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Covid e influenza, Natale a rischio? L’appello degli esperti per ‘salvare’ le feste

A due settimane dal Natale, crescono i dati Covid in Italia e aumenta anche la circolazione dell'influenza con entrambi i virus pronti a segnare un nuovo picco di casi proprio verso la fine di dicembre

(Adnkronos) – A due settimane dal Natale, crescono i dati Covid in Italia e aumenta anche la circolazione dell’influenza con entrambi i virus pronti a segnare un nuovo picco di casi proprio verso la fine di dicembre.

Un quadro che, in un momento di incontro e di socialità come quello delle feste, preoccupa non poco gli esperti. Che ormai da giorni lanciano appelli invitando i cittadini al ritorno alla prudenza, a un po’ di distanza fisica e, soprattutto, alla vaccinazione per ‘salvare’ le festività in arrivo.

Sul fronte covid, nella settimana 30 novembre-6 dicembre in Italia si sono registrati 59.498 nuovi casi positivi, con una variazione di +14% rispetto alla settimana precedente (52.177), e 307 morti, il 5,5% in più rispetto alla settimana precedente (291). E’ quanto emerge da bollettino settimanale del ministero della Salute.

Sono stati effettuati 284.806 tamponi, in aumento del 2,5% rispetto alla settimana precedente (277.938). Il tasso di positività sale al 20,9%, con un +2,1%. In Italia, “a livello nazionale, i posti letto Covid occupati crescono in modo significativo, ma su valori più bassi dello scorso anno. Negli ultimi 30 giorni siamo passati da circa 3.600 posti letto ordinari occupati a 6.668; mentre per le terapie intensive da 113 a 219. C’è una risalita dei dati ma con tempi di raddoppio e sempre su numeri bassi, una sorta di ‘spallata’ del virus ma i numeri ci dicono che il sistema tiene. Natale? Il picco di ospedalizzazioni del dicembre 2022, registrato il 12 dicembre, fu di 9.764 posti letto ordinari occupati; quest’anno dovremmo restare sotto 9.000, comunque sotto il picco di dicembre 2022“.

Così all’Adnkronos Salute Antonello Maruotti, ordinario di Statistica dell’Università Lumsa e co-fondatore dello StatGroup19, gruppo interaccademico di studi statistici sulla pandemia di Covid 19, ieri ha fatto il punto della situazione. “Allo stesso modo, per le terapie intensive, il picco, sempre raggiunto il 12 dicembre 2022, fu di 347; quest’anno dovremmo vederlo intorno a 300, spero più intorno a 250 – aggiunge – Infine, sempre per fare un confronto con cosa successe lo scorso anno, al 10 novembre 2022 c’erano 203 terapie intensive occupate (fine della discesa che si osservò in quel periodo), un mese dopo furono 347 (picco raggiunto in 4 settimane dall’inizio della crescita). Idem, per i ricoveri ordinari, si passò da 6.347 a 9.764 (sempre picco in 4 settimane dall’inizio della crescita)“.

L’analisi di Maruotti si sposta poi sulle regioni. “C’è molta eterogeneità. Lombardia bene, con contagi in discesa, vicini al picco di ospedalizzazioni su livelli che sono la metà dello scorso anno; terapie intensive cresciute velocemente, su numeri simili allo scorso anno – precisa – Lazio, invece, casi in nuova crescita, dopo un breve e contenuto rallentamento della velocità di salita; posti letto ordinari e in terapia intensiva in crescita, difficile dire quando e di quanto sarà il picco, al momento“.

E corre veloce anche l’influenza 2023 in Italia: 630mila contagi nell’ultima settimana (27 novembre – 3 dicembre), quasi 3 milioni gli italiani colpiti dall’inizio della sorveglianza epidemica. “Continua ad aumentare il numero di casi di sindromi simil-influenzali (Ili) in Italia. Nella 48esima settimana (27 novembre-3 dicembre), l’incidenza è pari a 10,7 casi per mille assistiti (9,3 nella settimana precedente). Si sottolinea che a tale aumento concorrono diversi virus respiratori e non solo quelli dell’influenza“, evidenzia l’ultimo rapporto epidemiologico RespiVirNet pubblicato dall’Iss.

Nella settimana monitorata dal report, “i casi stimati di sindrome simil-influenzale, rapportati all’intera popolazione italiana, sono circa 630.000, per un totale di circa 2.946.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza“.

Aumenta l’incidenza in tutte le fasce di età, ma risultano maggiormente colpiti i bambini al di sotto dei cinque anni in cui l’incidenza è pari a 24,7 casi per mille assistiti (18,5 nella settimana precedente). La scorsa stagione in questa stessa settimana l’incidenza nei bambini sotto i cinque anni era pari a 49,2 casi mille assistiti“, registra il report.

