sabato, Gennaio 18, 2025
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Breaking news: missile nordcoreano sorvola il Giappone

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Lo avevano già segnalato le agenzie di Corea del sud e Giappone, poi il pentagono lo ha confermato: La Corea del Nord ha lanciato un missile che ha sorvolato il Giappone.

“Un missile lanciato dalla Corea del Nord ha sorvolato il Giappone”, ha detto dal pentagono il portavoce dell’esercito americano Rob Manning. “Siamo ancora in fase di valutazione di questo lancio“.
Poco prima, lo stato maggiore della Corea del Sud aveva rilasciato una dichiarazione secondo cui la Corea del Nord “ha sparato un proiettile non identificato” da una zona vicino a Sunan, nei pressi di Pyongyang, verso il mare ad est della penisola coreana che “ha sorvolato il Giappone“.
Il Segretario di stato Giapponese Yoshihide Suga ha dichiarato che il missile è passato sui cieli di Hokkaido e si stima sia caduto nell’Oceano Pacifico, circa 1.180 km a est del capo Erimo.
Il lancio è avvenuto alle 5:57 di ora locale.
“Dobbiamo dire che il lancio di questa mattina da parte del Nord è una minaccia gravissima per noi, visto che il missile sembra aver attraversato il nostro spazio aereo“, ha detto Suga ai giornalisti in una conferenza stampa, secondo l’ emittente televisiva NHK . “Potrebbe mettere in pericolo la pace e la sicurezza nella regione dell’Asia-Pacifico, ed è anche molto pericoloso e problematico in termini di sicurezza del traffico aereo e delle navi: il lancio è un’evidente violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite.”
Martedì scorso, dopo il lancio effettuato dalla Corea del nord di tre missili caduti nel mar del Giappone, Il primo ministro giapponese Shinzo Abe aveva dichiarato che “Stiamo raccogliendo tutte le informazioni disponibili e prenderemo tutte le misure possibili per garantire la sicurezza del nostro popolo“, ha riferito NHK.
Secondo quanto affermato da Manning, il NORAD avrebbe stabilito che il lancio di missili dalla Corea del Nord non costituisce, per ora, una minaccia per il Nord America.
“Stiamo lavorando a stretto contatto con il Comando del Pacifico, con il Comando Strategico e il NORAD e forniremo un aggiornamento il più presto possibile“, ha detto Manning.
Un funzionario americano ha detto che i satelliti spia degli Stati Uniti avevano osservato i preparativi per un test di missili balistici probabilmente in grado di raggiungere Guam. La valutazione della situazione sarebbe in corso.
Cosa farà ora Trump? Subirà l’ennesima provocazione senza reagire?
Il mondo osserva con il fiato sospeso.

Quattro amici al VAR

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Il campionato di calcio di Serie A 2017-2018 sarà ricordato per l’introduzione della cosiddetta Var (Video Assistant Referee), in pratica la famigerata moviola in campo, già da anni utilizzata in altre discipline tra cui il rugby e la pallavolo.

Ma cos’è e come funziona la VAR? – Prima di tutto va precisato che, a norma di regolamento, resta sempre l’arbitro a prendere la decisione finale. Detto questo, il suo utilizzo in campo, e il peso che avrà nelle decisioni dei direttori di gara, sarà una novità importante che potrebbe venire utilizzata anche al Mondiale di Russia 2018, ma la Fifa non ha ancora dato la comunicazione ufficiale.

In pratica il campionato di serie A di quest’anno servirà a sperimentare ed affinare questa tecnologia.

La Video assistenza arbitrale permette al direttore di gara di avvalersi del supporto delle telecamere. Sarà gestita sempre da dagli arbitri di Serie A: a bordo campo due addetti affiancheranno il quarto uomo, che continuerà a svolgere le sue funzioni, per esaminare i video delle azioni su due schermi. In campo, oltre l’arbitro, ci saranno i guardalinee, ma spariscono gli assistenti di porta.

In quali casi l’arbitro chiede la Var –  Solo l’arbitro potrà invocare la Var, mostrando con un gesto uno schermo, e fermando di conseguenza il gioco. E solo il direttore di gara prenderà la decisione finale, dopo aver consultato gli assistenti a bordo campo. La tecnologia sarà chiamata in causa solo per situazioni definite come golrigoriespulsione diretta e scambio di identità. Non sarà utilizzata per le ammonizioni. Gli assistenti possono segnalare all’arbitro situazioni dubbie e lui potrà decidere se eventualmente consultare il monitor.

Pochi secondi – Per Rizzoli, il capo degli arbitri italiani, la novità Var è tutta da seguire: “Dobbiamo essere tutti preparati, è così pure i media, su questo progetto: noi abbiamo fatto un lavoro mostruoso. Una cosa deve essere sempre chiara la decisione finale sarà comunque sempre solo ed esclusivamente dell’arbitro, l’obiettivo all’inizio è la massima accuratezza della decisione con minima interferenza e massimo beneficio”. Pochi secondi per decidere e non pregiudicare il naturale svolgimento delle azioni. “Il gioco non dovrà essere frazionato da interventi continui, perché lo scopo – ha sottolineato  il responsabile del progetto per il calcio italiano, Roberto Rosetti – è mantenere intatta la bellezza e fluidità del gioco“.

