La NASA vuole verificare se sarà possibile vivere all’interno delle grotte lunari

Finanziato con 2 milioni di dollari un progetto per la realizzazione di robot in grado di esplorare le grotte lunari

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Ricordate il romanzo di R. H. Heinlein “La Luna è una severa maestra“?

Nell’opera di uno dei maestri della fantascienza classica, la Luna è stata colonizzata e gli abitanti vivono in grotte sotterranee unite da tunnel. L’aria è assicurata da coltivazioni idroponiche a loro volta garantite da fari in grado di imitare la luce del Sole.

L’acqua viene scavata in vere e proprie miniere di ghiaccio e le colonie sono strutturate come delle vere e proprie città sotterranee. L’esterno è riservato a strutture particolari come le rampe di atterraggio per le navi spaziali che arrivano dalla Terra o la catapulta con la quale vengono inviati sulla Terra carichi di derrate alimentari coltivate nelle grotte lunari.

Nella realtà, a differenza dei crateri lunari, che tipicamente si sono formati dalle collisioni con asteroidi, le fosse lunari sono simili alle foibe che occasionalmente spuntano sulla Terra, che si formano quando la superficie collassa in una cavità sotterranea o sono antichi tunnel di lava.

La NASA sospetta che quei vuoti potrebbero rivelarsi utili per raggiungere risorse sotterranee, come minerali o ghiaccio, e, forse, anche per realizzare rifugi sotterranei per i futuri coloni lunari. Per studiare a fondo la questione, l’ente spaziale americano ha appena finanziato un progetto da 2 milioni di dollari finalizzato alla costruzione di robot in grado di esplorare queste cavità ed eventuali grotte e tunnel ad esse collegati.



Il progetto recentemente finanziato, soprannominato Skylight, nasce da un’idea del professore della Carnegie Mellon University William “Red” Whittaker.

Ad oggi, la NASA ha raccolto la maggior parte di ciò che sa sugli inghiottitoi lunari dalle immagini orbitali ma, secondo Whittaker, quelle immagini sono carenti di informazioni sulla struttura profonda.

Dall’orbita non è possibile vedere i dettagli che contano“, ha dichiarato Whittaker in un comunicato stampa. “Ecco perché abbiamo bisogno di robot. C’è un modo per scendere? Ci sono sporgenze? Potrebbe un robot entraci? Potrebbe esserci una fessura, una grotta o un tunnel in una di queste caverne?

L’obiettivo di Whittaker è quello di sviluppare uno o più robot in grado di navigare autonomamente sulla Luna, raccogliendo migliaia di immagini di queste cavità che poi caricheranno su un lander.

Un computer sul lander userà le immagini per creare modelli dettagliati delle fosse lunari e rimandarle sulla Terra.

Questi robot dovranno essere progettati in modo da poter svolgere rapidamente il loro lavoro, in modo da poter operare durante il giorno lunare e disattivarsi prima che la fredda notte lunare li possa guastare definitivamente.

Può darsi che, forse, la NASA non riuscirà a tornare sulla Luna con esseri umani entro il 2024 ma non c’è dubbio che, questa volta, quando lo farà sarà davvero pronta a restarci.

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