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C’è qualcosa di molto strano al centro della Via Lattea, accanto al buco nero supermassiccio chiamato Sagittarius A*, di cui abbiamo parlato abbondantemente in diversi nostri articoli.
Nel 2020 gli astronomi hanno infatti trovato sei oggetti degni di nota in orbita accanto al buco nero, che sono assolutamente diversi da qualsiasi altra cosa esistente nella Galassia. Sono così peculiari che è stato loro assegnato il nome di oggetti G. I due oggetti originali, denominati G1 e G2, sono stati i primi ad attirare l’attenzione degli astronomi quasi venti anni fa, a causa delle loro orbite e delle loro strane nature. Da allora, essi sono stati oggetti di studio.
Via Lattea: cosa sono G1 e G2?
G1 e G2 sembravano gigantesche nubi di gas larghe 100 unità astronomiche, che si allungavano quando si avvicinavano al buco nero, con spettri di emissione di gas e polvere. Ma G1 e G2 non si stavano comportando come nuvole di gas. Nel 2020, il fisico e astronomo Andrea Ghez dell’Università della California a Los Angeles, ha spiegato: “Questi oggetti sembrano gas ma si comportano come stelle”. Ghez e i suoi colleghi hanno studiato il centro galattico per oltre 20 anni. Sulla base di questi dati, un team di astronomi guidato dall’astronoma dell’UCLA Anna Ciurlo ha identificato altri quattro di questi oggetti: G3, G4, G5 e G6.
Altri 4 oggetti in più
Questi altri quattro oggetti sono su orbite molto diverse da G1 e G2; tutti insieme, gli oggetti G hanno periodi orbitali che vanno da 170 a 1.600 anni. Non è chiaro esattamente cosa siano, ma l’emersione intatta di G2 dal periasse nel 2014, ovvero il punto più vicino nella sua orbita al buco nero, è stato, secondo Ghez, un grande indizio, specificando come tale oggetto fosse davvero particolare.
L’esperto ha detto, tramite alcune dichiarazioni riportate da Sciencealert: “L’avevamo già visto, ma non sembrava troppo strano fino a quando non si è avvicinato al buco nero e si è allungato e gran parte del suo gas è stato lacerato. È passato dall’essere un oggetto piuttosto innocuo quando era lontano dal buco nero a uno che era davvero allungato e distorto nel punto più vicino e ha perso il suo guscio esterno, e ora sta diventando di nuovo più compatto”.
Una vecchia teoria su G2
In precedenza, si pensava che G2 fosse una nuvola di idrogeno gassoso, che sarebbe stata fatta a pezzi e risucchiata da Sgr A*, producendo alcune esplosioni di luce, ma non è stato così e proprio il fatto che non sia successo nulla è stato successivamente definito un “fallimento cosmico”. Gli astronomi ritengono che la risposta risieda nelle stelle binarie massicce.
A volte queste stelle, proprio come i buchi neri binari in collisione, possono fondersi l’una con l’altra, formando un’unica grande stella. Quando ciò accade, producono una vasta nube di polvere e gas che circonda la nuova stella per circa un milione di anni dopo la collisione. “Qualcosa deve aver mantenuto G2 compatto e gli ha permesso di sopravvivere al suo incontro con il buco nero”, ha aggiunto Ciurlo. “Questa è la prova di un oggetto stellare all’interno di G2”.
Cosa dire dei restanti 5?
E gli altri cinque? Ebbene: potrebbero anche essere fusioni di stelle binarie. La maggior parte delle stelle nel centro della Galassia sono parecchio massicce e molte di esse sono binarie. E le forze gravitazionali estreme in gioco attorno a Sgr A* potrebbero essere sufficienti a destabilizzare le loro orbite binarie con relativa frequenza.
“Le fusioni di stelle possono avvenire nell’Universo più spesso di quanto pensassimo, e probabilmente sono abbastanza comuni” ha detto Ghez. “I buchi neri potrebbero spingere le stelle binarie a fondersi. È possibile che molte delle stelle che abbiamo osservato e che non abbiamo capito possano essere il prodotto finale di fusioni che ora sono calme. Stiamo imparando come si evolvono le galassie e i buchi neri. Il modo in cui le stelle binarie interagiscono tra loro e con il buco nero è molto diverso da come interagiscono le stelle singole con altre stelle singole e con il buco nero”.