L’applicazione di questo strumento tecnologico nelle prime due giornate di campionato ha sollevato non poche polemiche. Sconcertati in alcuni casi sia i giocatori che i tifosi. Ad esempio, in Genoa – Juventus è stato concesso al Genoa un rigore nonostante l’azione fosse iniziata con un giocatore in fuorigioco e in Roma – Inter l’arbitro Orsato non ha nemmeno voluto consultare il supporto tecnologico in occasione di un possibile rigore, optando per l’unica soluzione non proponibile: un calcio d’angolo per la Roma quando, rigore o non rigore, nessun giocatore interista aveva toccato il pallone prima che finisse sul fondo.

La VAR è stata introdotta per supportare gli arbitri ma o si utilizzerà in tutti i casi dubbi, rivedendo i fotogrammi di tutta l’azione incriminata oppure sarà inutile. Squadre e giocatori non possono appellarsi alla VAR, l’unico che può decidere di farlo è l’arbitro e non servirà a niente se i direttori di gara non impareranno a mettersi in discussione e a smettere di ritenere insindacabile il loro giudizio.

In caso contrario, la VAR servirà solo ad incrementare ulteriormente le chiacchiere da bar. Quattro amici al VAR, appunto.

La bufala dell’autopsia su un alieno

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Siamo nel 1995, all’improvviso il mondo dei media e degli appassionati di ufologia viene letteralmente travolto dalla diffusione di un video in bianco e nero in cui si assiste ad un’autopsia effettuata sul corpo di un alieno. Il fimato viene diffuso da un certo Ray Santilli, un tale che lavorava nel campo musicale, il quale spacciò il filmato per una vera autopsia effettuata sui resti dei corpi dell’equipaggio alieno estratti dai rottami dell’ufo crash di Roswell nel 1947. C’era anche un filmato che mostrava i rottami del disco volante.

Santilli dichiarò di aver acquistato i filmati da un ex cineoperatore militare di nome Jack Barnett. Questi avrebbe filmato nel 1947, quando era di stanza a Washington D.C., i rottami di un disco volante precipitato nel New Mexico, le autopsie di due alieni recuperati, la ricognizione di uno strano essere all’interno di una tenda da campo (noto come “Filmato della Tenda”), le immagini dei rottami del disco e altre sconvolgenti e ancora ignote sequenze. Barnett affermò che, dopo aver sviluppato le pellicole fece una prima consegna ma che i militari, chissà perché, non ritirarono mai le altre bobine.

Ad onor del vero, bisogna dire che la maggior parte degli ufologi e degli esperti catalogarono immediatamente il filmato come un falso, evidenziando numerosi indizi dai quali si poteva desumere che l’alieno sottoposto ad autopsia era un falso realizzato con un manichino riempito di interiora animali.

Negli USA, già nel novembre/dicembre 1995 era stato pubblicato, su un giornale anti-bufala molto famoso, la dimostrazione che si trattasse di un ridicolo falso, e una cosa simile avvenne anche in Italia nell’Aprile 1996, dove l’autopsia vinse addirittura il premio “Bufala d’oro”, non senza che, però, numerose televisioni, compresa la RAI, mandassero in onda il filmato, pagato a peso d’oro e ci facessero sopra trasmissioni e dibattiti.

Purtroppo, prevalse il sensazionalismo e la voglia di guadagnarci sopra, e quindi l’autopsia venne portata come vera negli anni successivi, ignorando le numerose prove che svelavano la bufala ed ignorando i numerosi pareri contrari alla sua veridicità.

Nel frattempo Ray Santilli cercò di far vivere il più possibile il mercato che era sorto intorno all’autopsia, e quindi fece sbucare false testimonianze e false analisi a favore, tutte smontate quasi immediatamente da molte persone.

E tutto questo mentre centri ufologici, anche italiani, emanarono sin da subito dispacci stampa per mettere in guardai dalla bufala, etichettandola già dal 1996 come la più pesante minaccia mai rivolta alla credibilità della ricerca ufologica seria, ed infatti la bufala dell’autopsia creò danni enormi.

La credibilità del filmato

Una delle bufale più ridicole fu la falsa affermazione della conferma della datazione della pellicola originale in seguito alla sua analisi da parte della Kodak, la quale smentì non appena contattata, ed anzi affermò che Santilli si era rifiutato di mandare il materiale richiesto per l’analisi, ma aveva mandato solo dei pezzetti di vecchia pellicola certamente non appartenente al filmato in questione, ed infatti mostravano tutt’altro. La Kodak infatti aveva bisogno di parti realmente della pellicola originale, da poter analizzare (senza danneggiarla) e stabilire l’anno esatto della pellicola, ma niente di questo le fu mai consegnato, neanche un fotogramma che riprendeva in modo certo una scena dell’autopsia. Anzi, nessuno mai vide il filmato proiettato dalla pellicola originale.

