giovedì, Maggio 15, 2025
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Putin riconosce le regioni separatiste del Donbas

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Questa sera, con un lungo discorso televisivo alla nazione, in cui ha affermato che l’Ucraina non ha una storia di vera nazione, e ha accusato le autorità ucraine di corruzione, ha confermato che riconoscerà l’indipendenza delle due autoproclamate repubbliche separatiste nell’Ucraina orientale.

Il presidente russo Putin ha firmato i documenti relativi in diretta tv e ha chiesto al parlamento russo di ratificare la decisione il prima possibile. Poi ha concluso il suo discorso dicendo “Sono sicuro che avrò il sostegno del popolo russo. Grazie“.

Immediate le reazioni del leaders europei: il Primo Ministro britannico Boris Johnson ha commentato che l’annuncio di Putin è “l’ennesima indicazione che le cose si stanno muovendo nella direzione sbagliata in Ucraina“.

Johnson ha continuato dicendo che il Regno Unito “continuerà a fare tutto il possibile per sostenere il popolo ucraino“, inclusa la preparazione di sanzioni “robuste” e continuando a “fortificare” il fianco orientale della Nato.

Ci sono state alcune speculazioni sul fatto che il Regno Unito e gli Stati Uniti potrebbero armare un’insurrezione ucraina che resisterebbe se la Russia dovesse invadere. Johnson afferma che pochi paesi hanno fornito all’Ucraina “armi difensive” come ha fatto il Regno Unito. “Ora”, ha concluso, “penseremo a cosa possiamo fare di più per sostenere l’Ucraina in un momento molto buio e difficile“.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha precedentemente promesso “una risposta rapida e ferma” da parte degli Stati Uniti e di alleati e partner se la Russia si muoverà per riconoscere le regioni separatiste dell’Ucraina come parte del territorio russo, definendo tale mossa una “grave violazione del diritto internazionale“.

Ecco perché il riconoscimento delle regioni controllate dai separatisti è significativo :

La guerra è scoppiata nel 2014 dopo che i ribelli sostenuti dalla Russia hanno sequestrato edifici governativi in ​​paesi e città dell’Ucraina orientale. Gli intensi combattimenti hanno lasciato parti della regione orientale di Luhansk e Donetsk nella regione del Donbas nelle mani di separatisti sostenuti dalla Russia. La Russia ha anche annesso la Crimea dall’Ucraina nel 2014 con una mossa che ha suscitato la condanna globale.

Le aree controllate dai separatisti nel Donbas divennero note come Repubblica popolare di Luhansk (LPR) e Repubblica popolare di Donetsk (DPR). Il governo ucraino a Kiev afferma che le due regioni sono in effetti occupate dalla Russia. Le autoproclamate repubbliche non sono riconosciute da nessun governo, compresa la Russia. Il governo ucraino si rifiuta di parlare direttamente con nessuna delle due repubbliche separatiste.

L’accordo di Minsk II del 2015 ha portato a un traballante accordo di cessate il fuoco e il conflitto si è trasformato in una guerra statica lungo la linea di contatto che separa il governo ucraino e le aree controllate dai separatisti. Gli accordi di Minsk (dal nome della capitale della Bielorussia dove sono stati conclusi) vietano le armi pesanti vicino alla linea di contatto.

Il linguaggio attorno al conflitto è fortemente politicizzato. Il governo ucraino chiama le forze separatiste “invasori” e “occupanti”. I media russi chiamano le forze separatiste “milizie” e sostengono che siano locali che si difendono dal governo di Kiev.

Più di 14.000 persone sono morte nel conflitto nel Donbas dal 2014. L’Ucraina afferma che 1,5 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case, la maggior parte delle quali è rimasta nelle aree del Donbas che rimangono sotto il controllo ucraino e circa 200.000 si sono reinsediate nella più ampia regione di Kiev.

Subito dopo il discorso di Putin Stati Uniti, Francia e Germania hanno riunito i rispettivi consigli di sicurezza. In Italia tutti i partiti hanno chiesto al governo di riferire in parlamento.

Ora la grande paura è che la Russia rompa gli indugi e sposti forze militari nel Donbas.

Cosa accadrebbe se viaggiassi nell’universo in linea retta per sempre?

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Le galassie mostrate in questa immagine si trovano tutte al di là del Gruppo Locale, e come tali sono tutte gravitazionalmente svincolate da noi. Di conseguenza, man mano che l’Universo si espande, la luce proveniente da esse viene spostata verso lunghezze d’onda più lunghe e più rosse e questi oggetti finiscono più lontano, in anni luce, del numero di anni effettivamente impiegati dalla luce per viaggiare da loro al nostro occhi. Man mano che l’espansione continua inesorabilmente, finiranno progressivamente sempre più lontano. (Credito : ESO/INAF-VST/OmegaCAM. Riconoscimento: OmegaCen/Astro-WISE/Kapteyn Institute.)
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Con un tempo sufficiente, la luce emessa da un oggetto distante arriverà ai nostri occhi, anche in un universo in espansione. La lunghezza d’onda non solo dei fotoni viene allungata dall’espansione dell’Universo, ma anche la lunghezza d’onda de Broglie delle particelle di materia viene allungata. Maggiore è la quantità di tempo che la luce trascorre viaggiando attraverso l’Universo, più la sua lunghezza d’onda viene allungata dall’espansione cosmica. ( Credito : Larry McNish/RASC Calgary)
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Gli angoli di un triangolo si sommano in quantità diverse a seconda della curvatura spaziale presente. Un universo curvo positivamente (in alto), curvo negativamente (al centro) o piatto (in basso) avrà gli angoli interni di un triangolo sommati rispettivamente a più, meno o esattamente uguali a 180 gradi. Sebbene sia facile visualizzare come una superficie di curvatura positiva (in alto) possa essere finita e tornare indietro su se stessa, anche le superfici che non sono curve positivamente possono essere finite. (Credito : NASA/WMAP Science Team)
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Questa struttura geometrica di un toro è un esempio di una superficie spazialmente piatta, senza curvature né positive né negative su di essa, che tuttavia è di estensione finita. Se il tuo spazio è di natura simile a un toro, potresti eventualmente tornare al punto di partenza se viaggiassi in linea retta per sempre. (Credito : Bryan Brandenburg/Wikimedia Commons)
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La visione più completa del fondo cosmico a microonde, che è la luce più antica osservabile nell’Universo, ci mostra un’istantanea di com’era il cosmo appena 380.000 anni dopo l’inizio del caldo Big Bang. Il fatto che non ci siano strutture ripetute e regioni che possono essere identificate l’una con l’altra vincola la dimensione di qualsiasi struttura ripetitiva o natura finita dell’Universo ad essere maggiore della dimensione dell’orizzonte cosmico moderno. (Credito : ESA/Planck Collaboration)
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I destini previsti dell’Universo (le prime tre illustrazioni) corrispondono tutti a un Universo in cui la materia e l’energia combinate combattono contro il tasso di espansione iniziale. Nel nostro Universo osservato, un’accelerazione cosmica è causata da un qualche tipo di energia oscura, che è finora inspiegabile. Se il tasso di espansione continua a diminuire, come nei primi tre scenari, alla fine puoi raggiungere qualsiasi cosa. Ma se il tuo Universo contiene energia oscura, non è più così. (Credito : E. Siegel/Oltre la Galassia)
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La dimensione del nostro Universo visibile (giallo), insieme alla quantità che possiamo raggiungere (magenta). Il limite dell’Universo visibile è di 46,1 miliardi di anni luce, poiché è il limite di quanto sarebbe lontano un oggetto che emette luce che ci starebbe raggiungendo oggi dopo essersi espanso lontano da noi per 13,8 miliardi di anni. Tuttavia, oltre i circa 18 miliardi di anni luce, non potremo mai accedere a una galassia anche se ci dirigessimo verso di essa alla velocità della luce. (Credito : Andrew Z. Colvin e Frederic Michel, Wikimedia Commons; Annotazioni: E. Siegel)

