Dalla tecnologia spaziale un’eccellenza italiana per la sanificazione dell’aria

Dallo spazio alla sanità, storia di una piccola, grande eccellenza italiana

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Nel  pieno della pandemia di Covid19 la sanificazione di ambienti ed aria è uno dei fattori più importanti per contenere il  contagio. In assenza  infatti di vaccini o di terapie efficaci accertate la prevenzione rimane l’unico  baluardo  per limitare l’infezione. Un importante contributo in questo senso è offerto da una società  italiana guidata  dall’imprenditore Bruno Spoladore. Da un brevetto della NASA utilizzato per rendere l’aria dei vettori spaziali sicura per gli astronauti l’imprenditore padovano, circa  dieci anni fa, ha sviluppato una tecnologia basata sul biossido  di titanio, il cui potere di disinfezione è tre volte quello del cloro e 1,5 volte quello dell’ozono.
La tecnologia dell’azienda italiana sfrutta un fenomeno  naturale: la fotocatalisi che si verifica quando un catalizzatore modifica tramite la luce una reazione chimica. E’ fondamentalmente  un’ossidazione che induce la decomposizione delle sostanze  organiche ed inorganiche. 
Si tratta  di “drogare” la superficie di biossido  di titanio con nichel,  rame, argento, oro in modo che quando la superficie è colpita dai raggi  UV si formano quasi istantaneamente ioni idrossido  e radicali che di concerto con la radiazione amplificano l’effetto germicida.  La formazione di questa sorta di “nebbia di molecole” catalitiche non si limita  a sanificare le superficie ma “ripulisce” l’aria da un gran numero di batteri, virus e funghi.
Nel caso di SARS-COV-2 responsabile dell’attuale pandemia queste molecole provocano lo sfaldamento del doppio strato di fosfolipidi e l’inattivazione di numerose glicoproteine. La PureAirion (questo  il  nome della società veneta) ha quindi messo a punto la tecnologia AHMPP (da fotopromotore molecolare  avanzato idratato) che si è rivelata dopo anni di messa a punto,  formidabile  nella  sanificazione sicura ed efficace  di ambienti chiusi o semi chiusi ad iniziare dai reparti di rianimazione così cruciali in questa fase  di lotta senza quartiere a Covid19.

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