Santilli affermò che il filmato era su pellicola “del 1947, a 16 millimetri, in nitrato”, ma la Kodak non ha mai prodotto pellicole a 16 millimetri in nitrato.

La verifiche sulla pellicola addirittura sarebbero state ridicole: Santilli aveva faxato in copia all’esperto americano in tecniche fotografiche Bob Shell il codice presente su una pellicola (la scritta KODA seguita da un quadrato e da un triangolo), che corrispondeva a quello di una pellicola del 1947, ma Santilli non mostrò o inviò mai un frammento della pellicola originale con impresso quel codice.

Messo alle strette, Santilli rilasciò dei frammenti di pellicola che a suo dire appartenevano all’autopsia, tuttavia non centravano nulla perché alcuni mostravano lo stipite di una porta illuminata ed altri una sorta di gradini o immagini completamente nere. Ma non solo: la pellicola rilasciata da Santilli era a perforazione singola mentre la cinepresa Bell & Howell del 1947 (quella che il testimone di Santilli dice di aver utilizzato) poteva utilizzare esclusivamente pellicole con perforazione su ambo i lati.

Lo stesso modo in cui fu girata l’autopsia fu ritenuto errato da cameraman militari esperti degli anni’40, producendo riprese di pessima qualità, ed infatti dichiararono: “Se qualcuno nella mia unità avesse girato un filmato del genere sarebbe finito in cucina a pelare le patate”. Per quanto riguarda la qualità delle riprese, nel 1947, per progetti importanti, e in tutte le procedure mediche, si utilizzavano pellicole da 16 millimetri a colori. Per procedure mediche importanti, inoltre, venivano utilizzate due cineprese: una su un treppiedi e una montata sul soffitto (quindi entrambe fisse). Inoltre ogni autopsia era ripresa, oltre che da un cineoperatore, anche da un fotografo che, inevitabilmente, verrebbe inquadrato dalle telecamere. Tutto ciò non appare nel filmato di Santilli.

Gli esperti medici quando esaminarono l’autopsia nel filmato dichiararono: “l’autopsia è fatta secondo nessun canone e sicuramente non è stata eseguita da un patologo. Non ci siamo come manualità, non ci siamo come tempi, non ci siamo come ferri. Non vengono eseguiti prelievi e mancano i ferri necessari“.

Interessante anche quello che questi medici esperti affermarono sulla figura dell’alieno, che erano concordi nel definire l’alieno un “non senso biologico”. Essi dichiararono che: “le immagini si riferisco a strutture troppo vicine a quella umana ma contemporaneamente, l’assenza della muscolatura mimica del volto e l’assenza dei muscoli propri della mano rendono assurda l’ipotesi di una accomunanza ad un corpo umano. Una mano, che mostra di essere così vicina a quella umana ma che manca delle strutture muscolari destinate alla sua utilizzazione è un non senso biologico“. Gli esperti medici concordano anche sul fatto che non poteva trattarsi un caso di deformità e che gli organi interni erano messi in modo assurdo.

In sostanza, gli esperti medici ritennero sin da subito che si doveva trattare di un pupazzo.

Esperti di fama mondiale di effetti speciali di Hollywood dichiararono più volte all’unanimità che l’autopsia era un falso. Dichiararono anche che, vista la posizione del cadavere inconsistente per un corpo disteso, doveva essere stato utilizzato il modello di un corpo in posizione eretta. Tutti concordano comunque sulla facile riproducibilità del filmato, addirittura migliorando molti aspetti considerati il prodotto di un dilettante. Nessuno degli esperti in effetti speciali ha ammesso che vi possa essere anche solo la remota possibilità che il filmato sia genuino.

Interessante anche la presenza di un modello di telefono che, all’epoca in cui si sarebbe svolta l’autopsia ripresa (il 1947), ancora non era stato inventato: il telefono a muro con il filo a spirale è stato introdotto negli Stati Uniti dalla AT&T solamente nel 1956, come risulta da tutte le fonti ufficiali. Per controllare basta vedere il “Bell system telephone story” dove sono presenti tutti i telefoni prodotti e quello in questione appare inevitabilmente solo nel 1956.

Nel 1996 la rivista del Comitato Italiano per il controllo delle Affermazioni sul Paranormale (Cicap), Scienza & Paranormale, assegnò la “Bufala d’oro” al controverso filmato. Il premio è stato assegnato a Ray Santilli, proprietario del filmato, “per essere riuscito a vendere il suo prodotto a mezzo mondo“.

D’altronde in quegli anni molti esperti in varie discipline hanno accusarono il filmato dell’autopsia aliena di essere solo una frode supportata da un’abile campagna di marketing basata sull’ingenuità del pubblico.

Ciononostante il filmato fu continuato ad essere spacciato per autentico da molte fonti.