Preziosi elementi di terre rare estratti dai rifiuti – video

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Un team di ricercatori ha recuperato con successo preziosi elementi delle terre rare (REE), che hanno proprietà magnetiche ed elettroniche cruciali per l’elettronica moderna e le tecnologie verdi, dai rifiuti ad alto rendimento.

Il processo che hanno utilizzato è molto delicato per l’ambiente, poiché consuma molta meno energia e riduce il flusso di acido comunemente usato per recuperare gli elementi in una pioggerellina, il che è un enorme passo avanti data la difficoltà di estrarre e riciclare gli elementi della Terra.

Come possiamo assicurarci che gli elementi delle terre rare non si deperiscano nei rifiuti?

Ecco un fatto divertente: gli elementi delle terre rare non sono infatti rari. Se guardi il cerio, vedresti che è più abbondante del rame, e tutti sono più abbondanti dell’oro. Ma, come l’ittrio e lo scandio, questi 15 elementi lantanidi sono ampiamente diffusi e difficili da estrarre dai minerali estratti.

Questo diventa un problema se si pensa al fatto che i REE sono componenti necessari di oltre 200 prodotti in un’ampia gamma di applicazioni, in particolare prodotti di consumo high-tech come telefoni cellulari, dischi rigidi per computer, veicoli elettrici e ibridi e schermi piatti monitor e televisori.

La tecnologia di riscaldamento flash Joule dei ricercatori è stata ideata alcuni anni fa per produrre grafene da qualsiasi fonte di carbonio solido e ora viene attualmente applicata a tre fonti di elementi di terre rare per recuperare metalli delle terre rare: ceneri volanti di carbone, residui di bauxite ed elettronica sciupare.

La nuova tecnica

L’estrazione industriale di questi rifiuti spesso comporta la lisciviazione con acido forte, una tecnica che richiede tempo e dannosa per l’ambiente. Al contrario, i ricercatori hanno riscaldato la cenere volante e altri materiali combinati con il nerofumo per promuovere la conduttività a circa 5.432 gradi Fahrenheit (3.000 gradi Celsius) in un secondo.

Questo processo ha consentito loro di convertire i rifiuti in “specie REE attivate” altamente solubili, secondo lo studio pubblicato su Science Advances.

“La strategia è generale per vari rifiuti”, ha affermato il ricercatore post-dottorato e autore principale Bing Deng, in un comunicato stampa. “Abbiamo dimostrato che i rendimenti di recupero dell’REE sono stati migliorati da ceneri volanti di carbone, residui di bauxite e rifiuti elettronici mediante lo stesso processo di attivazione”.

E l’universalità del processo è ciò che lo rende così promettente: ogni anno vengono creati milioni di tonnellate di residui di bauxite e spazzatura elettronica.

“Il Dipartimento dell’Energia ha stabilito che questa è un’esigenza fondamentale che deve essere risolta”, ha affermato il chimico della Rice University James Tour. “Il nostro processo dice al paese che non dipendiamo più da attività minerarie dannose per l’ambiente o da fonti straniere di elementi delle terre rare”.

Scoperta una misteriosa transizione di fase in un cristallo elettronico

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Quando la temperatura cambia, molti materiali subiscono una transizione di fase, come l’acqua liquida in ghiaccio o un metallo in un superconduttore. A volte, un cosiddetto ciclo di isteresi accompagna un tale cambiamento di fase, in modo che le temperature di transizione siano diverse a seconda che il materiale venga raffreddato o riscaldato.

In un nuovo articolo su Physical Review Letters, un team di ricerca globale guidato dal professore di fisica del MIT Nuh Gedik ha scoperto un’insolita transizione isteretica in un composto stratificato chiamato EuTe 4, in cui l’isteresi copre un intervallo di temperatura gigantesco di oltre 400 kelvin. Questo ampio intervallo termico non solo batte il record tra i solidi cristallini, ma promette anche di introdurre un nuovo tipo di transizione nei materiali che possiedono una struttura a strati.

Questi risultati creerebbero una nuova piattaforma per la ricerca fondamentale sul comportamento isteretico nei solidi in intervalli di temperatura estremi. Inoltre, i numerosi stati metastabili, che risiedono all’interno del ciclo di isteresi gigante, offrono ampie opportunità agli scienziati di controllare in modo squisito le proprietà elettriche del materiale, che possono trovare applicazione negli interruttori elettrici di prossima generazione o nella memoria non volatile, un tipo di memoria del computer che conserva i dati quando spento.

I ricercatori includono il post-dottorato Baiqing Lyu e lo studente laureato Alfred Zong Ph.D. dal laboratorio Gedik, così come altri 26 ricercatori provenienti da 14 istituzioni in tutto il mondo. I lavori sperimentali eseguiti in questo documento hanno utilizzato strutture all’avanguardia di sincrotrone negli Stati Uniti e in Cina, dove le sorgenti luminose brillanti sono generate da particelle cariche in rapido movimento in una pista circolare lunga un chilometro, e la luce intensa si concentra su EuTe 4 per svelarne la struttura interna. Gedik e il suo gruppo hanno anche collaborato con un team di teorici tra cui il professor Boris Fine e AV Rozhkov dalla Germania e dalla Russia, i quali hanno entrambi contribuito a integrare molti pezzi del puzzle nelle osservazioni sperimentali in un quadro coerente.

Isteresi e memoria termica

L’isteresi è un fenomeno in cui la risposta di un materiale a una perturbazione, come un cambiamento di temperatura, dipende dalla storia del materiale. Un’isteresi indica che il sistema è intrappolato in un minimo locale ma non globale nel panorama energetico. Nei solidi cristallini caratterizzati da un ordine a lungo raggio, cioè dove c’è un modello periodico di una disposizione atomica sull’intero cristallo, l’isteresi si verifica tipicamente in un intervallo di temperatura abbastanza ristretto, da pochi a decine di kelvin nella maggior parte dei casi.

