Il suo vero nome era Kudrjavka, ma in Occidente divenne famosa con il nome di Laika.
Laika era una cagnolina randagia che il 3 novembre 1957 lasciò la Terra a bordo della capsula spaziale Sputnik 2 partì con un destino già scritto.
La capsula che la ospitava portava acqua ed era attrezzata per la vita ma non era stata prevista nessuna strategia di rientro. Molti concordano nel dire che il cane arrivò vivo in orbita, ma le ipotesi sulla sua sorte sono discordanti.
Il governo sovietico all’epoca disse che Laika era sopravvissuta per 4 giorni, ma studi successivi dimostrarono che probabilmente era morta dopo poche ore, a causa degli sbalzi termici.
Poi venne il turno di una coppia di scimmie, “Miss” Baker, una piccola scimmia scoiattolo sudamericana (Saimiri sciureus), ingabbiata nell’ogiva di un razzo Jupiter del programma spaziale americano insieme a un Macaco Rhesus di nome Able, raggiunse una quota di 480 chilometri e sopportò una velocità di oltre 16 mila chilometri orari, rimanendo in microgravità per 9 minuti, era Il 28 maggio 1959.
Le scimmie sopravvissero al volo, ma Able morì qualche giorno dopo durante un intervento chirurgico per la rimozione di un sensore. Baker invece sopravvisse per altri 25 anni e morì a 27 anni nel 1984.
Il 31 gennaio 1961 Ham (acronimo per Holloman Aero Med, dal nome della base aeronautica nel Nuovo Messico da cui fu lanciato) fu il primo scimpanzé a volare nello Spazio.
A bordo della capsula Mercury lanciata dal razzo Redstone il primate raggiunse una quota di 252 chilometri a una velocità di 9426 chilometri all’ora – un’altezza e una velocità più elevate di quelle inizialmente programmate – per un totale di 16 minuti e mezzo di volo di cui oltre 6 e mezzo in assenza di gravità.
Al momento del lancio Ham aveva poco meno di 4 anni. Nonostante diversi problemi se la cavò egregiamente e il suo volo aprì la strada al lancio del primo astronauta statunitense, Alan B. Shepard.
Oltre a cani e scimmie anche una gatta venne lanciata nello spazio, su chiamava Félicette, e affrontò una missione del programma spaziale francese.
La gatta è stata protagonista di una campagna su Kickstarter. L’obiettivo era raccogliere fondi per erigere una statua-memoriale in suo ricordo a Parigi: l’animale, che col tempo è stato messo nel dimenticatoio, contribuì a fare della Francia una potenza spaziale.
Torniamo al 18 ottobre del 1963: Felicette fu issata in cima a un razzo Véronique AG1 in Algeria e lanciata a 157 km di altitudine, dove sperimentò per 5 minuti la microgravità. Il razzo raggiunse una velocità di mach 6 e la gatta subi un’accelerazione di 9,5 g prima di essere paracadutata sulla Terra dopo un quarto d’ora. Felicette venne recuperata sana e salva.
La gatta prima del lancio fu sottoposta a un severo allenamento insieme ad altri felini, ben 13. I felini vennero sottoposti a duri allenamenti nelle centrifughe mentre la loro attività cerebrale veniva tenuta sotto osservazione attraverso elettrodi speciali.
Alla fine la scelta ricadde su Felicette, forse grazie al suo carattere tranquillo, ma altre voci invece affermano che gli altri gatti non erano idonei al lancio perché durante la fase preparatoria erano diventati sovrappeso.
Altre fonti ancora insinuano che Félicette fosse l’equipaggio di backup di un gatto maschio, Felix, misteriosamente scomparso il giorno del lancio.
In realtà Felix non è mai esistito: la pioniera del volo felino fu proprio la nostra Felicette, che presto verrà commemorata con una statua.
Le missioni spaziali con animali a bordo sono continuate e cosi durante gli anni seguenti è toccato a conigli, tartarughe, tritoni, pesci, meduse, scorpioni, topi e altre decine di specie hanno accompagnato gli astronauti dello Shuttle e sono stati in missione sulla ISS nei loro voli spaziali.
Fonti: Focus.it; Wikipedia.