Caccia a manufatti alieni sulla Luna

Avi Loeb, astrofisico e presidente del dipartimento di astronomia di Harvard, suggerisce di cercare manufatti alieni sulla superficie della Luna che, se trovati, potrebbero fornire elementi utili sulla vita extraterrestre

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Avi Loeb, presidente del dipartimento di astronomia di Harvard, ritiene possibile che la Luna nasconda indizi sulla vita extraterrestre.
“Sarebbe allettante trovare microfossili di forme di vita aliena sulla luna. Ancora più eccitante sarebbe trovare tracce di apparecchiature tecnologiche abbandonate sulla superficie lunare un miliardo di anni fa, sarebbe come trovare una lettera di una civiltà aliena che dice: Noi esistiamo”, sostiene Loeb.
Un articolo che Loeb ha scritto con Manasvi Lingam suggerisce d cercare manufatti alieni sulla superficie della Luna. La ricerca sarebbe potenzialmente in grado di fornire elementi utili sulla vita extraterrestre.
“L’assenza di un’atmosfera lunare”, scrive Loeb in “La luna come rete da pesca per la vita extraterrestre”, “garantisce che questi oggetti raggiungano la superficie lunare senza bruciare. Inoltre, l’inattività geologica della Luna implica che eventuali manufatti alieni depositati sulla sua superficie saranno preservati e non persi nelle viscere del nostro satellite. Fungendo da cassetta delle lettere naturale, la superficie lunare ha raccolto tutti gli oggetti che l’hanno colpita durante gli ultimi miliardi di anni. La maggior parte di questa posta proviene dal sistema solare”.
Alcuni oggetti possono però provenire dall’esterno del sistema solare, dallo spazio interstellare. Nel 2017 è stato rilevato il primo di questi oggetti, ‘Oumuamua, un asteroide lungo circa 400 metri e dal comportamento particolare, che ha fatto pensare a una possibile origine artificiale. Tre abbi prima, una meteora di un metro proveniente dall’esterno del sistema solare si è disintegrata attraversando l’atmosfera terrestre. La meteora, larga circa un metro, è stata rilevata l’8 gennaio 2014, a un’altitudine di 18,7 chilometri su un punto vicino all’isola Manus della Papua Nuova Guinea nel Pacifico meridionale. L’elevata velocità pari a circa 216.000 km / h e la sua traiettoria, secondo Loeb suggerivano che provenisse dall’esterno del sistema solare.
Con la scoperta del primo oggetto interstellare avvenuto nel 2017 è ora possibile, per la prima volta, calcolare la quantità di materiale interstellare caduto sulla superficie della Luna nel corso della sua storia. Sulla Terra, i microfossili più antichi, con prove inequivocabili di cellule viventi risalgono a circa 3,4 miliardi di anni fa, scoperti nella formazione Strelley Pool nell’Australia occidentale, forse prefigurano scoperte simili sulla superficie del nostro satellite naturale.
La Terra potrebbe rivelarsi un analogo a ciò che è nascosto sulla Luna. Il 19 agosto, The Galaxy ha riferito che il raro ferro-60 è stato scoperto in Antartide. Gli oggetti dello spazio esterno che vanno dalla polvere alle meteore che cadono regolarmente sulla Terra, ma sono generalmente fatti degli stessi materiali del nostro pianeta, poiché tutto nel sistema solare, incluso il Sole stesso, è costituito dagli stessi blocchi di costruzione risalenti a miliardi di anni fa. Poiché il ferro-60 non è tra quei materiali, deve essere arrivato dallo spazio interstellare espulso da eventi di supernovae.
In un altro articolo scritto conlo studente di astrofisica  Amir Siraj, Loeb ha mostrato che un telescopio di due metri installato su un satellite in orbita attorno alla Luna potrebbe osservare impatti di oggetti interstellari mentre si schiantano su di essa. Successivamente si potrebbero  estrarre eventuali “biomarcatori” analizzando campioni di superficie lunare.
“Identificare i biomarcatori dai detriti di materiale che hanno avuto origine nella zona abitabile intorno ad altre stelle”, osserva Loeb, “ci offrirebbe informazioni sulla natura della vita extraterrestre. La domanda fondamentale è se la vita extraterrestre assomiglia alle strutture biochimiche che troviamo sulla Terra. Le somiglianze potrebbero implicare che esiste un percorso chimico unico ovunque per la vita o che la vita è stata trasferita in qualche modo tra i sistemi stellari”.
In ogni caso, conclude Loeb, uno studio sulla Luna riduce la necessità di inviare veicoli spaziali in missioni estremamente lunghe per visitare altri sistemi stellari.
Fonte: https://dailygalaxy.com/2019/09/message-in-a-bottle-moons-surface-may-harbor-traces-of-alien-organisms-technology/