“In EuTe 4 abbiamo invece trovato un intervallo di temperatura estremamente ampio per l’isteresi superiore a 400 kelvin”, ha affermato Lyu. “Il numero effettivo potrebbe essere molto più grande, poiché questo valore è limitato dalle capacità delle attuali tecniche sperimentali. Questa scoperta ha immediatamente attirato la nostra attenzione e la nostra caratterizzazione sperimentale e teorica combinata di EuTe 4 , che sfida la saggezza convenzionale sul tipo di transizioni isteretiche che possono verificarsi nei cristalli”.

Una manifestazione del comportamento isteretico è nella resistenza elettrica del materiale. Raffreddando o riscaldando i cristalli di EuTe 4, i ricercatori sono stati in grado di variare la loro resistività elettrica di ordini di grandezza.

“Il valore della resistività a una data temperatura, diciamo a temperatura ambiente, dipende dal fatto che il cristallo fosse più freddo o più caldo”, ha spiegato Zong. “Questa osservazione ci indica che la proprietà elettrica del materiale ha in qualche modo una memoria della sua storia termica, e al microscopio le proprietà del materiale possono conservare i tratti di una temperatura diversa in passato. Tale ‘memoria termica’ può essere usata come un registratore di temperatura permanente. Ad esempio, misurando la resistenza elettrica di EuTe 4 a temperatura ambiente, sappiamo immediatamente qual è la temperatura più fredda o più calda che il materiale ha sperimentato in passato”.

Stranezze trovate

I ricercatori hanno anche trovato diverse stranezze nell’isteresi. Ad esempio, a differenza di altre transizioni di fase nei cristalli, non hanno osservato alcuna modifica nella struttura elettronica o reticolare nell’ampio intervallo di temperatura. “L’assenza di cambiamenti microscopici ci sembra davvero peculiare”, ha aggiunto Lyu. 

“Aggiungendo al mistero, a differenza di altre transizioni isteretiche che dipendono sensibilmente dalla velocità di raffreddamento o riscaldamento, il ciclo di isteresi di EuTe 4 non sembra influenzato da questo fattore”.

Un indizio per i ricercatori è il modo in cui gli elettroni sono disposti in EuTe 4. “A temperatura ambiente, gli elettroni in un cristallo EuTe 4 condensano spontaneamente in regioni con densità bassa e alta, formando un cristallo elettronico secondario sopra il reticolo periodico originale”, ha spiegato Zong. “Riteniamo che le stranezze associate al ciclo di isteresi gigante possano essere correlate a questo cristallo elettronico secondario, in cui diversi strati di questo composto mostrano movimenti disordinati mentre stabiliscono la periodicità a lungo raggio”.

“La natura stratificata di EuTe 4 è cruciale in questa spiegazione dell’isteresi”, ha affermato Lyu. “La debole interazione tra i cristalli secondari in diversi strati consente loro di muoversi l’uno rispetto all’altro, creando così molte configurazioni metastabili nel ciclo di isteresi”.

Il passo successivo è escogitare modi, oltre a modificare la temperatura, per indurre questi stati metastabili in EuTe 4. Ciò consentirà agli scienziati di manipolare le sue proprietà elettriche in modi tecnologicamente utili.

“Possiamo produrre impulsi laser intensi più brevi di un milionesimo di un milionesimo di secondo”, ha affermato Gedik. “Il prossimo obiettivo è ingannare EuTe 4 in un diverso stato resistivo dopo aver acceso un singolo lampo di luce, rendendolo un interruttore elettrico ultraveloce che può essere utilizzato, ad esempio, nei dispositivi informatici”.

Materia oscura: un rivelatore quantistico Floquet per vincolarla

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Un team di ricercatori affiliato a diverse istituzioni in Israele ha utilizzato un rivelatore quantistico Floquet per vincolare la materia oscura simile a un assione, sperando di ridurre lo spazio dei suoi parametri. Nel loro articolo pubblicato sulla rivista Science Advances, il gruppo descrive il loro approccio per vincolare la particella teorica di materia oscura come mezzo per saperne di più sulle sue proprietà.

La materia oscura rimane un mistero

Nonostante diversi anni di sforzi da parte dei fisici di tutto il mondo, la materia oscura rimane un mistero. La maggior parte dei fisici concorda sul fatto che esista, ma finora nessuno è stato in grado di dimostrarlo. Una teoria promettente che coinvolge l’esistenza di particelle massicce interagenti ha iniziato a perdere la sua lucentezza e alcuni team stanno cercando qualcos’altro.

In questo nuovo sforzo, i ricercatori cercano assioni o particelle simili ad assioni. È stato teorizzato che tali particelle di materia oscura siano a rotazione zero e in grado di possedere un numero qualsiasi di combinazioni di massa e forza di interazione. Il team ha cercato di limitare le caratteristiche delle particelle simili ad assioni per ridurre il numero di possibilità della loro esistenza e quindi aumentare le possibilità di dimostrarne l’esistenza.

I ricercatori hanno utilizzato una cella di vetro schermata riempita con atomi di rubidio-85 e xeno-129. Hanno sparato due laser sulla cellula, uno per polarizzare lo spin elettronico degli atomi di rubidio e lo spin nucleare dello xeno, e l’altro per misurare i cambiamenti di spin. L’esperimento si basava sull’idea che il campo oscillante degli assioni avrebbe avuto un impatto sulla rotazione dello xeno quando si trovavano in prossimità. I ricercatori hanno quindi applicato un campo magnetico alla cellula come mezzo per bloccare la rotazione dello xeno all’interno di un ristretto intervallo di frequenze, consentendo loro di scansionare le possibili frequenze di oscillazione che corrispondono all’intervallo delle particelle simili a assioni.