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La fine ufficiale della bufala

Con la diffusione di internet la gente poté informarsi meglio ed accedere alle prove che la smontavano, e nel 2006 lo stesso Ray Santilli ammise che si era trattato di un elaborato falso fatto con un pupazzo riempito di interiora di animali, procedendo poi ad utilizzare un effetto banale per far sembrare invecchiata la pellicola.

L’alieno fu realizzato da uno scultore inglese esperto di effetti speciali, John Humphreys, il quale era fu anche uno degli interpreti del filmato (il capo chirurgo). I “cadaveri” di lattice, racconta, furono riempiti con cervella di pecora, interiora di pollo e ossa e articolazioni di agnello comperate al mercato. Finito il filmato, girato da Humphreys, Ray Santilli (il direttore di una casa di produzione video che poi presentò al mondo i 91 minuti di “autopsia”) e tre altre persone, i fantocci furono fatti a pezzi e buttati nella spazzatura in vari punti di Londra. Santilli ha ammesso che i pannelli a sei dita nel filmato dei rottami sono il risultato di una “licenza artistica” e che egli stesso ha persino costruito una delle travi (I-beams) dal portabagagli della sua automobile.

Santilli tentò ancora di sfruttare economicamente la vicenda realizzando un film su tutta la vicenda, pubblicizzandolo soprattutto grazie all’attenzione ricevuta dopo la dichiarazione di falso.

Nel tentativo di non essere denunciato per truffa, Santilli dichiarò che in realtà la falsa autopsia era la sua ricostruzione di una vera autopsia danneggiata in suo possesso, e contemporaneamente nacque acque la voce, diffusa dai solito complottari, che in realtà era stato un cattivissimo governo occulto che aveva obbligato Santilli a dichiarare che l’autopsia era un falso, o che l’autopsia era stato un tentativo di fare disinformazione per screditare l’ufologia.

Ovviamente nulla si è imparato da questa storia, visto come continuano ad essere prese in considerazione bufale di ogni tipo, nonostante nell’era di internet sia facile trovare la dimostrazione di falsità di una cosa anche su siti esteri.

L’autopsia dell’alieno è l’ennesima dimostrazione dell’esistenza di persone che credono vere delle cose controverse nonostante l’evidenza dei fatti e nonostante la quasi totalità dei pareri sottolinei che si tratta di un falso.

Insomma, l’autopsia di un alieno mostrata nel filmato era tutta una montatura, ampiamente dimostrata. Nonostante questo c’è ancora gente che ne sostiene la veridicità adducendo che chi dice il contrario è al soldo dei governi oppure del NWO o addirittura degli alieni stessi.

Approfondimenti ( prevalentemente in inglese)

Ecco qui di seguito una serie di  articoli che contengono solo la storia di questa vicenda, ma anche molti dettagli interessanti come ulteriori prove di falsità non citate in questa sede. Molti dei link contengono scritti precedenti all’ufficializzazione del falso, anche di molti anni, e sono la riprova che già da subito si è saputo e dimostrata la falsità dell’autopsia:

http://www.ufowatchdog.com/aa_data.htm

http://ufocasebook.com/alienautopsyupdate.html

http://www.outtahear.com/beyond_updates/Mantle/Case%20Files/Alien%20Autopsy%20Game%20Over/Alien_Autopsy_Game_Over.html

http://www.outtahear.com/beyond_updates/debris.htm

http://www.outtahear.com/beyond_updates/kodak_1.html

http://www.outtahear.com/beyond_updates/autopsysign.html

http://www.outtahear.com/beyond_updates/Doubt1_sm.htm

http://www.outtahear.com/beyond_updates/Doubt2_sm.htm

http://www.outtahear.com/beyond_updates/Doubt3_sm.htm

http://www.outtahear.com/beyond_updates/Doubt4_no.htm

http://www.castleofspirits.com/alienautopsy.html

http://www.trudang.com/autopsy/autogoof.html

http://www.ufos-aliens.co.uk/cosmicaut.html

http://www.livescience.com/strangenews/060507_alien_autopsy.html

http://www.ufoencounters.co.uk/TheAlienAutopsyVideo.html

http://www.nemesi.net/roswell.htm

http://csifinanza.blogspot.com/2007/08/guarda-un-po-lautopsia-dellalieno-era.html

http://www.porticus.org/bell/images/bell_system_telephone_story_poster_640width.jpg

http://www.porticus.org/bell/images/b1956_wall_telephone.jpg

http://www.arpnet.it/ufo/jeffrecs.htm

http://www.ufo.it/testi/autopsy-faq.htm

http://forgetomori.com/2009/aliens/the-alien-autopsy/

Fonte: Ceifan

Presentato Dream Chaser, il nuovo shuttle riutilizzabile della NASA

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La NASA ha presentato lo spazioplano di nuova generazione, il “Dream Chaser“, il primo veicolo adatto per i voli spazio-atmosferici riutilizzabile dall’epoca del ritiro della flotta di Space Shuttles parzialmente riutilizzabili.

Finora, ha completato solo il suo primo test di volo ma la NASA prevede di utilizzare questo modello per il servizio di traghetto verso e dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) nei prossimi anni. Entro la fine di quest’anno il Dream Chaser sarà sottoposto ad altre prove di volo.

