Gli UFO di St. Louis

Un gruppo di UFO in formazione nei pressi di St. Louis, vengono avvistati da esperti piloti e controllori di volo. Ma erano proprio UFO o qualcos'altro?

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Gli UFO di St. Louis
Gli UFO di St. Louis

Nel pomeriggio inoltrato del 5 giugno 1969, il volo American Airlines n. 112 era in fase i avvicinamento a St. Louis, in rotta verso Washington, DC. L’aereo di linea era partito da San Diego diverse ore prima e ora si trovava a 11.800 metri d’altezza, il cielo era limpido e rimanevano circa due ore di luce.

Il capitano del volo 112 era tornato nella cabina passeggeri e il suo posto era temporaneamente occupato da un anziano controllore del traffico aereo salito a bordo a San Diego. L’anziano controllore era a boro nelle vesti di osservatore, una situazione non insolita che consente ai controllori della FAA di capire i problemi dell’equipaggio e trovare soluzioni per eliminarli.

Il copilota improvvisamente urlò: “Accidenti, guarda questo!”.

La formazione di UFO

Lo stesso controllore disse che c’era qualcosa che “volava in una formazione quadrata“. C’era un grande UFO in testa, seguito da tre oggetti più piccoli. Gli UFO, provenienti da est, secondo il controllore sembravano trovarsi in rotta di collisione verso il jet.

Gli UFO sembravano avere la forma di un idrovolante, con il più grande che sembrava essere lungo circa sei o sette metri e largo circa due metri e mezzo, “color dell’alluminio brunito”, come ricordò in seguito il controllore.



Gli oggetti erano spinti apparentemente da motori a razzo, in quanto sembravano emettere una fiamma blu verde dalla coda.

Poco prima di avvicinarsi troppo al jet, gli oggetti effettuarono manovre per evitare il possibile impatto. Secondo il controllore, gli oggetti avevano cambiato direzione a una distanza di 30 metri dall’aereo. A quel punto Il copilota chiamò la vicina torre dell’aeroporto di St. Louis alla radio per denunciare l’accaduto. Un controllore nella torre di St. Louis tornò alla radio per riferire che sul radar c’erano alcuni obiettivi non identificati.

Un jet della United Air Lines che viaggiava in direzione est, stava navigando a 11.200 metri e si trovava a circa 12 chilometri dietro il volo 112 jetliner e il suo equipaggio aveva sentito il rapporto radio della torre di St. Louis. All’improvviso, uno dei membri dell’equipaggio del volo United trasmise via radio: “Lo vediamo anche noi“, secondo il successivo rapporto del controllore del traffico a bordo del volo americano

Dietro il volo United c’era un caccia della Guardia Nazionale che navigava a 12.500 metri, anch’esso diretto a est. Anche il pilota di quest’ultimo aveva monitorato i rapporti radiofonici sugli UFO in volo nell’area e pochi istanti dopo riferì: “Accidenti, mi hanno quasi preso“.

Continuò spiegando che la squadra di UFO sembrava dirigersi direttamente verso il suo aereo fino a quando, all’ultimo momento, gli oggetti avevano cambiato bruscamente rotta e si erano allontanati dal suo percorso.

Nei pressi dell’aeroporto di St. Louis c’era un impianto della McDonnell Douglas e gli investigatori chiesero ai responsabili dell’azienda gli UFO avvistati nell’area fossero dei nuovi velivoli sperimentali a propulsione a razzo costruiti dalla grande compagnia aerea.

La compagnia, però, non disponeva di nessun nuovo aereo a razzo. Anche se la compagnia ne avesse avuti, i nuovi veicoli sarebbero stati certamente testati presso strutture dell’Aeronautica o della Marina situate in luoghi sicuri e lontani dalla vista di curiosi e non in prossimità di un’area popolata come St. Louis.

Gli esperti, dopo ulteriori indagini, iniziarono a sospettare che una meteora potesse essere responsabile del misterioso avvistamento, in particolare una meteora gigante, o “palla di fuoco”, che era stata vista da numerosi osservatori, da Peoria, Illinois, a Glenwood, nello Iowa occidentale. Questa palla di fuoco era stata persino fotografata da un fotografo di un giornale, il suo nome era Alan Harkrader, Jr., a Peoria.

