“Red Moon Rising: How America Will Beat China on the Final Frontier“, un nuovo libro scritto da Greg Autry e Peter Navarro mette a fuoco la posta in gioco della Corsa allo Spazio 2.0, che è molto più alta del prestigio nazionale e del diritto di vantarsi.
Al centro di questa corsa c’è la palpabile ambizione della Cina, espressa da Xi Jinping, di raggiungere una posizione dominante nello Spazio entro il 2045. Il significato di questa ambizione non può essere sopravvalutato.
Spazio 2.0: una nuova forma di “supremazia”
Come dice il proverbio, “il possesso è i nove decimi della legge”. Secondo il diritto internazionale, nessuna nazione sovrana può rivendicare un territorio nello Spazio, tuttavia la semplice presenza si tradurrà in un potere contrattuale e un’influenza superiori.
Contrariamente a quanto viene rappresentato nella fantascienza, lo Spazio non è un paese delle meraviglie senza legge. Esistono quattro trattati internazionali ampiamente ratificati che regolano le attività spaziali. Sono formulati in modo ampio, soffrono di incoerenze interne e lacune evidenti e sono soggetti a interpretazioni diverse.
Ad esempio, mentre il diritto internazionale vincolante stabilisce che l’esplorazione e l’uso dello Spazio esterno devono essere liberi per l’esplorazione e l’uso da parte di tutti, afferma anche che una Nazione non può rivendicarne il territorio in alcun modo.
Questo è bilanciato dal requisito che le attività nello Spazio siano condotte nel dovuto rispetto dei corrispondenti interessi degli altri. Non esiste una definizione legale di “debito rispetto”. In quanto tale, esiste un vantaggio potenzialmente serio per chi fa la prima mossa che deve essere compreso e preso in considerazione poiché la dipendenza della società umana dall’utilizzo dell’esplorazione spaziale continua.
I benefici per l’Umanità
Autry e Navarro hanno spiegato chiaramente i molti modi in cui l’esplorazione spaziale ha apportato benefici all’Umanità. I satelliti in orbita raccolgono quantità enormi di informazioni sulla nostra casa e ci hanno aiutato in tutto, dal monitoraggio delle sfide ambientali alla gestione dei raccolti e all’evitamento dei disastri.
Il futuro è ancora più promettente se guardiamo alla produzione di farmaci e altri prodotti che sono più facili da sviluppare in condizioni di microgravità che sulla Terra.
Gli autori offrono anche un importante avvertimento: il Trattato sullo Spazio extra-atmosferico del 1967 esprime il desiderio che esso venga utilizzato sempre e solo per scopi pacifici, ma non lo impone. Pertanto, il Partito Comunista del presidente Xi Jinping ha sviluppato capacità spaziali che potrebbero provocare un disastro disastroso qui sulla Terra.
“Per i paesi che non potranno mai vincere una guerra con gli Stati Uniti utilizzando il metodo dei carri armati e degli aerei”, hanno affermato gli autori: “Attaccare il sistema spaziale statunitense potrebbe essere una scelta irresistibile e molto allettante”. La Cina minaccia di disabilitare le capacità spaziali degli Stati Uniti mentre stanno anche costruendo la propria infrastruttura spaziale.
Per quanto spaventosi possano sembrare gli impulsi elettromagnetici e le armi laser, la minaccia più pragmatica è molto più allarmante. La posta in gioco è letteralmente l’accesso alle vaste risorse dell’Universo. Negli anni ’60, il vincitore della corsa allo spazio rivendicava il diritto di vantarsi della superiorità tecnologica.
In un capitolo intitolato “La cornucopia dei cieli, le risorse spaziali”, Autry e Navarro hanno delle numerose opportunità di crescita economica supportate dalle risorse spaziali, anche semplicemente avendo una presenza in orbita o oltre, a il vero premio è un altro. Gli autori non sono iperbolici quando scrivono che l’Umanità si trova su un punto di svolta monumentale.
Le persone che vivono oggi potrebbero essere tra le prime a migrare dalla Terra e non tornare mai più. Dove andranno? Sulla Luna, certamente, ma c’è una grande distesa oltre da scoprire ed esplorare. Dovremo usare la Luna come banco di prova. Possiamo imparare come estrarre risorse, compresa l’acqua, dalla superficie lunare.
Costruiremo installazioni e habitat utilizzando le risorse trovate sulla Luna. E la prima nazione a costruire una presenza permanente fuori dal mondo stabilirà probabilmente i termini di governance.
Conclusioni
Space Race 2.0 riguarda la costruzione della struttura per il futuro. Avere una presenza umana permanente su un altro corpo celeste porta con sé una sostanziale autorità. Il primo a muoversi eserciterà un’influenza sostanziale sull’accesso alle risorse celesti e sull’interpretazione di principi giuridici cruciali come il dovuto rispetto.
Questo è un premio allettante per qualsiasi paese che cerchi di diventare la potenza spaziale dominante. Speriamo che sia un’iniziativa che valorizzi la dignità umana, la diversità e la libertà.
Nonostante queste problematiche, Red Moon Rising è ottimista. Serve come un chiaro invito all’azione, esortando le parti interessate a prestare attenzione agli imperativi della corsa allo Spazio 2.0 e a partecipare attivamente alla definizione di un futuro in cui la presenza dell’umanità si estenda oltre i confini della Terra.