Dream Chaser è stato progettato e costruito dalla Sierra Nevada Corporation. Questa società privata è una delle tre società che hanno stipulato contratti con la NASA per il trasporto di carichi all’ISS tra il 2019 e il 2024. la nuova navetta sarà in grado di collegarsi alla stazione spaziale con accesso immediato a passeggeri o carichi.

È relativamente piccolo, circa 9 metri dal naso alla coda, circa un quarto delle dimensioni dei vecchi shuttle ora in pensione. Ne sono previsti due diversi modelli: uno con pilota umano in grado di trasportare fino a sette membri di equipaggio. L’altro sarà in grado di viaggiare senza pilota e potrà trasportare fino a 5.500 chilogrammi di carico, ben oltre le attuali esigenze della NASA.

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Rappresentazione artistica del Dream Chaser in volo e attraccato ad una stazione spaziale. NASA

Proprio come i vecchi shuttle, il Dream Chaser verrà lanciato verticalmente su un razzo e rientrerà a terra atterrando su una pista come un aereo convenzionale.

Secondo Sierra Nevada Corporation questo veicolo potrà essere riutilizzato 15 volte senza doverne rinnovare il 90% dei componenti. Come dimostrato dai Falcon 9 riutilizzabili di SpaceX, l’uso della tecnologia riutilizzabile riduce drasticamente i costi del viaggio spaziale. In teoria, il Dream Chaser potrà essere utilizzato anche per altre attività come la manutenzione di satelliti e la rimozione di spazzatura spaziale.

La vecchia flotta di Space Shuttle parzialmente riutilizzabili in forza alla NASA riuscì a compiere 135 missioni tra il 1981 e il 2011.

Volare spesso, viaggiare in sicurezza, atterrare su pista e operare economicamente: questi sono i principi guida dei cargo spaziali del XXI secolo, che dovranno trasportare regolarmente carichi in orbita bassa per rifornire l’ISS e trasportare gli equipaggi di ricambio” Ha dichiarato la NASA nel suo annuncio .

Scoperta la causa degli acufeni

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Avete presente quei fastidiosissimi fischi che ogni tanto ci sembra di udire e dai quali è difficilissimo distogliersi? Si chiamano acufeni e ne soffrono in tanti e in molti casi si tratta di rumori continui che finiscono per interferire sulla qualità della vita.

Un acufene (dal greco ἀκούω «udire» e ϕαίνομαι «manifestarsi», tinnitus in lingua latina), in medicina, è un disturbo uditivo costituito da rumori (come fischi, ronzii, fruscii, pulsazioni ecc.) che l’orecchio percepisce come fastidiosi a tal punto da influire sulla qualità della vita del soggetto che ne è affetto.

Esso non è classificabile come una malattia, ma è piuttosto una condizione che può derivare da una vasta pluralità di cause. Tra di esse si possono includere: danni neurologici (ad esempio dovuti a sclerosi multipla), infezioni dell’orecchio, stress ossidativo, stress emotivo, presenza di corpi estranei nell’orecchio, allergie nasali che impediscono (o inducono) il drenaggio dei fluidi, accumulo di cerume e l’esposizione a suoni di elevato volume. La sospensione dell’assunzione di benzodiazepine può essere anch’essa una causa. L’acufene può essere un accompagnamento della perdita dell’udito neurosensoriale o una conseguenza della perdita dell’udito congenita, oppure può essere anche un effetto collaterale di alcuni farmaci (acufene ototossico).

L’acufene è solitamente un fenomeno soggettivo, tale da non poter essere misurato oggettivamente. La condizione è spesso valutata clinicamente su una semplice scala da “lieve” a “catastrofico” in base agli effetti che esso comporta, come ad esempio l’interferenza con il sonno e sulle normali attività quotidiane.

Se viene individuata una causa di fondo, il suo trattamento può portare a miglioramenti. In caso contrario, in genere si ricorre alla psicoterapia. per il momento, non vi sono farmaci efficaci. La condizione è frequente, con una prevalenza che si attesta tra il circa 10% ÷ 15% delle persone, la cui maggioranza dimostra di tollerarla bene, dimostrandosi un problema significativo solo nell’1-2% degli individui.

Adesso, secondo quanto riporta l’ANSA, alcuni ricercatori dell’Università dell’ Illinois hanno scoperto che l’acufene cronico, il rumore come un fischio continuo che sente chi ne soffre, è associato ai cambiamenti in alcune reti nel cervello, determinando il fatto che questo rimanga sempre in modalita’ di attenzione senza poter andare in riposo. In sostanza e’ stato verificato non solo come questo continuo e fastidioso disturbo abbia una base organica ma e’ stato anche confermato e provato che incide negativamente sulla qualita’ della vita, impedendo al nostro cervello di mettersi in pausa. La ricerca, pubblicata su ”NeuroImage: Clinical”, ora apre alla speranza di poter sviluppare, in futuro, trattamenti efficaci per questo disturbo.

