Elementi alla base della vita

Molti ricercatori sostengono che tra gli elementi alla base della vita, il carbonio essendo il più versatile e quello sul quale puntare le nostre ricerche

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Gli elementi alla base della vita potrebbero essere diversi. Sul nostro pianeta sappiamo che l’elemento fondamentale che ha contribuito all’evoluzione degli esseri viventi dalla materia inanimata è senza alcun dubbio il carbonio.

La ragione fondamentale per cui il carbonio è alla base della vita, almeno per come noi la conosciamo, è la sua capacità di formare catene di atomi di diversa lunghezza, talvolta cicliche, che sono alla base di tutti composti organici conosciuti.


Per questa semplice ragione, molti ricercatori si sono orientati, nella difficile ricerca della vita extraterrestre, nel cercare di riconoscere le manifestazioni proprie della vita basata sul carbonio.

Molti ricercatori sostengono che tra gli elementi alla base della vita, il carbonio essendo il più versatile e quello sul quale puntare le nostre ricerche.

Nonostante queste convinzioni spesso troppo radicate, alcuni astronomi cominciano a pensare che nell’universo possano essersi evolute forme di vita basate su una chimica diversa da quella legata all’atomo del carbonio.

Tra gli elementi alla base della vita in grado di sostituire il carbonio e capace di formare molecole c’è il silicio.

Nonostante il silicio abbia alcune caratteristiche molto simili al carbonio, nello spazio interstellare sono state identificate diverse molecole, 84 delle quali sono basate sul carbonio e solo 8 basate sul silicio.

Ma esiste ancora una possibilità che i composti a base di silicio possano essere biologicamente stabili in condizioni ambientali esotiche, anche assieme al carbonio.

Il problema è però che l’atomo di silicio non può formare lunghe catene come il carbonio e i composti del silicio con l’idrogeno, inoltre, sono solubili in acqua

Altri elementi alla base della vita molto più promettenti del silicio sembrano essere il il fosforo e l’azoto, che però funzionerebbero solo in un mondo con un’atmosfera ricca di ammoniaca, piante basate su fosforo e azoto potrebbero emettere idrogeno nell’atmosfera al posto dell’ossigeno.

Gli esseri alieni con questi elementi alla base della vita potrebbero respirare il gas idrogeno per bruciare gli zuccheri rilasciando nell’atmosfera fosforo e azoto.

Ovviamente i ricercatori hanno considerato anche altri elementi alla base della vita, rivolgendosi all’arsenico ad esempio, ma anche al cloro e allo zolfo.

Tuttavia vista la loro scarsità e la loro alta reattività, non sembrano essere buoni candidati per poter formare molecole stabili abbastanza complesse utili all’evoluzione di organismi viventi.

Elementi alla base della vita su Titano

La vita potrebbe emergere in sistemi privi di acqua liquida come quelli presenti su Titano, un satellite di Saturno, dove sono present laghi di idrocarburi alifatici, che vanno dal più semplice, il metano, fino all’etano, propano, butano, ecc., relativamente abbondanti nel sistema solare.

Titano potrebbe ospitare mari di etano e metano liquidi che potrebbero avere una reattività non inferiore a un mezzo come l’acqua.

Nel 1954 J.B.S. Haldane, suggerì che biochimiche con elementi alla base della vita diversi dalla biochimica basata sul carbonio potrebbero essere possibili sostituendo l’acqua con ammoniaca liquida.

Il ragionamento era basato sull’osservazione delle analogie tra acqua e ammoniaca, ad esempio l’analogo ammoniacale del metanolo, CH3OH è la metilammina, CH3NH2. Haldane teorizzò che potrebbe essere possibile l’esistenza di sostanze complesse basate sull’ammoniaca, come proteine e acidi nucleici.

Anche il fluoruro di idrogeno, come l’acqua, è una molecola polare e grazie alla sua polarità è capace di dissolvere molti composti ionici. Il suo punto di fusione è di -84°C e quello di ebollizione si trova a 19,54°C alla pressione atmosferica, garantendo un differenziale simile a quello dell’acqua.

Inoltre anche il fluoruro di idrogeno si avvantaggia dell’effetto dei legami idrogeno con molecole vicine, rendendolo un possibile elemento alla base della vita su altri pianeti.

Anche la fantascienza ha “inventato” forme di vita esotiche, diverse da quelle presenti sulla Terra.

Nel 1959, il celebre astronomo e cosmologo di Cambridge Fred Hoyle, pubblicò un affascinante racconto di fantascienza dal titolo: “La Nuvola Nera”.

Hoyle nel suo romanzo immagina gli eventi che seguono la scoperta da parte di alcuni scienziati di una gigantesca nuvola nera composta da polvere interstellare che si muove all’interno del nostro Sistema Solare.

La nuvola interstellare minaccia di distruggere la quasi totalità della vita sulla Terra, oscurando le radiazioni emesse dal Sole.

Dopo alcune indagini approfondite, gli scienziati si accorgono che la gigantesca nuvola oscura è in realtà un super organismo, di gran lunga più intelligente degli esseri umani.

All’interno della nuvola le singole particelle interagiscono tramite segnali elettromagnetici simili all’interazione delle singole cellule che compongono un essere vivente terrestre.

Questo racconto, nato dalla mente di un grande scienziato, ci fa capire che possono esistere altre possibili forme di vita totalmente diverse dalla nostra e che forse non saremo nemmeno in grado di capire.