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Fare il ruttino nello spazio

Il ruttino, una normale funzione fisiologica, è tra le ragioni per cui sulla ISS sono installate diverse ventole che favoriscono la circolazione dell'aria. Grazie a questo sistema gli astronauti non soffocano a causa delle proprie esalazioni di CO2 e gas fisiologici

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Sappiamo tutti che il nostro corpo, per motivi perfettamente fisiologici, ogni tanto emette alcuni sbuffi di gas, sia sotto forma di flatulenze sia attraverso quelli che, comunemente, chiamiamo rutti.

Cosa succede quando questo accade mentre si indossa una tuta spaziale e, magari, si sta svolgendo una missione in EVA? E lasciando da parte la tuta spaziale, in un ambiente chiuso come una capsula spaziale o la Stazione Spaziale Internazionale?

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Innanzitutto, per affrontare questo discorso bisogna premettere che il nostro organismo non è adatto alla vita in assenza di gravità e che, quindi, una permanenza prolungata in queste condizioni può provocare diversi problemi di salute ma, a parte questo, anche fare cose apparentemente normali come espletare le funzioni corporali può diventare e complicato ed anche imbarazzante.

A questo proposito, un utente di Twitter ha posto all’ex Comandante della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) Chris Hadfield una domanda sul fatto se fosse vero che nello spazio non si può fare il ruttino. La risposta del famoso astronauta, scienziato, musicista e scrittore, è stata abbastanza sorprendente: “è vero, un po‘”.

Nello spazio non puoi fare il ruttino come faresti sulla Terra

Non puoi fare il ruttino nello spazio perché l’aria, il cibo e i liquidi nello stomaco galleggiano insieme come grosse bolle“, ha risposto Hadfield su Twitter. “Se fai un rutto, ti risale in bocca l’aria mescolata al cibo e agli acidi dello stomaco”.

L’aria, ovviamente, può muoversi attraverso lo stomaco, l’esofago ed uscire fuori dalla bocca ma il problema è la mancanza di gravità. Qui sulla Terra, quando hai dell’aria intrappolata nello stomaco, questa tende a salire verso la bocca dello stomaco perché è più leggera del cibo e dei succhi gastrici.

Nello spazio, dove non c’è gravità, il gas non sale verso l’alto ma rimane mescolato con tutte le altre cose che sono nello stomaco, come dimostra il video qui sotto, un esperimento effettuato sulla ISS che implicava l’inserimento di una compressa effervescente in acqua colorata.

Quindi, se il gas vuole uscire dalla tua bocca, porta con sé altre cose. È una sorta di incrocio tra un rutto e uno sparo.

Quando si rutta nello spazio, spesso si tratta di un “rutto bagnato“, il che significa che viene espulso del liquido” spiegò l’ingegnere della NASA Robert Frost su Quora nel 2016. “È un po’ come quando si soffre di reflusso acido.”

Nel 2011, Charles Bourland, un consulente del Centro Spaziale Commerciale della Tecnologia Alimentare della NASA, aveva osservato che “se fai il ruttino nello spazio, di solito è umido perché il liquido e il gas non si separano nello stomaco come fanno sulla Terra.”

Questa esperienza piuttosto spiacevole è stata anche definita “bomit“, e già il nome dovrebbe dare un’idea di quanto sia fastidioso.

Ci sono ulteriori problemi costituiti da quel gas che ogni tanto esce dall’altra parte. La stazione spaziale è un piccolo ambiente chiuso e quindi può diventare piuttosto maleodorante.

Negli anni ’60, gli scienziati condussero una serie di esperimenti per determinare quale dieta spaziale avrebbe prodotto minori flatulenze, perché, come è noto, il gas intestinale è infiammabile ed era considerato un pericolo in una cabina pressurizzata.

Per questa ragione, fagioli e altri alimenti ad alta flatulenza come cavoli e cavoletti di Bruxelles sono stati rimossi dal menu degli astronauti in missione, anche se ora sono stati reinseriti fagiolini e broccoli.

Questa è una delle ragioni per cui sulla ISS sono installate diverse ventole che favoriscono la circolazione dell’aria. Grazie a questo sistema gli astronauti non soffocano a causa delle proprie esalazioni di CO2 e gas fisiologici.

Gli astronauti sono, però, persone intraprendenti ed ingegnose: secondo il libro “What’s it Like in Space?” di Ariel Waldman, astronauta e fisico della NASA, l’astronauta Jim Newman, che ha trascorso 43 giorni nello spazio, ha elaborato un sistema per ruttare senza vomitare e lo ha definito “spingere e ruttare“.

Secondo quanto riportato nel libro di Waldman, “Newman ha scoperto che spingendo con le braccia tese contro un muro, poteva creare una spinta opposta che sostituendo momentaneamente l’effetto della gravità che spinge il cibo ed i liquidi verso la parte bassa dello stomaco, riusciva ad avere un breve momento durante il quale poteva espellere l’aria dallo stomaco senza conseguenze”.

Gli astronauti sono certamente persone brillanti.

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