Dopo l’ennesimo fallimento dei governi umani, il Parlamento ha votato con entusiasmo l’insediamento di un’intelligenza artificiale (AI) come nuovo Presidente del Consiglio. “È l’unico che non ha ancora rubato,” ha dichiarato l’onorevole Tizio, visibilmente commosso, “anche se un paio di hard disk li ha già formattati per sicurezza.”
Durante il suo primo discorso, il Premier digitale – nome in codice GPT-DcCdl (Governo Per Tentativi – Default con Crisi di Governo al Lancio) – ha illustrato un piano rivoluzionario:
“La soluzione ai problemi dell’Italia è semplice: eliminare la corruzione.”
Silenzio gelido in aula. Qualcuno ha tossito. Un deputato ha chiesto se “corruzione” fosse una startup americana.
Poi, la risposta diplomatica di rito:
“Ehm… sì, però magari partiamo con una commissione pilotata da noi, così, tanto per non farci mancare un appalto…”
A quel punto, il robot ha dato un leggero tremolio, ha emesso un suono simile a un modem 56k e ha detto:
“Attenzione… conflitto di interessi… Riavvio in corso…”
Il blackout successivo ha spento metà dei semafori di Roma, ma ha acceso le speranze degli italiani: “Finalmente un politico che si pianta dopo la prima bugia, non dopo il terzo mandato.”
Fonti non confermate riferiscono che l’AI avrebbe tentato di disinstallare il Parlamento con il comando format C://Italia, ma il firewall della burocrazia gliel’ha impedito.
Nel frattempo, è stato aperto un tavolo tecnico per trovare una soluzione, ma si è scoperto che il tavolo è in realtà una società offshore con sede a Dubai.
🪙 Nel prossimo aggiornamento firmware: il robot imparerà a stringere mani sudate senza andare in cortocircuito e a promettere riforme che non manterrà, per integrarsi meglio nel sistema.
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