giovedì, Gennaio 16, 2025
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David Icke, il padre di (quasi) ogni complotto

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David Vaughan Icke, 67 anni, ex calciatore, ex politico, ex speaker radiofonico ed ex giornalista si può considerare a buon ragione, uno dei principali promotori di numerosissime ipotesi di complotto.

Tutto cominciò nel marzo 1990 quando una medium gli disse che egli era un guaritore mandato a sanare la Terra, che era stato scelto per il suo coraggio e che era stato indirizzato allo sport per imparare la disciplina. Secondo il messaggio, avrebbe lasciato la politica e sarebbe divenuto famoso, scrivendo cinque libri in tre anni, finché un giorno ci sarebbe stato un grande terremoto in cui «il mare reclamerà la terra», a causa del cattivo comportamento degli esseri umani che starebbero abusando delle risorse terrestri.

In effetti, quando Icke rese pubblica questa profezia, il partito dei verdi inglesi, nel quale militava, lo espulse dalle sue fila.

Nel 1991, in un’intervista rilasciata durante uno show televisivo affermò di essere il figlio di Dio, costringendo il conduttore a bloccarlo e ad impedirgli di continuare l’intervista.

Da allora, Icke divenne uno dei maggiori promotori e teorici delle teorie cospirazioniste e del complotto; pubblicò numerosi libri riguardo alla teoria della cospirazione globale e, tutt’ora, effettua tournée in tutto il mondo, in cui illustra le sue teorie ma anche gli aspetti più giornalistici di esse, discutendo dell’attuale situazione mondiale e dei suoi retroscena, dagli attacchi dell’11 settembre 2001 alla guerra d’Iraq del 2003, dal conflitto israelo-palestinese alla crisi economico-petrolifera del XXI secolo.

Secondo Ickel’universo è in realtà una matrice olografica e un gruppo segreto di umanoidi rettiliani, riuniti nella Fratellanza Babilonese (Babylonian Brotherhood), detta anche Fratellanza del Serpente, controlla l’umanità attraverso altre dimensioni;

Icke ha anche affermato che molti esponenti di primo piano della politica e dello spettacolo, ad esempio Barack Obama, George W. Bush, la Regina Elisabetta II, Bill Clinton, Tony Blair, Kris Kristofferson, Bob Hope e il cantante country Boxcar Willie, sono dei rettiliani, avvalorando le sue affermazioni con le testimonianze di Christina Fitzgerald, amica della Principessa Diana Spencer, e di parecchi uomini precedentemente abusati da pedofili o estratti dal proprio nucleo familiare.

La soluzione da lui proposta consiste nell’analisi di ogni informazione ricevuta oltre qualunque pregiudizio, nella selezione di sentimenti altruistici e umanitari indipendentemente dalle provocazioni a emozioni opposte che vengono tentate dagli Arconti (tramite la forma fisica dei rettiliani) in occasioni quali falsi attentati, false crisi economiche e allarmi d’inquinamento ambientale.

Nel 1999 Icke scrisse e pubblicò The Biggest Secret: The Book That Will Change the World, nel quale affermò che il pianeta sarebbe controllato da un Nuovo Ordine Mondiale, manovrato da una razza di umanoidi-rettiliani chiamati la Fratellanza Babilonese (Babylonian Brotherhood). Secondo Icke, questi rettiliani sarebbero esseri alti più di due metri, bevitori di sangue e proverrebbe dal sistema stellare Alpha Draconis.

Egli affermò anche che Christine Fitzgerald, una confidente della Principessa Diana confidò a lui che Diana stessa credeva che la famiglia reale inglese fosse collegata ai rettiliani e che loro stessi fossero in grado di trasformarsi.

Icke, da allora, ha pubblicato un gran numero di altri testi sugli stessi temi. I suoi ultimi lavori vedono in George W. Bush, anch’egli un rettiloide, uno dei ruoli centrali in quella che Icke definisce la cospirazione dell’11 settembre (9/11 conspiracy). Ad essa apparterrebbero molti leader politici, tra cui alcuni presidenti statunitensi come George W. Bush e Barack Obama.