Utilizzando la risonanza magnetica funzionale per creare dei modelli sulla funzione e sulla struttura del cervello, il nuovo studio ha scoperto che l’acufene è in una regione del cervello chiamata precuneo.

Con le nuove tecniche e con questa particolare ricerca e’ emerso che il precuneo dei pazienti con acufene e’ modificato, più connesso alla rete di attenzione e meno connesso alla rete che lo mette in ‘pausa’. Tutto questo si traduce nel fatto che i pazienti con acufene non sono veramente riposati, anche quando si riposano, ”e ciò potrebbe spiegare perché molti riferiscano di essere stanchi più spesso”. Inoltre, in questo modo, il cervello rimane anche piu’ concentrato sul fastidioso fischio che accompagna ogni momento del giorno e della notte, con l’effetto paradossale di peggiorare la concentrazione.

Fonte: ANSA

Dune ricoperte di ghiaccio su Marte

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La neve a base acquosa è stata recentemente scoperta su Marte – e non era prevedibile. Cade solo di notte, succede improvvise esplosioni di neve e la maggior parte delle neve caduta non rimane in superficie ma sublima semplicemente in gas direttamente dalla fase solida.

Il ghiaccio, invece, è abbastanza comune su Marte. Può presentarsi come ghiaccio d’acqua ma la maggior parte, almeno in superficie, è ghiaccio secco, biossido di carbonio congelato, e concentrato soprattutto ai poli di Marte. Quando le temperature aumentano, gran parte di questo ghiaccio sublima e l’atmosfera si arricchisce di anidride carbonica. Quando le temperature tornano a scendere lo strato di ghiaccio polare si estende nuovamente riassorbendo parte dell’anidride carbonica.

Questi frequenti ed improvvisi cambiamenti di temperatura spesso portano alla formazione di dune miste di neve e ghiaccio a base di anidride carbonica, come dimostra la splendida immagine diffusa dalla NASA ripresa dal Mars Reconnaissance Orbiter della NASA.

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Si tratta di dune normali, di sabbia, formate dai venti del Pianeta Rosso. La caduta della neve notturna e il ghiaccio formato dalle basse temperature  di queste altissime latitudini nell’emisfero settentrionale disegnano le creste e le troche delle dune rendendole spettacolari.

Durante la primavera, quando le temperature salgono, la neve e il ghiaccio sublimano rapidamente. Ma non completamente. Parte dell’acqua sgocciola verso il basso tra i granelli di sabbia. Ciò si traduce nello spettacolare effetto di colori cremisi, bianco, ruggine visibile nella foto.

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FAKE ECLIPSE

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Qualcuno si era illuso che l’eclissi totale di sole negli Stati Uniti, visibile in mondovisione tramite i siti dedicati, avrebbero eliminato una volte per tutte la bizzarra idea, che ancora viene professata da alcuni, che la terra sia piatta e che ce la spacciano come un globo per qualche misterioso complotto.

Si potrebbe pensare che vedendo letteralmente la Luna eclissare il Sole i terrapiattisti si sarebbero rassegnati all’evidenza che i pianeti e le stelle sono globi e che la terra e la Luna ruotano intorno al Sole ma, invece, molti di loro sembrano essere più convinti che mai.

Rapper BoB ha postato su Twitter una riflessione che trasuda scetticismo circa l’eclissi solare totale. Questo il suo sarcastico  tweet: “È così straordinariamente bello come la luna non sia visibile prima e dopo un’eclissi solare totale # SolarEclipse17 # FknScienceBro…

Quando qualcuno gli ha chiesto quale fosse la causa dell’eclissi, ha risposto solo “Rahu”, riferendosi alle figure mitologiche Rahu e Ketu usate dall’antica cultura vedica per spiegare eventi astronomici.

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Durante e subito dopo l’eclisse su YouTube sono comparse le incredibili immagini che la NASA ha orgogliosamente, e giustamente, mostrato. Alcuni hanno interpretato queste immagini della NASA come CGI realizzati per raccontare una falsa verità, un tentativo ultratecnologico per confutare le idee dei moderni credenti del “modello geocentrico”.

Un video di YouTube , denominato “FAKE ECLIPSE“, afferma che l’oggetto a forma di luna che ha oscurato il Sole non era la Luna. Si è semplicemente trattato di un trucco con “luce invertita” attraverso un software di editing fotografico. Secondo questi “esperti” era piuttosto facile capire che l’ombra / colore della Luna nelle immagini era la stessa dello spazio dietro il Sole, vale a dire nero. Questo, sostengono, suggerisce che l’eclisse solare avesse qualcosa a che fare con il Sole stesso, non con un corpo celeste davanti al Sole.

Anche la particolare illuminazione che ha accompagnato le fasi predenti e successive all’eclisse totale è stata interpretata dai terrapiattisti come una prova della finzione. A loro parere, la luce sulla terra avrebbe dovuto comportarsi proprio come una lampadina accesa o spenta mentre lo strano effetto era chiaramente dovuto al progressivo adattamento della scenografia alle condizioni che si volevano produrre.