Cosa hanno visto i piloti?

Ma i sospetti sulla meteora presentavano almeno due problematiche che non conciliavano: la palla di fuoco era stata vista in Iowa e il rapporto degli oggetti avvistati era avvenuto a St. Louis.

Secondo quanto raccontato dal controllore a bordo del volo di linea, l’avvistamento e i fatti successivi si sarebbero svolti a partire dalle 16:00, orario che non coincide con quello dichiarato dai tanti testimoni del passaggio della palla di fuoco in Iowa che dichiararono di aver osservato la meteora spezzarsi in diversi frammenti due ore dopo, alle 18:00, ora legale (CDT).

La seconda problematica era relativa alle rilevazioni fatte dal controllore che sosteneva che il gruppo di oggetti misteriosi fossero transitati entro i cinquecento metri dall’aereo di linea dirigendosi verso St.Louis, ma un’analisi eseguita dallo Smithsonian Institute che all’epoca vagliò molti rapporti fatti da osservatori posti a terra, scopri che il tragitto della meteora che si frammentò era a circa 180 chilometri a nord di St. Louis.

La discrepanza temporale fu spiegata tenendo conto di un fatto, il controllore era salito a bordo del volo 122 dell’American  Airlines a San Diego e se non avesse cambiato l’orario sul suo orologio sul fuso orario centrale, orario in cui il jet di linea si trovava in volo, l’ora locale corretta a San Diego era avanti di quasi due ore, le 18:00 circa, guarda caso, l’orario di osservazione delle Fireballs in Iowa.

American Airlines confermò che il volo 112 era decollato da San Diego alle 12:15 pm ora del Pacifico (PDT), per atterrare a Phoenix e poi partire alle 13:40 Mountain daylight time (MDT). Se il volo fosse stato in programma il 5 giugno, avrebbe dovuto avvicinarsi a St. Louis pochi minuti prima delle 18:00 CDT, non alle 16:00 come aveva riferito il controllore.  Se ciò fosse avvenuto, l’aereo sarebbe dovuto partire con due ore di anticipo e senza passeggeri. Il controllore quindi aveva semplicemente dimenticato di reimpostare l’orario.

Nessun UFO, quindi, i vari testimoni avevano solo visto una meteora che entrando in atmosfera andò in pezzi.

Tutto risolto, se non fosse per le dichiarazioni riportate dagli esperti piloti degli aeromobili coinvolti che indicavano oggetti in rotta di collisione.

A mettere un punto sul caso ci pensarono gli esperti della Federal Aviation Administration che esibirono prove del fatto che anche in pieno giorno, un pilota esperto a terra può giudicare erroneamente la distanza di un oggetto sconosciuto e osservato per pochi secondi ad una velocità di oltre 160 chilometri orari.

Gli oggetti, però, vennero individuati dal radar di St. Louis in seguito al rapporto dell’equipaggio dell’American Airlines, e le tracce mostrate dal radar non potevano essere le meteore, certamente fuori portata e difficilmente tracciabili da un radar in quanto avvolte da gas ionizzato. Al momento dei fatti, il tipo di display radar installato a St. Louis non era attrezzato per mostrare automaticamente l’altitudine o l’identità individuale di ciascun bersaglio, una disposizione che è stata aggiunta in seguito.

Con il bel tempo, come quello esistente al momento dell’incidente, non era necessario che gli aerei si identificassero alla torre di St. Louis a meno che non avessero pianificato di atterrarvi, quindi le tracce restavano non identificate.

Furono commessi certamente dei grossolani errori da parte dei piloti, soprattutto sulle stime delle distanze dei presunti UFO e questo porta a concludere, come fece la Federal Aviation Administration, che nessun osservatore umano, anche se esperto pilota è in grado di stimare distanze, quote e velocità nonché dimensioni di qualsivoglia oggetto volante a meno di non trovarsi a una distanza ragionevole.

Fonte: “UFOs Explained” di Philip Klass

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