« Le mie ricerche suggeriscono che è da un’altra dimensione, la quarta dimensione inferiore (lower fourth dimension), che il controllo e la manipolazione sarebbero orchestrati. Altre persone sanno che lo è dalla dimensione astrale (lower astral dimension), la leggendaria casa dei demoni e delle entità nei loro rituali di magia nera… » (D. Icke, The Biggest Secret: The Book That Will Change the World)

Secondo lui queste famiglie di potenti si accoppierebbero solo tra loro per mantenere la purezza genetica e non perdere la capacità di trasformarsi in rettiliani.

Icke ha scritto che la famiglia Rothschild avrebbe pianificato l’ascesa al potere di Adolf Hitler per puntare al controllo di Israele, terra considerata energeticamente proficua per gli Illuminati.

I personaggi-rettiliani, secondo le testimonianze riportate da Icke, sarebbero dediti a sacrifici umani, avidi di sangue umano e di violenze carnali su dei minorenni e manipolerebbero la gente con riti satanisti e con l’ingegneria sociale.

Icke ha descritto lo shape-shifting (cambiamento di forma) come un “Fenomeno riportato da testimoni che hanno visto persone (molto spesso in posizioni di potere) trasformarsi di fronte ai loro occhi, da una forma umana a una forma rettiliana e poi ritornare a quella originale“.

Altro caposaldo delle teorie di Icke è l’idea che il mondo sia sotto il controllo di un governo segreto. Icke ha pubblicato sedici libri esponendo le sue opinioni, che sono in genere considerate un insieme di New Age (malgrado le sue smentite), cospirazionismo politico ed apocalittico, mescolate con quello che alcuni considerano una visione antisemita.

Nel 1996, nel suo libro “… and the truth will set you free” ( e la verità vi renderà liberi), affermò che il governo è finanziato da banchieri e affaristi come i Rothschild e Rockefeller, sebbene in seguito abbia chiarito che considera gli ebrei membri della classe dirigente non ebrei, ma lucertole.

Secondo il giornalista inglese Simon Jones, Icke affermò che: “La gente comune è indotta in massa a credere che la normale causa degli eventi del mondo siano le conseguenze di forze politiche note, o eventi casuali e incontrollabili. Tuttavia, la storia dell’umanità è manipolata ad ogni livello… Ora potreste chiedervi fino a quali terribili attività questa gente possa arrivare: questi individui organizzano incidenti in tutto il mondo, che poi richiedono una risposta dall’opinione pubblica (bisogna fare qualcosa), permettendo a questi potenti di fare qualsiasi cosa questi abbiano desiderato fare sin dall’inizio”.

L’aspetto New Age della filosofia di Icke, prevede che la gente viva in una coscienza multidimensionale e che si dovrebbe abbandonare la falsa esistenza fornita dal governo mondiale, che porterà la gerarchia al collasso.

Icke cita nelle sue opere in particolare la prima e seconda guerra mondiale, l’Olocausto, l’attentato di Lockerbie, l’attentato di Oklahoma City, il conflitto serbo-bosniaco e gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 come esempi di eventi causati dal governo segreto, arrivando a teorizzare un controllo e una responsabilità da parte di esso sulla maggior parte degli eventi negativi degli ultimi tre secoli.

Michael Barkun, nel suo studio del 2003 sulla sottocultura della cospirazione, A Culture of Conspiracy: Apocalyptic Visions in Contemporary America, scrive che Icke è “il più fluente degli autori cospirazionisti, e dà ai suoi scritti una chiarezza raramente trovata in testi del genere”.

Bisogna dire che molta ispirazione alle teorie di Icke deriva da alcuni fumetti della Marvel, in particolare si ritrovano alcune delle tematiche sviluppate da Icke negli episodi degli anni 60-70-80 dei Vendicatori e nei Fantastici 4.

Altre evidenti fonti di ispirazione di Icke sono certamente I protocolli dei Savi di Sion, la teoria dell’antico astronauta e la presunta Fratellanza del serpente.

Uber ha presentato il prototipo del suo taxi volante

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Uber ha svelato il prototipo del suo taxi volante, presentandolo nel corso del secondo “Uber Elevate Summit”.