FIGURA. 1. Rivelatore quantistico Floquet per la ricerca di DM ultraleggeri simili ad assioni.(A) Mentre la Terra si muove attraverso la galassia della Via Lattea, attraversa l'alone DM con una velocità viriale media v vir . (B e C) Il rivelatore Floquet è composto da un denso insieme di gas 129 Xe polarizzato in spin , che può interagire in modo risonante con il DM simile a un assione in movimento. L'interazione è sotto forma di un campo magnetico anomalo, che penetra negli schermi del rivelatore che deviano i campi magnetici regolari. La precessione di spin è monitorata tramite un magnetometro ottico in situ che utilizza 85 Rb di vapore che è guidato magneticamente da un forte campo di Floquet B F . (D) Struttura a livello energetico dello spin nucleare di 129Xe. Il campo DM che oscilla vicino alla frequenza di risonanza NMR dello xeno con ampiezza b DM può guidare i flip collettivi di rotazione dell'insieme in modo coerente, ruotando la direzione netta dell'insieme polarizzato di spin di un angolo θ Xe . (E) Spettro Floquet degli spin da 85 Rb vestiti da n fotoni RF. I salti collettivi di spin dell'insieme polarizzato di 85 Rb da parte del campo di xeno a precessione lenta (θ Xe b Xe ) sono notevolmente migliorati quando la divisione dell'energia di Rb è ampia (f Rb ≳ Γ Rb ). Ad esempio, l'assorbimento di un fotone RF del campo di Floquet nella transizione (∣↓, n ⟩ → ∣↑, n− 1⟩) è incrementato di un fattore η F rispetto a uno spin flip (∣↓⟩ → ∣↑⟩) in assenza del drive Floquet ( n = 0). Questa transizione fa da ponte tra il grande disadattamento di frequenza delle risonanze di spin dell'elettrone ( 85 Rb) e del nucleare ( 129 Xe) e consente un rilevamento efficiente a frequenze superiori a quelle misurate in precedenza.
FIGURA. 1. Rivelatore quantistico Floquet per la ricerca di DM ultraleggeri simili ad assioni.(A) Mentre la Terra si muove attraverso la galassia della Via Lattea, attraversa l’alone DM con una velocità viriale media v vir . (B e C) Il rivelatore Floquet è composto da un denso insieme di gas 129 Xe polarizzato in spin , che può interagire in modo risonante con il DM simile a un assione in movimento. L’interazione è sotto forma di un campo magnetico anomalo, che penetra negli schermi del rivelatore che deviano i campi magnetici regolari. La precessione di spin è monitorata tramite un magnetometro ottico in situ che utilizza 85 Rb di vapore che è guidato magneticamente da un forte campo di Floquet B F . (D) Struttura a livello energetico dello spin nucleare di 129Xe. Il campo DM che oscilla vicino alla frequenza di risonanza NMR dello xeno con ampiezza b DM può guidare i flip collettivi di rotazione dell’insieme in modo coerente, ruotando la direzione netta dell’insieme polarizzato di spin di un angolo θ Xe . (E) Spettro Floquet degli spin da 85 Rb vestiti da n fotoni RF. I salti collettivi di spin dell’insieme polarizzato di 85 Rb da parte del campo di xeno a precessione lenta (θ Xe b Xe ) sono notevolmente migliorati quando la divisione dell’energia di Rb è ampia (f Rb ≳ Γ Rb ). Ad esempio, l’assorbimento di un fotone RF del campo di Floquet nella transizione (∣↓, n ⟩ → ∣↑, n− 1⟩) è incrementato di un fattore η F rispetto a uno spin flip (∣↓⟩ → ∣↑⟩) in assenza del drive Floquet ( n = 0). Questa transizione fa da ponte tra il grande disadattamento di frequenza delle risonanze di spin dell’elettrone ( 85 Rb) e del nucleare ( 129 Xe) e consente un rilevamento efficiente a frequenze superiori a quelle misurate in precedenza.

In questo scenario, si teorizza che il campo di Floquet abbia una frequenza approssimativamente uguale alla differenza tra la risonanza magnetica nucleare(NMR) e la risonanza paramagnetica degli elettroni, e il loro esperimento colma questa lacuna.

I ricercatori hanno effettuato il loro esperimento 3.000 volte in cinque mesi, aggiungendo ogni volta al campo NMR. Non hanno trovato alcun segno di materia oscura, ma hanno limitato il limite superiore dell’accoppiamento di particelle simili ad assioni, un ulteriore passo verso la dimostrazione dell’esistenza della materia oscura.

Astronomia e astrofisica: cos’è il “redshift?”

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Quello del Redshift è un concetto chiave per gli astronomi. Il termine può essere inteso letteralmente: significa che, con l’aumentare della distanza, la lunghezza d’onda della luce si allunga, quindi la luce è vista come “spostata” verso la parte rossa dello spettro.

Qualcosa di simile al redshift accade alle onde sonore quando una sorgente sonora si muove rispetto a un osservatore. Questo effetto è chiamato “effetto Doppler” dal nome di Christian Andreas Doppler, un matematico austriaco che scoprì che la frequenza delle onde sonore cambia se la sorgente del suono e l’osservatore si muovono l’uno rispetto all’altro.

Se i due si stanno avvicinando, la frequenza udita dall’osservatore è più alta; se si allontanano l’uno dall’altro, la frequenza ascoltata è più bassa.

Ci sono molti esempi quotidiani dell’effetto Doppler: il tono mutevole delle sirene della polizia e delle ambulanze, o i fischietti dei treni e i motori delle auto da corsa mentre passano. In ogni caso, c’è un cambiamento udibile di intonazione quando la sorgente si avvicina e poi oltrepassa un osservatore.

Redshift

Linee di assorbimento nello spettro visibile di un superammasso di galassie lontane (a destra), rispetto alle linee di assorbimento nello spettro visibile del Sole (a sinistra). Le frecce indicano il redshift. La lunghezza d’onda aumenta verso il rosso e oltre (la frequenza diminuisce). Credito: Georg Wiora (Dott. Schorsch) CC BY-SA 3.0

Tutti hanno sentito il tono aumentato di una sirena della polizia in avvicinamento e il brusco calo del tono mentre la sirena passa e si allontana. L’effetto nasce perché le onde sonore arrivano all’orecchio dell’ascoltatore più vicine tra loro quando la sorgente si avvicina e più distanti quando si allontana.

La luce si comporta come un’onda, quindi la luce di un oggetto luminoso subisce uno spostamento simile all’effetto Doppler, appunto il redshift, se la sorgente si muove rispetto a noi. Sin dal 1929, quando Edwin Hubble scoprì che l’Universo si sta espandendo, sappiamo che la maggior parte delle altre galassie si sta allontanando da noi. La luce di queste galassie ci arriva spostata su lunghezze d’onda più lunghe (e questo significa più rosse), in altre parole, viene “spostata verso il rosso” generando quello che in astronomia viene definito redshift.

Poiché la luce viaggia a una velocità così grande rispetto ai fenomeni quotidiani (un milione di volte più veloce del suono), non sperimentiamo questo spostamento verso il rosso nella nostra vita quotidiana.

Lo spostamento verso il rosso di una galassia lontana o di un quasar può essere facilmente misurato confrontando il suo spettro con uno spettro di laboratorio di riferimento. Le righe di emissione e assorbimento atomico si verificano a lunghezze d’onda ben note. Misurando la posizione di queste righe negli spettri astronomici, gli astronomi possono determinare lo spostamento verso il rosso delle sorgenti che si allontanano.

Tuttavia, per essere precisi, gli spostamenti verso il rosso osservati in oggetti distanti non sono esattamente dovuti al fenomeno Doppler, ma sono piuttosto il risultato dell’espansione dell’Universo.