Insomma, nemmeno l’evidenza è utile per convincere chi non vuole convincersi.

Per dirla con Friedrich Schiller, “contro la stupidità, neanche gli dei possono nulla”.

Facebook down in tutto il mondo

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Dalle 15 di oggi e per circa due ore, decine di migliaia di account di facebook e instagram in tutto il mondo sono stati inaccessibili sia da pc fisso che da smartphone.

“Spiacenti, si è verificato un problema”, “Impossibile aggiornare il feed”: sono alcuni dei messaggi che per circa un’ora, dalle ore 15.00 circa, sono apparsi sulle pagine Instagram e Facebook di centinaia di utenti. Impossibile effettuare l’acesso: chi esco dal proprio profilo non può più entrarvi.
Secondo Down Detector, che monitora i problemi di accesso ai social, Facebook sta subendo un “blackout totale”, sia sull’applicazione da desktop che su quella mobile.

Tessuti dalle bucce d’arancia: Orange fiber, un esempio di eccellenza italiana

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di Francesca Marchese

Dalla moda all’energia – la buccia e le sementi dei agrumi famosi agrumi siciliani, le arance, vengono utilizzati in una serie di iniziative imprenditoriali più ecologiche e più sane.

Nel 2011, Adriana Santonocito era studente di design a Milano quando ha avuto l’idea di produrre tessuti sostenibili da ciò che era naturalmente abbondante e ampiamente sprecato nella sua città natale, Catania, in Sicilia.

La sua sfida era quella di trovare un modo per mettere a frutto i residui di centinaia di migliaia di tonnellate di arance.

Ora, grazie al suo pensiero creativo, è possibile fare interi articoli di abbigliamento utilizzando fibre che hanno origine dal frutto.

Processo chimico

Il concetto di Santonocito è stato ispirato da una domanda posta nella sua tesi universitaria. Potrebbe essere realizzato un lussuoso foulard di seta da sottoprodotti degli agrumi che altrimenti sarebbero gettati via o utilizzati per alimentare il bestiame?

Laboratori Fiber ArancioneImmagine copyright: ORANGE FIBER reagenti chimici per separare la cellulosa dai resti delle arance

La questione è particolarmente rilevante in Sicilia, dove ogni anno vengono vendute migliaia di tonnellate di agrumi, producendo enormi quantità di rifiuti.

La 39enne ha trovato la sua risposta nei laboratori dell’università e ha registrato un brevetto apposito.

Era già noto che la cellulosa potrebbe essere estratta dalle scorie delle arance. Ma la signora Santonocito ha scoperto che, utilizzando reagenti chimici, questa cellulosa può essere estratta sotto forma di un filato che può essere tinto e miscelato con altri tessuti, come il cotone o il poliestere.

Insieme con la suo collega universitaria Enrica Arena, nel 2014 fondò Orange Fiber e cominciarono a vendere i filati di seta all’arancia ad aziende dell’industria dell’abbigliamento.

Adriana Santonocito e Enrica ArenaImmagine copyright: ORANGE FIBER Adriana e Enrica dirigono ora un’azienda con 12 dipendenti

Quest’anno, Salvatore Ferragamo ha usato il loro tessuto nella sua collezione primavera-estate con l’obiettivo di rendere più sostenibili le sue magliette, gli abiti ed i foulard di fascia alta.

Orange Fiber, che ora ha un team di 12 persone, opera da uno stabilimento locale per la trasformazione di succhi, da cui ottiene gratuitamente il materiale di scarto.

L’attività è parzialmente stagionale, essendo operativa soprattutto nei mesi dell’anno in cui si lavora il succo di frutta all’arancia. Ma una volta che le bucce d’arancia sono state trasformate in cellulosa, questa può essere immagazzinata per essere utilizzata in seguito.

Antonio Perdichizzi, investitore precoce di Orange Fiber, afferma che l’azienda si è distinta perché, a differenza delle start-up più innovative in Italia, non è digitale.

Le bucce aromatiche dopo i frutti sono state spremuteImmagine copyright: ORANGE FIBER Orange Fiber utilizza le scorie delle arance

L’Italia non investe molto nell’innovazione, ma idee e abilità brillanti vincono malgrado la mancanza di risorse“, aggiunge.

Rosario Faraci, professore di affari, economia e gestione presso l’Università di Catania, afferma che l’azienda è un esempio di come “la creatività e lo spirito imprenditoriale” stia creando nuovi posti di lavoro e attività nella regione.

Fibra – non grassa

Le arance potrebbero anche essere utilizzate per rendere le cibarie più sane e durature grazie ad una nuova procedura che le trasforma in un’innovativa farina senza grassi.

La nuova tecnica è attualmente in fase di test presso l’Università di Catania ed i risultati sono incoraggianti.

Al momento, quasi tutti i panettieri utilizzano grassi, come il burro o la margarina nella loro cucina.