Questa macchina volante, che l’azienda spera di far entrare in servizio tra i due ed i prossimi 5 anni, saranno in grado di effettuare decolli e atterraggi verticali da appositi skyporti, stazioni aeree situate sui tetti o sul terreno che saranno equipaggiati per gestire 200 decolli e atterraggi l’ora, o uno ogni 24 secondi. Inizialmente, le macchine volanti saranno pilotate, ma la compagnia punta a far volare l’aereo autonomamente.

I prototipi sembrano più droni che elicotteri, con quattro rotori sulle ali. I funzionari della compagnia dicono che li renderanno più sicuri degli elicotteri, che operano su un solo rotore. Voleranno tra i 300 ed i 650 metri da terra e saranno più silenziosi di un elicottero, producendo metà del rumore del motore di un camion.

Uber, che sta collaborando con la NASA nello sviluppo del nuovo servizio UberAIR, si sta preparando per la nuova frontiera del trasporto, quello per via aerea e non è la sola compagnia impegnata su questo nuovo terreno. Ad esempio la Kitty Hawk, una compagnia di taxi volanti autonoma sostenuta dalla  Alphabet di Larry Page, ha presentato il suo ultimo aereo commerciale chiamato Cora a marzo. La compagnia sta collaborando con il governo della Nuova Zelanda per commercializzare i propri taxi aerei. Un altro concorrente, Airbus, ha effettuato il primo volo di successo della sua auto volante autonoma a febbraio.

Secondo i rappresentanti di Uber, il servizio di taxi volante inizialmente costerà come il servizio denominato “Uber black” ma è previsto che man mano che i clienti aumenteranno i costi si ridurranno al livello del servizio Uber X per lo stesso viaggio. La società prevede di lanciare UberAIR a Dallas-Fort Worth e Los Angeles nel 2023, con test in quelle città a partire dal 2020.

Virgin Galactic: a Taranto-Grottaglie lo spazioporto italiano

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Sarà l’aeroporto di Taranto-Grottaglie, opportunamente adattato, la base di lancio italiana per i voli turistici suborbitali della Virgin Galactic.

Secondo il comunicato emesso ieri dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) il via libera è arrivato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dopo che l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac) ha completato un lavoro di analisi per individuare il luogo più adatto alla realizzazione e attivazione di questo tipo di struttura entro il 2020.

Soddisfatto il commento del presidente dell’ASI Roberto Battiston, secondo il quale “Questo progetto pone le basi per un nuovo approccio commerciale per la ricerca in microgravità e per l’addestramento degli astronauti. L’Italia è all’avanguardia nella nuova space economy che renderà lo spazio accessibile ad una sempre maggior quantità di persone’’.

La struttura verrà adattata alle nuove esigenze dalla Altec di Torino, una società pubblico-privata partecipata dalla maggiore azienda spaziale europea, Thales Alenia Space e dall’Agenzia Spaziale Italiana, che fornirà anche servizi ingegneristici e supporto logistico. L’aereoporto, trasformato in spazioporto, già dal 2020, dovrebbe dare il via ai voli commerciali turistici della navetta SpaceShip Two della Virgin Galactic.

La SpaceShip Two è una navicella spaziale per voli suborbitali sviluppata dalla Virgin Galactic, compagnia aereospaziale creata dal magnate britannico Richard Branson.

La sua particolarità sta nel fatto che il lancio non avviene in verticale tramite un razzo vettore ma decolla agganciata all’ala dell’aereo madre White Knight Two, dal quale si sgancia una volta raggiunta quota 15 chilometri per poi proseguire autonomamente la sua corsa spinta dal suo motore a razzo verso il limite dell’atmosfera, convenzionalmente posto alla quota di 100 chilometri sopra il livello del mare.

Si prevede che un volo turistico suborbitale a bordo della SpaceShip Two inizialmente avrà un costo intorno ai 235.000 euro e permetterà al turista spaziale di osservare la curvatura della Terra provando l’ebbrezza dell’assenza di peso.