Nelle altre fasce d’età, l’incidenza arriva a 11,41 (15-64 anni) e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 6,33 casi per mille assistiti, conclude il report. “Vista l’aumentata circolazione del Covid e dell’influenza serve tornare alla prudenza. Per evitare i contagi, meglio evitare gli auguri con baci e abbracci, abitudine diffusa tra gli italiani soprattutto al Sud. Mantenere un po’ di distanza fisica, in questi casi, non è segnale di un minore affetto ma un gesto di attenzione verso sé stessi e agli altri“. Il consiglio arriva da Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo) che, in base ai dati in crescita dei contagi da Sars- Cov-2 e dell’influenza, invita a “tornare ad atteggiamenti prudenti perché durante le feste di Natale avremo un picco di contagi, sia per le malattie influenzali sia per il coronavirus“.

Dobbiamo sottolineare ovviamente – continua Anelli – che il Covid oggi non è quello che abbiamo conosciuto nel 2020-/21, fa meno paura. Ma resta ancora una malattia temibile. I dati sulla mortalità, purtroppo sono in ascesa, ogni settimana muoiono 200 persone con una tendenza all’aumento. Non abbiamo più un sistema di sorveglianza puntuale sulla circolazione virale ma i dati dei ricoveri, delle rianimazioni e dei decessi evidenziano con chiarezza il forte aumento. Per questo, con l’avvicinarsi delle feste, con la maggiore frequenza di incontri in luoghi chiusi, serve avere molta prudenza. Ricordiamo le cose che abbiamo imparato in pandemia: la trasmissione di questi virus passa attraverso le goccioline di saliva. Per questo non va bene baciarsi per scambiarsi gli auguri. E, in generale, applichiamo le misure igieniche che conosciamo“.

Per esempio, “nei locali molto affollati, l’uso della mascherina non è una cattiva idea“, conclude il presidente della Fnomceo, ricordando che soprattutto “occorre vaccinarsi contro il Covid e contro l’influenza. Il vaccino è l’unica vera arma che abbiamo e dobbiamo usarla“.

I casi Covid sono in aumento anche a Roma. Occorre vaccinarsi, vaccinarsi e vaccinarsi e farlo prima di Natale, anche contro l’influenza“, dice quindi all’Adnkronos Salute il presidente dell’Ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri (Omceo) di Roma e provincia, Antonio Magi, che lancia un appello agli over 60, ai fragili e agli immunodepressi affinché si immunizzino in queste due settimane che mancano al Natale. “I vaccini ci sono e presto ci saranno anche gli open day per fare l’anti-Covid, non perdiamo tempo“, conclude.

Per Natale ci sarà una circolazione contemporanea dell’influenza, che arriverà al picco, e del Covid che continuerà a circolare parecchio. Ma non dobbiamo neanche pensare ad un ritorno delle restrizioni come nel 2020. Oggi l’identikit del paziente che arriva in ospedale purtroppo è l’80-90enne che non ha mai fatto la dose di richiamo nel 2022 e nel 2023 – dice all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova – . Sono molto indietro. Ha ragione il senatore Malan, non esistono tifosi e non si può pensare ad un ritorno di lockdown, obblighi e mascherina. E’ una circolazione virale tipica dove si incrociano Covid e influenza, credo che la cosa più importante non è parlare di Ffp2 o chiusure ma di convincere le persone anziane a vaccinarsi. Oggi abbiamo fatto il vaccino anti-Covid ad un over 80 su 6 mentre dovremmo arrivare al 50%“.

Il Covid “rovinerà le vacanze natalizie a molti italiani“, è la sentenza di Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento. “La circolazione del virus – dice all’Adnkronos Salute – è destinata ad aumentare in queste settimane. Non abbiamo motivo di pensare il contrario anche per l’occupazione dei posti letto, visto che la vaccinazione non è mai veramente partita. Il malessere provocato dal Covid dura da 5 giorni fini a due settimane, infettarsi non è una bella esperienza, in particolare nel periodo natalizio“, dice l’epidemiologo.

Per Lopalco per migliorare l’adesione vaccinale contro il Covid, oggi scarsissima, “una strategia serviva, eccome. Adesso si sta solo cercando di mettere le pezze ad una situazione incontrollabile. L’idea di risolvere il problema con un po’ di informazione e con gli Open day è come dire che vogliamo risolvere il problema della povertà con un giorno di raccolta fondi“.

Nella settimana di Natale potremmo arrivare a 800mila casi tra influenza vera e propria, virus respiratorio sinciziale (Rsv), metapneumovirus e anche un po’ di Covid“, sul quale “è difficile fare stime perché i dati sono sempre sottostimati“. E’ lo scenario prospettato dal virologo dell’università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, che per “la settimana clou” prevede un buon numero di italiani messi a letto da “sindromi con febbre sopra i 38 gradi“, spiega all’Adnkronos Salute, e almeno “un sintomo respiratorio più un sintomo generale“.

—cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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