Gli alimenti velenosi della nostra cucina

Chi di noi, in un momento di rabbia, non ha pensato di avvelenare qualcuno? Il nostro vicino rumoroso ad esempio, o il nostro ex , magari il vigile che vi ha multato per divieto di sosta? Scherzo!! Anche se, sentirsi molto male o addirittura morire per aver mangiato qualcosa, è più facile di quel che si pensa

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Tra gli alimenti più pericolosi e di facile reperibilità, ci cono i funghi. In Italia abbiamo i funghi più pericolosi al mondo. Il più noto è l’Amanita phalloides, detto anche l’angelo della morte, le cui tossine non vengono degradate nemmeno dal processo di cottura, l’unica speranza di sopravvivenza per chi ingerisce questo fungo è un trapianto di fegato. Cresce nelle vicinanze di querce e castagni, quindi super rintracciabile nei nostri boschi. Che ne dite adesso di un piatto di fettuccine ai funghi?

Belli i ciliegi in fiore, buone anche le ciliegie, ma sul loro nocciolo avrei qualcosa da ridire. Infatti quest’ultimo contiene acido cianidrico. Questa sostanza ostacola il trasporto dell’ossigeno da parte del sangue. La dose per la quale inizia a fare effetto si attesta su 1-1,5 mg/kg. Una persona di 60 kg nn dovrebbe ingerire più di 90 mg per rimanere illesa. L’acido cianidrico è molto presente in natura, tant’è che è contenuto nei semi di molti altri frutti come ad esempio nelle mele, ma anche nelle mandorle.

In ogni caso, per morire di questa sostanza tramite ingestione delle parte alimentare che la contengono, senza isolarla in laboratorio, si devono mangiare parecchi semi/noccioli, quindi molto improbabile riuscire nell’impresa.

Cari amanti delle tisane, vi consiglio di stare lontani dalla piante di oleandro. L’arbusto sempreverde, ubiquitario in tutta Italia, con i suoi stupendi fiori rosa può rivelare un lato un po’ macabro.
L’oleandrina, contenuta in ogni parte dell’oleandro è un glicoside cardiotossico. Questa sostanza si presenta in maggior quantità negli oleandri selvatici, piuttosto che in quelli commercializzati e il periodo di massimo contenuto è durante la fase di fioritura, in particolare nelle foglie più giovani. L’oleandrina porta a disturbi del ritmo cardiaco e le dosi letali, come riportato da cartelle cliniche mediche negl’anni, è maggiore di 5 foglie per un adulto.

Nel cassetto delle spezie abbiamo la noce moscata, interessante per la presenza di miristicina, sostanza neurotossica che se assunta in dosi eccessive conduce a confusioni e allucinazioni.

Non da sottovalutare la tossicità della solanina, che provoca sonnolenza, emolisi e irritazione della mucosa gastrica. Presente nelle parti verdi e più esterne di patate e pomodori. Dalle alte concentrazioni ne deriva un sapore amaro. Non è degradabile con la cottura e non è solubile in acqua. La dose mortale per l’uomo è dai 3 ai 6 mg/kg.



Abbiamo alimenti che attaccano fegato, stomaco, cervello, cuore, manca l’apparato respiratorio. Quale alimento migliore del peperoncino per spezzarci il respiro?
Al mondo ce ne sono moltissime varietà, ma alcune più di altre possono portarci ad uno shock anafilattico.

La scala Scoville, indica la quantità di capsaicina, composto responsabile del bruciore del peperoncino, contenuta nelle varie specie piccanti del pianeta. Il valore va da 0 (peperoni dolci) a 16 milioni di scoville. In Italia abbiamo il Calabrese, con le sue 30 000 SU (unità di Sconville). Il più piccante al mondo è il Pepper X con 3 180 000 SU, vietato in cucina, risulta più piccante degli spray al peperoncino per la difesa personale.

Mangiare piccole dosi di peperoncino ha grandi effetti benefici per l’organismo, ma eccedere anche di poco, in certi casi, come quello del Pepper X, può portare ad una morte molto rapida.

Ora che avete tutti gli ingredienti per il vostro menù mortale, bon appétit !!

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