Il trasporto spaziale diventa quindi un’opportunità di business per l’Italia, sia come sistema paese sia per le nostre imprese aerospaziali, da decenni all’avanguardia in questo particolare settore, che potranno sfruttare l’indotto generato dal turismo aerospaziale.

Lo spazioporto di Taranto-Grottaglie verrà anche utilizzato dall’ASI come base di lancio per esperimenti scientifici e per l’addestramento di astronauti.

Partito InSight Mars Lander della NASA: indagherà sui misteri del sottosuolo marziano

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Nella prima mattinata del 5 maggio la NASA ha effettuato dalla base aerea di Vanderberg, situata nella California meridionale,  il lancio della missione InSight Mars Lander. L’inizio di questo viaggio verso Marte, lungo 205 milioni di chilometri, è stato il primo lancio per una missione interplanetaria effettuato dalla costa occidentale degli Stati Uniti.

Durante il viaggio, che durerà quasi sette mesi, i controllori di volo testeranno e calibreranno i sottosistemi e gli strumenti scientifici della sonda, seguendo il veicolo spaziale attraverso la rete Deep Space della NASA , eseguiranno regolazioni di assetto per orientare gli array solari e le antenne ed eseguiranno le manovre per mantenere veicolo spaziale sulla sua traiettoria pianificata.

InSight Mars Lander dovrebbe atterrare su Marte nel tardo pomeriggio del 26 novembre sulla pianura lavica di Elysium Planitia  e la sua missione consisterà nello studiare i terremoti ed il flusso di calore sotterraneo dell’area per ottenere nuove informazioni sulla formazione dei pianeti rocciosi.

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Tra una modifica e l’altra della traiettoria, i controllori di volo testeranno anche gli strumenti scientifici di InSight, tra cui SEIS, il sismometro fornito da un consorzio guidato dall’agenzia spaziale francese CNES, e il pacchetto Heat Flow and Physical Properties, la “talpa” fornita dalla tedesca Aerospace Center DLR.

 

InSight, per non viaggiare da solo ha raccolto due autostoppisti, i satelliti per le comunicazioni nello spazio profondo del programma Mars Cube One (MarCo) con i quali sta ora condividendo la lunga strada per Marte. Entrambi i satelliti hanno già dispiegato i propri pannelli solari e confermato di essere efficienti ed operativi. In attesa dello spiegamento in orbita marziana.

Fonte: Space.com

La radice quadrata dell’uno per cento – di Nicoletta Capone

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Quando la figlia Chicca muore, per Sergio è il colpo di grazia. La ragazza si è suicidata e l’ultimo ricordo che il padre ha di lei è il feroce litigio avvenuto soltanto la sera prima della sua morte. L’uomo, che ha già perso la moglie pochi anni prima per una malattia diagnosticata troppo tardi, ne è devastato. Molla il lavoro da poliziotto, si attacca alla bottiglia e una sera disgraziata si punta la pistola d’ordinanza in bocca. Probabilmente morirebbe così, se all’improvviso non tornasse nella sua vita un vecchio amico, il suo migliore amico delle scuole medie e poi del liceo, Claudio, da più di vent’anni trasferitosi in America e oggi romanziere di successo. Grazie all’affetto di Claudio, Sergio si rimette in piedi e, grazie al suo fiuto da giallista, scopre ben presto che qualcosa nella morte della figlia non torna.

Prima un tatuaggio sconosciuto, poi altre morti per apparente suicidio che sembrano collegate tra loro e a quella di Chicca, infine un gruppo misterioso che si nasconde in pieno Facebook… Ma cos’è questo gruppo? Una setta? Sono loro che stanno uccidendo ogni giorno persone diverse in tutto il mondo? Sono loro che hanno ucciso Chicca? E perché? E come mai la Polizia considera Sergio e Claudio pazzi e gli stessi amici e colleghi di Sergio non ne vogliono sapere di dargli ascolto, di scoprire la verità?

Non resta che far tutto da soli.

Le indagini private porteranno Sergio e Claudio ad andare oltre le apparenze e a scoprire dietro la morte di Chicca un mondo totalmente sconosciuto, una realtà inimmaginabile che mette a dura prova la loro razionalità e tutto ciò in cui hanno sempre creduto, o non creduto. Scopriranno che la ragazza faceva parte di un progetto segreto, nato in India decenni prima di lei, per il quale era pronta anche a morire e che in questi tempi sta arrivando a compimento.

