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Il dragoncello: gli usi in cucina, curiosità e benefici

Il dragoncello (nome scientifico Artemisia dracunculus) è un'erba aromatica usata di più nella cucina francese, in tante ricette: andiamo a scoprire caratteristiche, curiosità e benefici

Il dragoncello (nome scientifico Artemisia dracunculus) è un’erba aromatica dalle foglie sottili, il cui sapore ricorda vagamente l’anice. Comunemente viene usata di più nella cucina francese, aggiungendo eleganza e un gusto fresco e primaverile a una grande varietà di ricette, incluse le salse e i condimenti per insalate. Andiamo a scoprire caratteristiche, curiosità e benefici.

Il dragoncello, re delle erbe in Francia

Il dragoncello, soprattutto in Francia, viene impiegato in molti piatti (inclusa la nota salsa bernese), dove viene spesso indicato come “il re delle erbe” per la sua capacità di elevare un piatto, anche il più semplice.

Si tratta di una pianta perenne dalle foglie lunghe e appuntite, fiori bianchi, steli duri e legnosi; quindi, una volta piantato ricrescerà ogni anno. Appartiene alla famiglia dell’ Artemesia, che comprende altre verdure dal gusto di anice, ad esempio come quella utilizzata per preparare l’ assenzio.

Quello francese è il più comune, ma esistono altre varietà: il dragoncello spagnolo (noto come il messicano) e il russo. Il primo ha un sapore molto simile al francese, ma leggermente più ricco, il russo invece ha un sapore più intenso con un retrogusto leggermente amaro, usato soprattutto per aromatizzare le bevande.

Meglio fresco o essiccato?

Come per altre erbe aromatiche, la differenza tra il prodotto fresco e quello essiccato è notevole; anzi, è ancora più distinguibile poiché il dragoncello è un’erba volatile e perde molto del suo profumo, durante il processo di essiccazione. Molti chef rifiutano addirittura di usarlo, poiché ha perso le preziose caratteristiche che rendono il fresco così gustoso.

Le persone tendono ad amare o odiare questa pianta, a seconda che preferiscano il suo sapore. Un’erba dal sapore complesso, una combinazione tra il dolce e l’amaro con tocchi di vaniglia, eucalipto, pepe e menta, che lo distinguono da altri cibi dal sapore di anice come ad esempio il finocchio. La varietà francese però ha caratteristiche più equilibrate, un mix di sapori contrastanti ma non tanto da infastidire il palato.

In cucina con il dragoncello

Sia fresco che essiccato, il dragoncello viene usato in modo diverso nelle ricette. Del fresco si prendono le foglie, che devono essere prima rimosse dallo stelo (facendovi scorrere le dita dall’alto verso il basso) quindi sciacquate e poi asciugate delicatamente prima dell’uso.

Possono essere utilizzate intere o tritate, a crudo e aggiunto solo a fine cottura come si fa più o meno con il prezzemolo; se lasciato cuocere a lungo, invece, lascerà un gusto amaro alle pietanze. Quello essiccato invece aggiunto dall’inizio, ma non darà lo stesso effetto a causa del suo sapore molto meno intenso.

Il dragoncello fresco può essere incorporato nelle salse, in condimenti per insalate di pollo e patate, tagliato e aggiunto in un’insalata mista, usato come decorazione di molti piatti o per preparare l’aceto aromatizzato. Appare nella lista degli ingredienti di molti piatti primaverili francesi a base di formaggio, pesce, uova o pollo, ma anche nella cucina dell’Europa orientale e russa, per arricchirne il sapore.

Le alternative

Se intendi preparare un piatto che richiede dragoncello fresco e non ne hai, puoi sostituirlo con altre erbe, ma tieni presente che non avrà lo stesso risultato. Valuta l’utilizzo di cerfoglio o finocchio, se il gusto particolare è importante, semi di anice o finocchio per ogni cucchiaio di dragoncello fresco richiesto, oppure con un mix di basilico, aneto e maggiorana. Anche se non aggiungeranno il sapore per cui il dragoncello è noto, andranno comunque bene in qualunque pietanza tu abbia deciso di cucinare.

Il dragoncello essiccato si trova facilmente nel reparto delle spezie in tutti i supermercati, mentre trovare il fresco può essere più complicato in quanto non è così popolare come le altre erbe (prezzemolo, coriandolo, erba cipollina, aneto).

Potresti trovarlo nella sezione dei prodotti freschi legato a mazzetti, oppure in confezioni a conchiglia; o al mercato in primavera e all’inizio dell’estate. Meglio ancora, se ti piace così tanto metterlo nelle tue ricette, comprare una piantina in un garden o anche online, posizionando il vaso in un luogo soleggiato, senza mai fargli mancare l’acqua.

Conservazione e benefici del dragoncello

Il dragoncello fresco può essere conservato (a temperatura ambiente) in un bicchiere d’acqua per circa una settimana, oppure puoi sciacquarlo, asciugarlo, avvolgerlo in carta da cucina umida e riporlo in un contenitore ermetico dove durerà per circa due settimane in frigorifero.

Se preferisci, puoi anche congelarlo per un massimo di 5 mesi. Il dragoncello essiccato si conserva per circa un anno in un barattolo di vetro, o altro contenitore idoneo munito di coperchio, posizionato in un luogo fresco e buio.

Questa erba aromatica contiene diversi nutrienti tra cui potassio, manganese e ferro; tuttavia, pur essendo benefici per l’organismo, è improbabile che questi minerali influiscano in modo significativo sulla salute: di norma è usato in piccole quantità, ma solo per insaporire le pietanze senza aggiungere grassi e calorie.

Curiosità sul dragoncello

L’origine del nome di questa pianta, chiamata anche “erba dragona”, è facilmente intuibile. In antichità si pensava infatti che il dragoncello potesse anche curare il morso dei draghi; altre ipotesi invece lo attribuiscono alla forma della pianta, che potrebbe ricordarne l’aspetto. Altri nomi con cui è conosciuta: Artemisia, Estragone, Dragone, Tragone, o Artemisia. In Francia la chiamano “estragon” e in Inghilterra “tarragon”.

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