Ma secondo la ricerca, metà di questo grasso potrebbe essere sostituito utilizzando farina ottenuta da cotogne, semi e parte della polpa non utilizzata per la produzione di succhi di frutta.

Brioche fatto usando la farina arancioneImmagine copyright: ORIETTA SCARDINO I cuochi locali e gli chef pasticcini di Acireale, vicino a Catania, amano la nuova farina

Come nel caso di Orange Fiber, i ricercatori ottengono le materie prime necessarie al processo dai fabbricanti di succhi di frutta locali. Lavano le scorie per rimuoverne il sapore amaro, poi le essiccano e sbiancano ciò che rimane.

Salvatore Barbagallo, professore di agricoltura all’Università di Catania, afferma che la farina è “perfettamente sostenibile” e non costa quasi nulla per produrre. Inoltre non ha “alcun impatto” sul gusto e la fragranza del cibo che lo contiene.

Fonte: BBC

La politica e le scie chimiche

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di Oliver Melis per Reccom Magazine

Torniamo a parlare di scie chimiche ricordando brevemente cosa sono per i tanti complottisti che credono che, a partire dalla seconda metà degli anni Novanta, un fenomeno normalissimo e sotto gli occhi di tutti come l’emissione delle scie di condensazione da parte di aerei civili e militari siano invece un complotto ordito in segreto da un Governo mondiale per ottenere il controllo del clima e mettere in ginocchio l’umanità assumendone il controllo sotto ogni punto di vista, sia da quello fisico che mentale.

Alla fine degli anni Novanta nel nostro parlamento ci si è interrogati sul “fenomeno”. Sono stati diversi i politici che hanno presentato interrogazioni in merito. Ma era proprio necessario? No, e se pensiamo che i politici non amano la scienza, in tanti avranno semplicemente cavalcato il complotto per creare del consenso.

Le interrogazioni parlamentari di cui tutti siti che combattono la disinformazione riportano traccia sono 14:

2 aprile 2003 Italo Sandi (fino al 2001 coi DS successivamente con UDC)

27 ottobre 2003 Piero Ruzzante (DS PD)

3 febbraio 2005 Severino Galante (prima PCI, PRC, oggi PdCI)

13 giugno 2006 Gianni Nieddu (Ulivo)

8 agosto 2007 Amedeo Ciccanti (UDC)

20 dicembre 2007 Katia Belillo (PdCI)

5 giugno 2008 Sandro Brandolini ( ex DS ora PD )

16 giugno 2008 Amedeo Ciccanti (2)

17 settembre 2008 Antonio Di Pietro (IDV)

1 ottobre 2008 Sandro Brandolini (2)

28 gennaio 2009 Sandro Brandolini(3)

5 novembre 2009 Oskar Peterlini (Sudtiroler Volkspartei)

18 novembre 2009 Amedeo Ciccanti (3)

22 febbraio 2011 Domenico Scilipoti (PdL e/o FI)

Ma come è possibile che i nostri rappresentanti perdano tempo in cose del genere? (Forse ho già risposto prima, domanda retorica) Alcuni di loro si saranno pure indignati, altri si saranno stracciati le vesti e via discorrendo.

Alla lista si sommano però tanti consiglieri comunali che si sono preoccupati dello stesso problema, le scie chimiche, il bario e l’alluminio che secondo alcuni bene informati, (li vorrei chiamare in un altro modo ma non posso) vengono dispersi nel cielo per i fini che abbiamo esposto qui e in al,tri articoli.

maggio 2008, mozione amministrazione comunale Savignano sul Rubicone

giugno 2008, mozione amministrazione comunale Sant’Arcangelo di Romagna

aprile 2009, O.d.G. Consiglio comunale di Cesena

maggio 2011, consiglio comunale di Grizzana Morandi

febbraio 2013, petizione comunale da parte di 728 cittadini a Torino

febbraio 2013 consiglio comunale di Vergemoli

maggio 2013 consiglio comunale di Venaria

Sarebbe bello capire quanto tempo i nostri politici, sia a livello locale che nazionale, hanno “speso” per trattare questi spinosi argomenti, tempo speso da loro e pagato da noi contribuenti con tasse e balzelli vari, come se nel nostro paese il problema siano le scie lasciate nel cielo dagli aerei. Perdita di tempo e soldi poteva essere evitata se i tanti politici “indignati” avessero aperto ai tempi della scuola un libro di fisica, acquisendo quelle nozioni basilari che oggi gli avrebbero permesso di farsi due risate davanti ai tanti complotti che infestano l’informazione e soprattutto la pseudoinformazione, cominciando proprio dalle scie chimiche, e avrebbero impegnato il loro tempo, e il nostro, per cose meno futili.

Ai lettori un consiglio: la prossima volta che andrete a votare copiatevi questi nomi, sia mai che riusciamo a levarci di torno questi personaggi, iniziando a risparmiare qualche soldo pubblico in modo che il politico di turno indirizzi le proprie energie verso problemi reali, forse non è chiedere troppo.

Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO ItaliaPerle complottare e le scie chimiche sono una cazzata