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Forse un medico ha risolto il mistero di Monna Lisa

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La “Gioconda“, conosciuta anche come “Monna Lisa“, è l’opera massima del genio rinascimentale italiano italiano Leonardo da Vinci. Si tratta, come recita Wikipedia, di un dipinto a olio su tavola di legno di pioppo realizzato da Leonardo da Vinci, dalle dimensioni di 77 cm d’altezza x 53 cm di base e 13 mm di spessore, databile al 1503-1504 circa e conservato nel Museo del Louvre di Parigi.

Opera iconica ed enigmatica della pittura mondiale, si tratta sicuramente del ritratto più celebre della storia nonché di una delle opere d’arte più note in assoluto. Il sorriso impercettibile del soggetto, col suo alone di mistero, ha ispirato tantissime pagine di critica, letteratura, opere di immaginazione e persino studi psicoanalitici; sfuggente, ironica e sensuale, la Monna Lisa è stata di volta in volta amata e idolatrata ma anche derisa o aggredita.

La Gioconda rappresenta una meta obbligata per le migliaia di persone che visitano il Louvre ogni giorno, tanto che nella grande sala in cui è esposta un cordone deve tenere a notevole distanza i visitatori; nella lunga storia del dipinto non sono infatti mancati i tentativi di vandalismo, nonché un furto rocambolesco che in un certo senso ne ha alimentato la leggenda.

Più di un anno fa, un medico di Boston, il dr. Mandeep R. Mehra, affascinato come tanti altri da quel ritratto appartenente ad una donna di 500 anni fa, esaminando con cura il suo aspetto è rimasto colpito da alcuni dettagli: la pelle ingiallita, i capelli radi, e, naturalmente, proprio il suo enigmatico sorriso, tanto da continuare a meditarci sopra nei giorni successivi fino a decidere di esaminare il ritratto dal punto di vista professionale.

 Il dr. Mehra è direttore medico al Heart & Vascular Center di Brigham and Women’s Hospital. “Non sono un artista. Non ho gli elementi per guardare all’arte con spirito critico ma so come fare una diagnosi clinica.”

Mehra ha scavato nella storia di Lisa Gherardini, la donna nel ritratto leggendario, così come nei registri di salute pubblica della Firenze storica e moderna, dove è stato creato il dipinto. In un articolo pubblicato nel diario Mayo Clinic Proceedings, Mehra afferma che Lisa Gherardini soffriva di u disturbo comune ancora oggi: l’ipotiroidismo.

Per esaminare nel dettaglio la Monna Lisa, Mehra è ricorso alla semeiotica medica e ad un vero e proprio esame obbiettivo:  nell’angolo interno dell’occhio sinistro la donna presenta una piccola protuberanza carnosa, il condotto lacrimale e il ponte del naso. I suoi capelli appaiono sottili e radi e la loro attaccatura sembra troppo alta. Non ha sopracciglia, un dettaglio importante.
Mona lisa linea sottile

Un attento esame degli occhi rivela una sclera giallastra.

occhi di mona lisa

Il lato destro del collo presenta un pronunciato rigonfiamento e lo stesso viso appare, nel suo complesso, gongio ed edematoso.

Colonna Mona Lisa

Sulla mano destra, piegata delicatamente sulla sua sinistra, si vede un notevole rigonfiamento tra il pollice e l’indice.

Mani della Monna Lisa

Leonardo Da Vinci non era solo uno dei pittori più famosi del suo tempo, ma anche un anatomista eccezionale. Il suo occhio riusciva a catturare i più piccoli dettagli e la sua mano riusciva a riprodurli con precisione, come in una moderna fotografia. Quindi quei piccoli segni non dovevano essere stati riprodotti per caso.

uomo vitruviano
L'”uomo vitruviano” dimostra le conoscenze anatomiche di Leonardo.
Uomo vitruviano

Come sottolinea Mehra nel suo articolo, ciascuna delle anomalie fisiche presenti sulla “Mona Lisa” ha un correlato medico noto.

Il rigonfiamento vicino al suo occhio, per esempio, è probabilmente uno xanthalesma, un deposito di colesterolo sotto la pelle, che si presenta spesso proprio nei pressi degli occhi. Anche il rigonfiamento della mano è, probabilmente, un tipo di tumore benigno,,noto come lipoma o xantoma, se ricco di colesterolo.

Il rigonfiamento al collo potrebbe essere l’inizio di un gozzo, un anormale rigonfiamente della ghiandola tiroidea.

Insomma, attaccatura dei capelli alta, perdita di sopracciglia, un gonfiore al collo, capelli grossolani e sottili, lo xanthalesma e il lipoma o xantoma. Aggiungiamo l’aspetto edematoso ed abbiamo un perfetto quadro clinico di ipotiroidismo.”

Monna Lisa
Questa patologia, un tempo comune nelle donne che avevano appena avuto un bambino, come Lisa Ghirardelli, spiegherebbe anche il misterioso sorriso della “Monna Lisa”. 

La diagnosi di ipotiroidismo spiega anche l’espressione imperscrutabile della donna e getta una certa tristezza sul ritratto.

Monna Lisa

Per sostenere la sua diagnosi, Mehra ha esaminato la vita nella Firenze del XVI secolo, alla ricerca di prove che l’ipotiroidismo potesse essere un disturbo comune.

L’alimentazione che si usava allora, in gran parte verdure, era fortemente carente di iodio, sostanza necessaria per mantenere la salute della tiroide. Inoltre, molte delle verdure che mangiavano i fiorentini del Rinascimento, il cavolfiore su tutte, sono note per essere gozzigene. Secondo Mehra, altri studi su dipinti di maestri del Rinascimento sostengono la sua teoria: circa un terzo dei dipinti dei contemporanei di Leonardo da Vinci, come Caravaggio o Raffaello, raffigurano persone con problemi alla tiroide.

La malattia di Lisa Ghirardelli non era un caso isolato nell’epoca in cui viveva. Scavando nei registri sanitari, Mehra ha scoperto che l’ipotiroidismo rimane a tuttora un problema in alcune parti dell’Italia moderna.

L’ipotiroidismo porta lentamente le persone che ne soffrono ad uno scadimento progressivo della qualità di vita: subentrano problemi nella regolazione del sonno e della temperatura corporea; diventano depressi e trovano difficile pensare, poi diventano sedentari e incapaci di lavorare. Il pericolo di vita subentra solo a lungo termine e, infatti, Lisa Ghirardelli visse fino all’età di 63 anni.

Forse Leonardo, uomo di scienza, era consapevole delle condizioni della sua modella, ma questo non lo sapremo mai. Ciò che è chiaro è che lui la ritrasse deliberatamente con tutte le sue strane e irresistibili imperfezioni, che sono, forse, la ragione per cui la “Monna Lisa” affascina tanta gente da oltre cinque secoli.

Lewonardo, secondo Mehra, “Era un artista forense. Quasi un artista scientifico. Non guardava solo l’arte e mostrava quello che pensava sarebbe stato piacevole per gli occhi. Voleva rappresentare la forma come si presenta naturalmente, e questa era la sua grandezza.”

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