Lungo il percorso che lo porterà faticosamente a definire gli incredibili contorni di questa storia, che ormai riguarda non più solo lui ma l’intera umanità, Sergio troverà alleati e nemici, forse un nuovo inatteso amore, di certo spiacevoli sorprese.

Ma, soprattutto, dovrà affrontare tutti i suoi pregiudizi, i suoi fantasmi, il suo dolore, per cercare di vendicare la morte di Chicca e, rendendole giustizia, forse ritrovarla, far pace con lei e con sé stesso… Per scoprire che neanche questo basta, che, se davvero vuole farlo, deve andare fino in fondo, fare quello che non ha mai fatto: rinnegare tutto, cambiare tutto, rischiare tutto. E forse allora, solo allora, la ritroverà davvero, la sua Chicca… E si salverà.

Dietro la struttura del giallo, e forzandone necessariamente dei canoni, in questo interessante romanzo pieno di colpi di scena e di incontri inaspettati con realtà che sfioriamo tutti i giorni sui social media, l’autrice mette in luce alcuni dei tentativi spirituali, filosofici, religiosi e scientifici che negli ultimi decenni stanno coinvolgendo, in tutto il mondo, un numero sempre più ampio di persone – la cui opera spesso silenziosa è sconosciuta ai più – nel lavorare per migliorare la vita umana con l’uso di energie costruttive e metodi che solo cinquant’anni fa sarebbero stati impossibili da credere.

Inoltre, al di là e al di sopra dell’indagine del “commissario Sansevero”, viene raccontata la storia di Sergio, un uomo che si è perso, un uomo senza più alcuna speranza che, affrontando il dolore anziché sfuggirlo, ritrova in qualche modo la figlia e, forse, se stesso.

Una lettura profonda e interessante in cui più di un lettore riuscirà a scoprire qualcosa di sé e a capire alcune sfaccettature misteriose dei social.

Nicoletta Capone in questa vita è nata a Napoli ma vive a Roma da vent’anni. È psicologa clinica per formazione, sceneggiatrice di professione (“Sei forte maestro!”, “La Squadra”, “Vivere”, “Centovetrine”), esploratrice della coscienza umana per passione, co-traduttrice italiana del libro di Bruce A. Moen “Viaggi nell’ignoto”.  “La radice quadrata dell’uno per cento” è il suo romanzo d’esordio. Appassionata scrittrice, è già al lavoro su un volumetto di racconti.

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Campionato: tante polemiche per il motivo sbagliato

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Restano da giocare solo tre giornate del massimo campionato di calcio italiano e, nonostante la matematica non abbia ancora emesso alcun verdetto (retrocessione della Cenerentola Benevento a parte) o forse proprio per quello, sui media tradizionali e sui social imperversano furiose polemiche circa l’atteggiamento degli arbitri, accusati, per lo più, di usare diverse misure nella valutazione delle situazioni che riguardano la Juventus e la sua rivale principale, il Napoli.

L’arbitro Orsato potrebbe avere sbagliato alcun valutazioni durante la partita tra Juventus ed Inter anche se sarebbe necessario, come sempre, rivalutare le decisioni non tanto alla luce delle riprese da millemila angolazioni diverse quanto in soggettiva dal punto di vista dell’arbitro, al limite rivedendo le azioni incriminate in soggettiva dal punto di vista del direttore di gara.

Ma si tratterebbe di un mero esercizio teorico e le polemiche in corso, che spesso trascendono lo spirito sportivo, avvengono per il motivo sbagliato.

Sabato la Juventus non ha vinto per gli eventuali errori dell’arbitro Orsato ma per quelli, decisivi, dell’allenatore dell’Inter che nella fase finale della partita ha effettuato un cambio discutibile, quello di Icardi per Santon, un attaccante per un difensore squilibrando una difesa che fino a quel momento aveva retto botta in modo eccellente e spingendo la squadra a chiudersi indietro a protezione del risultato ottenendo il risultato di subire due reti in poco più di un minuto.

