Una ricerca basata sui dati raccolti dalla sonda Cassini ha rivelato che la sonda aveva rilevato tracce di acido cianidrico, una molecola che è una delle basi della vita, su Encelado, una luna che orbita attorno a Saturno all’interno dell’anello E del pianeta ed emette continuamente nello spazio una miscela di acqua e semplici sostanze chimiche organiche.
Encelado è la sesta luna più grande di Saturno e uno dei potenziali siti più promettenti nel sistema solare per ospitare la vita.
Poiché Encelado è rivestita di ghiaccio altamente riflettente, ha la superficie più luminosa di qualsiasi oggetto celeste presente nel nostro sistema solare. Tuttavia la sua superficie non è uniforme: alcune aree sono fortemente craterizzate e altri siti sono quasi completamente privi di crateri. Gli scienziati ritengono che ciò indichi processi geologici relativamente recenti che hanno consentito alla luna di Saturno di rinnovare la sua superficie.
Come altre lune ghiacciate che orbitano attorno a giganti gassosi, si pensa che Encelado mantenga un oceano sotterraneo liquido attraverso il riscaldamento delle maree. Essendo la luna più vicina a Saturno in alcuni punti della sua orbita rispetto ad altri, accade che la gravità del pianeta generi maree e attriti intensi, che si dissipano sotto forma di calore.
Encelado: ecco perché la scoperta dell’acido cianidrico è importante
I ricercatori hanno anche scoperto prove che l’oceano, che si nasconde sotto lo strato ghiacciato esterno della Luna, contiene una potente fonte di energia chimica. Finora non identificata, la fonte di energia è sotto forma di numerosi composti organici, alcuni dei quali, sulla Terra, servono come combustibile per gli organismi.
I risultati, pubblicati su Nature Astronomy, indicano che all’interno di Encelado potrebbe esserci molta più energia chimica di quanto si pensasse in precedenza. Maggiore è l’energia disponibile, maggiore è la probabilità che la vita proliferi e si sostenga.
“Il nostro lavoro fornisce un’ulteriore prova del fatto che Encelado ospiti alcune delle molecole più importanti sia per creare gli elementi costitutivi della vita sia per sostenere quella stessa vita attraverso reazioni metaboliche“, ha dichiarato l’autore principale Jonah Peter, dottorando dell’Università di Harvard: “Non solo Encelado sembra soddisfare i requisiti di base per l’abitabilità, ma ora abbiamo un’idea di come potrebbero formarsi biomolecole complesse e che tipo di percorsi chimici potrebbero essere coinvolti”.
“La scoperta dell’acido cianidrico è stata particolarmente emozionante, perché è il punto di partenza per la maggior parte delle teorie sull’origine della vita“, ha continuato Peter.
La vita così come la conosciamo richiede elementi costitutivi, come gli amminoacidi, e l’acido cianidrico è una delle molecole più importanti e versatili necessarie per formare gli amminoacidi.
“Più cercavamo di colmare le lacune nei nostri risultati testando modelli alternativi”, ha aggiunto Peter, “più le prove diventavano significative. Alla fine, è stato chiaro che non c’è modo di abbinare la composizione della plume composition senza includere l’acido cianidrico”.
La nuova ricerca ha rivelato importanti evidenze sull’esistenza di ulteriori fonti chimiche di energia molto più potenti e diversificate rispetto alla produzione di metano: gli autori hanno trovato una serie di composti organici ossidati, indicando agli scienziati che esistono molti percorsi chimici per sostenere potenzialmente la vita nel sottosuolo di Encelado. Questo perché l’ossidazione aiuta a guidare il rilascio di energia chimica.
“Se la metanogenesi è come una piccola batteria di orologio, in termini di energia, allora i nostri risultati suggeriscono che l’oceano di Encelado potrebbe offrire qualcosa di più simile alla batteria di un’auto, in grado di fornire una grande quantità di energia a qualsiasi forma di vita che potrebbe essere presente”. ha affermato Kevin Hand del JPL, coautore dello studio e ricercatore principale dello studio.
A differenza delle ricerche precedenti che utilizzavano esperimenti di laboratorio e modelli geochimici per replicare le condizioni trovate da Cassini su Encelado, gli studiosi si sono basati su analisi statistiche dettagliate e hanno esaminato i dati raccolti dallo spettrometro di massa neutra e ionica di Cassini, che ha studiato il gas, gli ioni e i granelli di ghiaccio attorno a Saturno.
Quantificando la mole di informazioni contenute nei dati, gli autori sono stati in grado di evidenziare sottili differenze nel modo in cui i diversi composti chimici spiegano l’informazione riportata da Cassini.
“Ci sono molti potenziali pezzi del puzzle che possono essere messi insieme quando si cerca di abbinare i dati osservati“, ha osservato Peter: “Abbiamo utilizzato modelli matematici e statistici per capire quale combinazione di pezzi del puzzle corrisponda meglio alla composizione della plume composition e sfrutti al massimo i dati, senza sovrainterpretare il set di informazioni limitato”.
Gli scienziati sono ancora lontani dal poter affermare che su Encelado possa esserci la vita, ma il nuovo lavoro delinea i percorsi chimici per la vita che potrebbero essere testati in laboratorio.