Cambiamento climatico e carbon budget, fondamentali i prossimi dieci anni

Solo un decennio ci separerebbe dall'esaurimento del bilancio del carbonio, stando a un report che annualmente ne monitora l'andamento. Una sfida volta alla lotta al cambiamento climatico da emissioni di CO2, con un obiettivo importante: scongiurare una catastrofe ambientale dalle conseguenze devastanti

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Ogni anno, dal 2006, viene stilato un rapporto, curato da un team internazionale di ricercatori, in cui viene delineato il cosiddetto Bilancio del carbonio globale e, per quanto riguarda l’edizione 2020, i dati divulgati sono tutt’altro che promettenti. Ma di che cosa si tratta esattamente? Il bilancio del carbonio, o carbon budget, già dal nome richiama le problematiche relative al cambiamento climatico in atto, e delinea quanta CO2 si può ancora emettere nell’atmosfera prima di superare il punto di non ritorno, ossia quella soglia oltre la quale la temperatura media globale supererà i 2 gradi centigradi rispetto alla temperatura media che si aveva in epoca preindustriale.

Dunque, cosa è emerso dall’edizione 2020 di questo rapporto? Sembrerebbe che il bilancio del carbonio restante al pianeta sia solo dell’8%, e che con il prossimo decennio questo si esaurirà, qualora le emissioni continuassero di questo passo, senza contare che anche il minimo innalzamento di questo livello porterebbe a un aumento della temperatura media globale superiore a 1.5 gradi Celsius con l’inizio del prossimo secolo, conducendo a catastrofi inimmaginabili.

Ma come porre rimedio a quello che sembra un disastro annunciato? Uno spiraglio ci sarebbe, stando a quanto dicono i ricercatori, perché la crescita di emissioni di carbonio a livello globale sta rallentando in tutto il pianeta, grazie a una maggiore sensibilità sul tema del cambiamento climatico in corso negli ultimi anni. Sicuramente nel corso del 2020, un fattore fondamentale per la decrescita di questo tasso, addirittura del 7%, è stata la pandemia da Covid-19, che ha portato gran parte dei paesi in tutto il mondo a un lockdown di diverse settimane; il risultato è stato una decrescita del livello di carbonio pari al 12% negli Stati Uniti, dell’11% nell’Unione Europea e del 9% in India, soprattutto nella prima metà di aprile, quando le restrizioni hanno raggiunto il picco.

A provocare questa frenata la riduzione delle emissioni nel settore dei trasporti di superficie, che da soli contribuiscono al 21% del totale, e che nei mesi di lockdown sono stati dimezzati quantitativamente parlando. Anche le emissioni provocate dal trasporto aereo sono crollate, addirittura del 75%, ma rappresentando soltanto il 2.8% del totale, la loro riduzione ha avuto un impatto decisamente inferiore.

La domanda che ora si pongono gli scienziati è: quanto dureranno i benefici del lockdown da coronavirus? Difficile dare una risposta certa: ciò che è sicuro è che, per far sì che la temperatura media globale non salga oltre 1.5 gradi Celsius con l’inizio del prossimo secolo, le emissioni globali di carbonio dovranno subire un taglio che oscilla tra il 25% e il 50% nel periodo tra il 2020 e il 2030, come spiegano alcuni modelli climatici.



Le armi a nostra disposizione passano dalla protezione delle biodiversità, al blocco delle deforestazioni, o anche dall’utilizzo delle macchine elettriche e delle energie rinnovabili: tutti rimedi che dovranno essere adottati tempestivamente se vogliamo scongiurare una catastrofe ambientale dalle conseguenze devastanti.

Fonte: https://www.forbes.com/sites/dishashetty/2020/12/11/world-is-set-to-exhaust-carbon-budget-in-10-years

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