Il giorno dopo un Napoli irriconoscibile si è presentato a Firenze, consegnandosi agli avversari al di là dell’uomo espulso nei minuti iniziali.

Cos’è successo?

Forse gli eccessivi festeggiamenti svoltisi durante la settimana dopo la vittoria conseguita all’ultimo minuto in casa della Juventus hanno minato la concentrazione della squadra, che è sembrata vuota e scarica al di là dell’inferiorità numerica.

E qui veniamo alla vera ragione per cui avrebbero senso le polemiche.

A sole quattro giornate dalla fine del campionato Juventus e Napoli, entrambe fuori dalle coppe internazionali, sono state fatte giocare una il sabato e l’altra la domenica, non si è minimamente tenuto conto del più equo dei principi ovvero della contemporaneità.

Un tempo le partite si giocavano tutte in contemporanea, sempre. Poi sono venute le televisioni e, sull’altare delle esigenze pubblicitarie, si è progressivamente imposto lo spezzatino spalmando sempre più le partite dal venerdì al lunedì, ignorando il semplice principio dell’equità sportiva. Una volta si sottolineava come nelle ultime 5 giornate di campionato fosse opportuno che le partite si giocassero in contemporanea per non dare vantaggi a nessuno eppure questo sano principio è stato negli ultimi anni abbandonato e ieri il Napoli è entrato in campo consapevole di essere nuovamente obbligato a vincere per rimanere in corsa, forse perfino scoraggiato dai due gol segnati in un minuto, in pieno recupero, dalla Juventus o frastornato dalle polemiche arbitrali sui presunti favori alla Juventus.

Non sappiamo se il Napoli sarebbe entrata in campo in maniera diversa se avesse giocato in contemporanea alla Juventus, l’unica certezza è che, avendo giocato il giorno dopo, in campo a Firenze è entrata una squadra svuotata e scarica.

Sarebbe giusto stabilire che nelle ultimi giornate di campionato si debba tornare alla contemporaneità, per un principio di correttezza, per un principio di sportività.

Quando l’infertilità diventa un problema sociale

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di Paola Anserini* 

L’infertilità nei paesi occidentali e, soprattutto in Italia, sta diventando un problema “sociale”. La scelta di mettere al mondo dei figli viene infatti sempre più spesso rinviata per motivi “sociali”, quali precarietà lavorativa, difficoltà economiche, inadeguatezza delle strutture a sostegno dell’infanzia ecc. Esiste inoltre una errata convinzione secondo cui le tecniche di fecondazione assistita permettano di superare le eventuali difficoltà procreative età-dipendenti.

L’età dei pazienti che si rivolgono ai centri di fecondazione assistita aumenta progressivamente; nel 2017, il 56% delle donne trattate nel nostro centro aveva più di 35 anni, e il 25% più di 39. Non è ancora chiaro a tutti che l’età della donna è il principale fattore prognostico del successo della fecondazione assistita: i risultati dei cicli di fecondazione assistita eseguiti nel Centro FRU del San Martino negli ultimi 3 anni registrano una percentuale di gravidanza clinica per ciclo del 36,5% nelle donne fino a 35 anni di età, e del 20 % in quelle oltre i 35 anni. Inoltre con l’età aumentano anche gli aborti che sono il 10% sotto i 36 anni, e diventano il 29% dai 36 anni, e il 41 % dai 40 anni in poi.

Per creare nelle nuove generazioni una maggiore consapevolezza delle problematiche riproduttive, sia relative all’età che ai vari fattori che possono danneggiare la fertilità, la Società Italiana di Fertilità e Sterilità-Sifes, fondata nel 1965, e quindi la più antica fra le molte società scientifiche italiane in questo campo, ha promosso una campagna di sensibilizzazione rivolta ai giovani. Le iniziative attuate per questo progetto, il cui motto è ‘Scegli di scegliere’ sono consultabili sul sito internet www.ideefertili.it/

Mentre la campagna di informazione della SIFES, rivolta ai giovani sotto i 25 anni, illustra soprattutto come salvaguardare la fertilità è bene sapere che una coppia di adulti su quattro ha problemi di infertilità, intesa come mancato concepimento, dopo un anno di rapporti liberi. Questa problematica può avere varie cause, alcune facilmente riconoscibili come le irregolarità mestruali o la amenorrea (assenza di mestruazioni), altre che necessitano invece di esami per essere individuate.