Gli spostamenti Doppler derivano dal movimento relativo della sorgente e dell’osservatore attraverso lo spazio, mentre gli spostamenti verso il rosso astronomici sono “spostamenti verso il rosso di espansione” dovuti all’espansione dello spazio stesso, cioè alla dilatazione del tessuto dello spazio-tempo che si interpone tra due oggetti nel tempo che la luce impiega a percorrere la distanza dall’uno all’altro.

Due oggetti possono effettivamente essere stazionari nello spazio e subire comunque uno spostamento verso il rosso se lo spazio intermedio stesso si sta espandendo.

Un’analogia classica utilizzata per spiegare l’espansione dell’Universo e l’allontanamento delle galassie con il conseguente redshift è una pagnotta di pane all’uvetta non cotto. Prima che l’impasto lieviti, i chicchi di uvetta sono a riposo l’uno rispetto all’altro. Man mano che l’impasto lievita, però, si espande anche, facendo aumentare lo spazio tra i chicchi di uvetta.

Se l’uvetta potesse vedere, osserverebbe che tutte le altre uvette si stanno allontanando tra loro sebbene esse stesse non si stiamo muovendo all’interno della pagnotta. È solo l’impasto – il loro “Universo” – che si sta espandendo.

Immagine di copertina per gentile concessione di DepositPhotos

Erbe selvatiche con lardo e pecorino in padella

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Raccogliere erbe selvatiche che crescono spontaneamente nelle zone incolte, soprattutto per chi abita in campagna, è una abitudine ancora molto diffusa. Per chi invece vive nelle grandi città, in primavera può essere un buon pretesto per fare una piacevole gita fuori porta, o un pic nic in mezzo alla natura.

Anche se le erbe selvatiche sono diminuite, rispetto a qualche anno fa, se ne possono comunque portare a casa una discreta quantità di diverse specie, sufficienti per appagare l’appetito. L’uso di erbe e germogli spontanei si ritrova nelle antiche tradizioni della “cucina povera“, quella dei contadini, esperti nell’arte di “arrangiarsi“.

Conoscere le erbe selvatiche è importante!

Purtroppo è diminuito anche il numero delle persone che, appena possono, scappano dalle metropoli e si dilettano in questa piacevole attività. Naturalmente bisogna saperle riconoscere, quindi, se hai dubbi sulle erbe che hai raccolto, rinuncia per evitare possibili intossicazioni scambiando una pianta per un’altra; oppure falle controllare da chi le riconosce con sicurezza.

Ogni regione italiana ha le sue specie caratteristiche primaverili, che possono avere anche nomi diversi: tra le più comuni il radicchio selvatico, le cicorie, il dente di leone, la silente, borragine, malva, tarassaco, portulaca, ortica e altre ancora. Di norma si raccolgono solo le foglie, ottime sia crude (in insalata) che cotte, bollite o saltate con aglio, olio e peperoncino in padella. Buonissime anche aggiunte generosamente nelle frittate, minestre, ripieni e risotti.

Prima della cottura naturalmente bisogna eliminare le foglie più sciupate e, dopo averle tenute a bagno in acqua fredda per almeno un’ora, devono essere risciacquate accuratamente. Questo è l’unico modo che assicura di aver eliminato ogni traccia di terra, o eventuali residui chimici che vengono usati nei campi.

Dopo averle sgrondate sarà sufficiente tritarle in modo grossolano con un coltello ben affilato o, se lo preferisci, con la mezzaluna (di ottima qualità e prezzo questa, in vendita su Amazon). Assolutamente vietato usare utensili elettrici, perchè scaldandole ne altererebbero sia l’aroma che il sapore.

La ricetta: erbe selvatiche con lardo e pecorino in padella

Infine non resta che cucinarle in base al proprio gusto. Il modo migliore resta però quello descritto nella ricetta che segue (non dò le dosi perchè per certe preparazioni basta avere “occhio” per regolarsi, in base alla quantità di erbe selvatiche raccolte; inoltre, gli ingredienti necessari sono pochi e non vale davvero la pena).

In un capace tegame fai rosolare uno spicchio d’aglio insieme a un po’ di lardo battuto e un filo d’olio extravergine. Non appena imbiondisce, aggiungi le erbe selvatiche ben lavate e un pizzico di sale e pepe, alza la fiamma e falle appassire. Completa quindi con poca acqua calda, copri e lascia cuocere per circa 10 minuti, rigirando spesso.

A fine cottura spolverizza in superficie le erbe selvatiche con del pecorino grattugiato, se preferisci i sapori “robusti”, con parmigiano se preferisci un gusto più delicato. Potresti anche unire una manciata di semi di sesamo, zucca o papavero, prova!

Il vino adatto

Prova ad abbinare questo piatto semplice, gustoso e ricco di virtù benefiche, con un Salice Salentino Rosato (Puglia), o un Colli Bolognesi Merlot (Emilia Romagna), un Vermentino (Liguria), oppure un Falanghina del Sannio Metodo Classico (Campania).

Creati strani “muri di dominio” quantistici in laboratorio

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Gli scienziati dell’Università di Chicago sono stati in grado di creare un nuovo tipo di oggetto quantistico in laboratorio: i “muri di dominio“. La scoperta può aiutare i ricercatori a comprendere meglio le particelle quantistiche esotiche e potrebbe suggerire strade per nuove tecnologie in futuro, come l’elettronica quantistica o la memoria quantistica.

Pubblicata sulla rivista Nature, la ricerca è stata condotta nel laboratorio del Prof. Cheng Chin, che studia i nuovi sistemi quantistici e la fisica che ne sta alla base. In uno dei loro esperimenti, gli scienziati di Chicago hanno notato un evento intrigante negli atomi a temperature estremamente basse. Nelle giuste condizioni, gruppi di atomi possono separarsi in domini e formare un “muro” all’incrocio in cui si sono incontrati. Questi muri di dominio si comportano come un oggetto quantistico indipendente.

“È un po’ come una duna di sabbia nel deserto: è composta da sabbia, ma la duna si comporta in maniera indipendente rispetto ai singoli granelli di sabbia”, ha affermato lo studente Ph.D. Kai-Xuan Yao, il primo autore dello studio.

I muri di dominio: fenomeni “emergenti”

Muro di dominio è un termine usato in fisica che può avere significati simili in magnetismo, ottica, o teoria delle stringhe. Tutti questi fenomeni possono essere genericamente descritti come solitoni topologici che si verificano ogni volta che la discreta simmetria si rompe spontaneamente.

Nel magnetismo, un muro di dominio è un’interfaccia che separa domini magnetici. È una transizione tra diversi magnetici momenti e di solito subisce un spostamento angolare di 90° o 180°. Un muro di dominio è un riorientamento graduale dei momenti individuali. Lo spessore della parete del dominio dipende dall’anisotropia del materiale, ma in media si estende su circa 100-150 atomi.

