni bidirezionali. Questo modo di lavorare non sarà tuttavia sostenibile nel futuro ambiente lunare.
La stazione Gateway ultimata
Una volta completata, la stazione Gateway sarà aperta ai soggiorni degli astronauti, riforniti attraverso i regolari lanci Artemis della NASA, che culmineranno nella realizzazione di una base di superficie con equipaggio vicino al polo sud lunare. Nel frattempo avverranno anche numerose missioni senza equipaggio (ogni missione Artemis da sola rilascerà numerosi CubeSat lunari) e l’ESA installerà il suo Argonaut European Large Logistics Lander.
Queste missioni non si svolgeranno solo sulla Luna o intorno a essa contemporaneamente, ma spesso interagiranno anche, potenzialmente trasmettendo comunicazioni reciproche, effettuando osservazioni congiunte o operazioni di rendez-vous.
Il programma Moonlight
Wael-El Daly è ingegnere di sistema per Moonlight. L’esperto ha spiegato: “Guardando avanti all’esplorazione lunare del futuro, l’ESA sta sviluppando attraverso il suo programma Moonlight un servizio di comunicazioni e navigazione lunare. Questo consentirà alle missioni di mantenere i collegamenti da e verso la Terra e guidarli nel loro cammino intorno alla Luna e sulla superficie, permettendo loro di concentrarsi sui compiti principali. Ma Moonlight avrà anche bisogno di una scala temporale comune condivisa per collegare le missioni e facilitare la correzione della posizione”.