L’energia di un muro di dominio è semplicemente la differenza tra i momenti magnetici prima e dopo la creazione del muro di dominio. Questo valore è solitamente espresso come energia per unità di superficie della parete.

La larghezza del muro del dominio varia a causa delle due energie opposte che lo creano: l’anisotropia magnetocristallina e l’energia di scambio (), tendono ad essere il più bassi possibile in modo da trovarsi in uno stato energetico più favorevole. L’energia di anisotropia è più bassa quando i singoli momenti magnetici sono allineati con gli assi del reticolo cristallino, riducendo così la larghezza della parete del dominio. Viceversa l’energia di scambio si riduce quando i momenti magnetici sono allineati parallelamente tra loro e quindi rende la parete più spessa, per la repulsione tra di loro (dove un allineamento antiparallelo li avvicinerebbe, lavorando per ridurre lo spessore della parete). Alla fine viene raggiunto un equilibrio tra i due e la larghezza del muro del dominio viene impostata come tale.

Un muro di dominio ideale sarebbe completamente indipendente dalla posizione, ma le strutture non sono ideali e quindi rimangono bloccate sui siti di inclusione all’interno del mezzo, noto anche come difetti cristallografici. Questi includono atomi mancanti o diversi (estranei), ossidi, isolanti e persino sollecitazioni all’interno del cristallo. Ciò impedisce la formazione di pareti di dominio e inibisce anche la loro propagazione attraverso il mezzo. Pertanto è necessario un campo magnetico applicato maggiore per superare questi siti.

Si noti che le pareti del dominio magnetico sono soluzioni esatte alle equazioni non lineari classiche dei magneti (Modello Landau – Lifshitz, equazione di Schrödinger non lineare e così via).

Gli scienziati avevano intravisto i muri di dominio nei materiali quantistici, ma in precedenza non potevano generarle e analizzarle in modo affidabile. Una volta che i fisici dell’università di Chicago hanno creato la ricetta per realizzare e studiare da vicino le pareti, hanno osservato comportamenti sorprendenti.

“Abbiamo molta esperienza nel controllo degli atomi”, ha affermato Chin del Dipartimento di Fisica del James Franck Institute e nell’Enrico Fermi Institute. “Sappiamo che se spingi gli atomi a destra, si sposteranno a destra. Ma qui, se spingi i muri di dominio a destra, si sposteranno a sinistra”.

Questi muri di dominio fanno parte di una classe nota come fenomeni “emergenti“, il che significa che sembrano seguire nuove leggi della fisica come risultato di molte particelle che agiscono insieme come un collettivo.

Il laboratorio di Chin studia questi fenomeni emergenti, credendo che possano far luce su un insieme di leggi chiamate teoria di gauge dinamica, che descrive altri fenomeni emergenti nei materiali così come nell’universo primordiale; gli stessi fenomeni probabilmente tenevano insieme le prime particelle mentre si aggregavano per formare galassie, stelle e pianeti.

Le scoperte in questo campo potrebbero anche consentire la nuova tecnologia quantistica. Gli scienziati sono interessati a catalogare questi comportamenti in parte perché possono diventare la base della tecnologia futura: come ad esempio, la base del moderno GPS deriva dagli scienziati negli anni ’50 che cercavano di testare la teoria della relatività di Einstein.

“Potrebbero esserci applicazioni per questo fenomeno in termini di creazione di materiale quantistico programmabile o processore di informazioni quantistiche: può essere utilizzato per creare un modo più robusto per archiviare informazioni quantistiche o abilitare nuove funzioni nei materiali”, ha affermato Chin. “Ma prima di poterlo scoprire, il primo passo è capire come controllarli”.

Metodi per proteggere il tuo orto dalle lumache

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Alcuni trucchi e prodotti per controllare le lumache funzionano bene, altri no; alcuni sono sicuri per altre creature del giardino, mentre altri sono mortali per tutti.

Predoni della notte, hanno un appetito speciale per foglie e fiori succulenti. E dal tramonto all’alba, possono fare strage di foglie, fiori, erbe morbide, verdure, piantine, tenera corteccia verde e frutta matura. Le lumache possono diventare così diffuse in alcune località che la coltivazione di ortaggi e piante ornamentali diventa difficile, se non impossibile. Queste creature possono invadere le mangiatoie per uccelli e nascondersi sotto il bordo di vasi e contenitori.

La gestione delle infestazioni da lumache è più efficiente quando viene utilizzata una combinazione di tattiche. L’uso di esche rende facile la cattura e le barriere possono impedirgli l’accesso alle piante. Diamo, quindi, un’occhiata ai migliori e più sicuri suggerimenti per controllare questi parassiti.

Un facile indizio per determinare chi sta causando danni alle piante è la traccia rivelatrice di muco lucido, la bava, che lasciano dietro di sé: se è presente una scia appiccicosa, il colpevole è una lumaca. Tutte le specie di lumaca preferiscono temperature fresche e sono più attive di notte o nei giorni di pioggia. Nelle giornate luminose e soleggiate o quando le temperature sono elevate, cercheranno rifugi freschi e ombrosi per combattere il caldo e la luce intensa. Nella stagione fredda, andranno in letargo nel terriccio. Ma nelle zone con inverni miti, possono essere attive tutto l’anno.

Un buon punto di partenza per il tuo programma di gestione delle lumache è interrompere e rimuovere i loro nascondigli diurni

I luoghi di riparo preferiti dalle lumache possono essere alti cespugli di erbacce o la parte inferiore di qualsiasi cosa sul o vicino al terreno, in particolare nelle zone umide e ombreggiate. Sotto le assi, l’arredamento del giardino, le fioriere, le sporgenze, i ponti, i rami a bassa crescita, i bordi dei vasi, i detriti e le coperture protettive del terreno sono tutti abitazioni di prima qualità per i gasteropodi. Per eliminare il loro ambiente, taglia i rami bassi, brucia o taglia le erbacce vicino al terreno e rimuovi tutto il materiale non necessario sotto cui possono nascondersi. Ovviamente, alcune aree come pareti rocciose, ponti, cassette dei misuratori, mangiatoie permanenti per uccelli e così via non possono essere rimosse, ma questi punti sono buoni luoghi per esche e trappole.

La raccolta manuale è un’opzione efficace se praticata diligentemente

Per attirare le lumache, annaffia le aree infestate al tramonto. Dopo il tramonto, usa una torcia per scovarle, raccoglierle a mano e smaltirle: per questa opzione vorrai sicuramente usare i guanti! Dovrai farlo ogni notte fino a quando non saranno decimate, dopodiché un controllo settimanale dovrebbe essere sufficiente.

Esche e trappole

La trappola a piatti di birra

Riempi semplicemente un contenitore poco profondo con la birra e affondalo nel terreno, quindi lascialo per una notte. Le lumache sono attratte dalla birra.

Trappole per lumache disponibili su Amazon

I contenitori possono essere semplici come un piatto di plastica.

Trappola del nascondiglio

Crea un ambiente accogliente per le lumache sotto cui nascondersi durante il giorno con qualsiasi oggetto piatto o qualsiasi cosa che possa diventare una bella tana per gasteropodi. Un pezzo di compensato, plastica spessa e scura, piattini per pentole, contenitori capovolti o qualsiasi cosa che fornisca un’ombra fresca funzionerà. Anche le scorze di agrumi (come arance e pompelmo) e le metà di melone creano una tana seducente. Innaffia prima l’area, adagia il materiale della trappola, fai un’esca con un pezzo di foglia di lattuga se necessario e torna in un giorno o due per rimuovere le creature.

Repellenti
Una varietà di repellenti può essere utilizzata per deviare i gasteropodi dalle piante che vuoi proteggere.

Aglio
I ricercatori nel Regno Unito hanno scoperto che l’olio all’aglio applicato al terreno intorno alle colture respinge le lumache e uccide coloro che entrano in contatto con esse.

Un metodo efficace per i giardini su piccola scala è schiacciare spicchi d’aglio e adagiarli lungo il perimetro dell’area a rischio.

Rame
I sali naturali che si formano dal rame ossidante agiscono come repellenti. Fili elettrici, fasce e reti in rame non rivestite sono tutte opzioni adatte per essere posizionate intorno a qualsiasi area che necessiti di protezione. Un nastro adesivo in rame, come questa opzione disponibile su Amazon, è una buona opzione in quanto rimane ben al suo posto, mantenendo la barriera.

Vaselina e sale
Poiché la parte inferiore dei bordi della fioriera è un nascondiglio preferito, spalmare quest’area con una miscela di vaselina e sale fungerà da repellente.

Fondi di caffè
Gli scienziati hanno recentemente scoperto che la caffeina è altamente tossica per le lumache. Per l’uso come repellente, cospargere i fondi di caffè usati (caffeina piena, non decaffeinato) attorno al bordo delle aiuole di fiori e verdure.

Barriere
I gasteropodi hanno un delicato tessuto addominale e qualsiasi materiale appuntito irriterà e potenzialmente taglierà la loro parte inferiore tenera. Per un ulteriore livello di difesa, costruisci una piccola banchina con schegge di pietra fini, gusci d’uovo schiacciati, farina fossile (DE) o gusci di ostriche e di vongole frantumati. La farina fossile è derivata dal biossido di silicio e ha bordi taglienti e abrasivi. Ma deve rimanere asciutto per scoraggiare le lumache a passarci sopra.

Controlli biologici
Per combattere le lumache, Un’arma naturale sono i nematodi. I nematodi sono vermi microscopici presenti in natura che vengono applicati al terreno mescolati all’acqua. I periodi migliori per applicare i nematodi sono quando le temperature del suolo si sono riscaldate in primavera e dopo che l’intenso caldo estivo è diminuito a fine estate/inizio autunno. Non uccidono le lumache adulte, ma quando vengono applicati al terreno, i nematodi entrano nelle loro uova. Quindi rilasciano batteri che le uccidono, quindi si nutrono di esse e si riproducono prima di andare avanti, con un tasso di uccisione effettivo di circa il 90%. Persone, uccelli, animali domestici e insetti utili come api, coccinelle e lombrichi sono completamente resistenti a questi microbi laboriosi. I nematodi si muovono rapidamente attraverso il terreno pre-inumidito e possono essere applicati con un tubo e uno spruzzatore o con un annaffiatoio per aree più piccole. Non vedrai risultati immediati con i nematodi, ma l’anno successivo noterai una significativa riduzione delle lumache.

Per ottenere i migliori risultati, eseguire tre applicazioni consecutive: primavera/autunno/primavera o autunno/primavera/autunno. Successivamente, un’applicazione una volta ogni 18 mesi terrà a bada i numeri dei gasteropodi.

Il tempismo è importante con questo metodo. Una confezione contiene milioni di nematodi vivi e, se non prevedi di usarli immediatamente, devono rimanere refrigerati fino all’applicazione. Nella confezione, hanno una durata di conservazione limitata di circa due settimane. I nematodi possono essere acquistati online tramite vari rivenditori. Esistono diverse specie di nematodi, quindi assicurati che quelli che acquisti siano elencati per il controllo delle lumache. Prima di acquistarli, assicurati che le temperature del terreno siano adeguate e di avere il tempo necessario per l’applicazione.

Alcuni predatori noti per banchettare con gasteropodi includono rane e rospi, serpenti giarrettiera, lucertole, ricci, talpe, tordi, merli, gazze.

Secondo l’EPA, il fosfato di ferro (ferrico) è notevolmente meno tossico per animali domestici, uccelli, vermi e altri amici del giardino ed è generalmente considerato sicuro (GRAS). Ma ha anche un’azione abbastanza lenta e può richiedere fino a una settimana per uccidere i gasteropodi. Per accelerare l’azione di uccisione, un ingrediente inerte noto come sodio ferrico EDTA (sodio ferrico etilendiamminotetraacetato) è stato aggiunto ad alcune esche di fosfato di ferro ed è anche venduto come composto uccidente primario in altri marchi. Tuttavia, il sodio ferrico può essere tossico per gli animali domestici e la fauna selvatica come gli artropodi acquatici e non deve essere utilizzato all’interno o in prossimità di ambienti acquatici. Usa una combinazione di trappole ed esche, raccolta manuale, barriere, repellenti e predatori per controllare efficacemente il loro ambiente e le loro routine – e le tue piante non saranno più infastidite dai piccoli parassiti appiccicosi!

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Infettati 34 volontari con il coronavirus a scopo di studio

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I ricercatori nel Regno Unito hanno pubblicato di recente i risultati di uno studio, unico nel suo genere, in cui giovani volontari sani sono stati volutamente infettati da un ceppo precoce del coronavirus pandemico. Come sperato, nessuno dei partecipanti si è ammalato gravemente.

Gli esiti dello studio sui volontari infettati volutamente con il coronavirus

Gli scienziati sono stati in grado di seguire da vicino i loro sintomi e ottenere informazioni uniche su come i livelli e i sintomi di SARS-CoV-2 variano dall’inizio alla fine durante un’infezione. Il successo di questo studio iniziale di “sfida umana” fornisce una strategia per testare trattamenti, vaccini e varianti virali COVID-19 in futuro, affermano i ricercatori. Lo studio potrebbe anche aiutare gli scienziati a capire perché il coronavirus pandemico può violare le difese immunitarie di alcune persone ma non di altre.

Nello studio, a 34 volontari sani di età compresa tra 18 e 29 anni, sono state somministrate gocce nasali contenenti una piccola quantità di virus. Il 53% è stato infettato (18 persone) secondo i test di reazione a catena della polimerasi (PCR).

La maggior parte dei volontari infettati ha sviluppato sintomi da lievi a moderati ma nessuno ha avuto bisogno di ricovero o trattamento, dimostrando che lo studio potrebbe essere condotto in sicurezza, secondo i ricercatori che lo hanno condotto. Lo studio ha anche rilevato che dopo i primi 1 o 2 giorni di infezione, i test rapidi dell’antigene indicavano in modo affidabile la presenza del virus.

È un lavoro molto importante“, afferma David Dowdy, un epidemiologo di malattie infettive presso la Johns Hopkins School of Public Health. “Nessuna delle altre ricerche disponibili è in grado di tracciare sia i sintomi che l’immunologia da un momento noto dell’infezione“.

È davvero un primo assaggio di ciò che accade dall’inizio dell’infezione”, aggiunge Akiko Iwasaki, immunologo presso l’Università di Yale. “Fortunatamente tutti i volontari infettati si sono ammalati in modo lieve. È una buona cosa. Perché questi esperimenti di sfida hanno sempre il rischio di sviluppare malattie gravi”.

Gli scienziati hanno condotto studi anche per altri agenti patogeni, incluso il virus dell’influenza

Gli scienziati hanno condotto a lungo studi per vari agenti patogeni, incluso il virus dell’influenza, ma le questioni etiche aumentano se non ci sono trattamenti consolidati per un’infezione che può diventare grave.

Gli studi sulla sfida umana per SARS-CoV-2 hanno raccolto interesse all’inizio della pandemia, ma quando sono stati sviluppati vaccini COVID-19 di successo, vari gruppi hanno abbandonato i loro piani, incluso un team del National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti che aveva redatto un protocollo sperimentale dettagliato. Un grande consorzio britannico finanziato con oltre 33 milioni di sterline dal governo del Regno Unito è andato avanti.

Hanno avviato la loro sperimentazione all’inizio del 2021 con un ceppo virale che era circolato nel Regno Unito a luglio 2020, all’inizio della pandemia. Nessuno dei 26 volontari maschi e otto femmine era stato vaccinato o aveva avuto un’infezione naturale da SARS-CoV-2.

I volontari sono stati infettati con una dose bassa, circa equivalente alla quantità di virus in una goccia di liquido nasale quando erano al massimo dell’infezione, in un’unità di quarantena ad alto contenimento presso il Royal Free Hospital di Londra. I ricercatori hanno monitorato i loro sintomi e li hanno testati intensamente con test rapidi per antigeni, PCR e anticorpi.

Perchè alcune persone non si infettano?

Sia a causa della bassa dose, del vigoroso sistema immunitario dei volontari, o di entrambi, il virus non è riuscito a stabilire un’infezione in 16 persone che hanno ricevuto le gocce nasali. Poiché a tutti è stato somministrato lo stesso virus con la stessa piccola dose, i risultati aprono una porta per studiare perché e come alcune persone resistono all’infezione.

I risultati hanno anche dipinto un chiaro corso temporale del viaggio virale nel corpo. In media 2 giorni dopo l’erogazione delle gocce nasali, sono iniziati i sintomi e il virus è passato nella gola, raggiungendo il picco a distanza di circa 5 giorni. Questo è anche il momento in cui i livelli di virus attivi hanno raggiunto il picco nel naso, dove la carica virale era molto più grande che nella gola. Il virus ha smesso di essere isolato dal naso dei volontari infettati in media 10 giorni dopo l’infezione.

Solo due volontari con infezione confermata erano completamente asintomatici. Gli altri 16 infettati hanno sviluppato sintomi da lievi a moderati come naso chiuso, mal di gola, dolori muscolari e febbre. Poco dopo, 12 volontari hanno sviluppato disturbi dell’olfatto, con nove che hanno temporaneamente perso completamente l’olfatto. Uno aveva ancora lievi anomalie dell’odore 6 mesi dopo.

In particolare, le cariche virali nei due volontari che si sono infettati ma non hanno manifestato sintomi non sono state inferiori a quelle dei loro colleghi malati. “Anche se le persone non avevano alcun sintomo, hanno generato tutte quantità estremamente grandi di virus, il che spiega davvero il grado di infettività  e come la pandemia si sia diffusa così rapidamente“, afferma Chris Chiu, immunologo dell’Imperial College London (ICL), il capo investigatore dello studio che ha parlato a una conferenza stampa del Science Media Center.

Tuttavia, alcuni scienziati notano, e i ricercatori riconoscono, che il primo ceppo virale utilizzato nello studio probabilmente agisce in modo diverso dalle varianti più recenti come Delta e Omicron, che sono più trasmissibili. “Diverse varianti richiederebbero esperimenti diversi“, afferma Iwasaki. “L’entità della replicazione del virus, così come la durata dei sintomi, potrebbero differire in qualche modo. E potenzialmente anche la posizione della carica virale potrebbe differire“.

Studi futuri sui vaccini

Studi futuri sulla sfida umana con varianti multiple potrebbero essere utilizzati per testare vaccini progettati per essere ampiamente protettivi contro vari ceppi di SARS-CoV-2 o anche altri coronavirus, afferma Matthew Memoli, medico e virologo presso l’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive degli Stati Uniti che aveva sviluppato l’esperimento di sfida pianificato NIH. “Il problema è che in questo momento, quando produciamo questi vaccini, lo facciamo alla cieca“, dice.

Memoli afferma anche che la ricerca del Regno Unito apre il sipario sulla biologia di base.

Ad esempio, ha scoperto che i volontari non infettati non hanno sviluppato anticorpi SARS-CoV-2 nel sangue. Ciò è in forte contrasto con gli studi sulla sfida dell’influenza, che Memoli conduce da 10 anni, in cui le persone esposte ma non infette sviluppano anticorpi. Memoli sospetta che la differenza possa essere dovuta al fatto che gli anticorpi della mucosa specializzati disattivano SARS-CoV-2 nel naso dei volontari non infetti dell’attuale studio.

Alcuni critici si sono opposti agli studi sulla sfida umana, sostenendo che i rischi per i volontari infettati con il coronavirus superano i benefici per la società in generale. Ma il co-investigatore dello studio Peter Openshaw, medico respiratorio e immunologo dell’ICL, ha respinto l’affermazione durante la conferenza stampa di oggi: “È etico non fare questi studi, se possono essere fatti? Solo in questo modo otteniamo intuizioni uniche. Dobbiamo solo riconoscere e ringraziare l’altruismo dei volontari che si sono fatti avanti“.

Lui e i suoi colleghi stanno pianificando la loro prossima mossa: in primavera, sperano di lanciare uno studio sulla sfida umana finanziato dal Wellcome Trust utilizzando una variante Delta standardizzata in un gruppo di volontari vaccinati.