Quando non ci sono problemi evidenti è consigliato attendere un anno di rapporti non protetti prima di iniziare gli accertamenti, ma il consulto con uno specialista della riproduzione è indicato anche prima, sia nelle coppie di età oltre i 35 anni, sia quando ci siano sintomi o eventi clinici che potrebbero indicare una patologia. Alcuni segnali che possono essere significativi per una ridotta fertilità sono: nella donna, la presenza di irregolarità mestruali, forti dolori mestruali o dolore pelvico cronico, pregressi interventi chirurgici addominali o chemioterapie; nell’uomo, dolori o senso di peso genitale, ritardo nella discesa dei testicoli, interventi o traumi genitali; in entrambi, infezioni ricorrenti della sfera genitale. La individuazione precoce di patologie “curabili” può aumentare le probabilità di concepimento spontaneo; quando necessario, l’avvio a tecniche di fecondazione assistita in età non troppo avanzata permette di avere risultati migliori.

Paola Anserini – Responsabile Struttura Semplice Fisiopatologia della Riproduzione Umana (FRU) Policlinico Ospedale San Martino di Genova

Tratto da http://www.primocanale.it

Nibiru esiste o no?

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L’anno scorso, secondo gli annunci del numerologo cristiano, autore di diversi libri su NIbiru, il mondo sarebbe finito diverse volte, ad agosto, settembre ed ottobre. Certo, la fine del mondo è stata profetizzata continuamente dall’anno mille ad oggi ma, nonostante i profeti dell’apocalisse, il mondo è ancora qui e noi ci siamo sopra. Eppure, numerologi, seguaci di Sitchin e di Meade e altri in cerca di effimera notorietà, teorici della cospirazione o numerologi – quelli che credono che esista una relazione mistica tra cifre ed eventi – continuano a diffondere in rete presunte date di scadenza del nostro pianeta.

La maggior parte di queste false apocalissi tende a individuare come causa della fine del mondo il cosiddetto Pianeta X, a volte indicato come “Nibiru” – una parola accadica usata dagli pseudohistoriani che significa “incrocio” . La variante più comune del racconto afferma che una collisione o uno sfioramento delle orbite di Terra e Nibiru innescherà la fine dei tempi. Ma questo pianeta esiste davvero?

La NASA, dal 21/12/2012 ad oggi è stata subissata da domande in cui Nibiru è citato come il killer della Terra, tanto che, lo scorso agosto, l’agenzia spaziale americana ritenne di rilasciare una breve, concisa affermazione che diceva : “Il pianeta in questione, Nibiru, non esiste, quindi non ci sarà alcuna collisione”.

L’idea generale è che questo pianeta omicida si trovi ai margini del nostro Sistema Solare, o forse più lontano, e che, periodicamente, ad intervalli di migliaia di anni, lo attraversi sconvolgendo il cammino degli altri corpi celesti in orbita intorno al sole. Se tutto ciò fosse vero, come mai gli astronomi, migliaia di professionisti e decine di migliaia di dilettanti, non l’abbiamo ancora individuato?

Come si individuano i pianeti

La nostra ricerca di mondi alieni ha prodotto numeri notevoli negli ultimi tempi. Secondo l’ Exoplanet Archive della NASA, sono stati scoperti 3.717 pianeti oltre il nostro Sistema Solare (esopianeti), molti dei quali appartengono ad almeno 611 sistemi multi-pianeta. Ci sono anche quasi 5.000 oggetti o picchi di dati che sospettiamo essere esopianeti attualmente in fase di analisi.

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Come individuare un pianeta tramite il microlensing gravitazionale. NASA

Raramente li osserviamo fisicamente, comunque; non possiamo semplicemente usare un telescopio ottico per individuarli come con quelli del nostro sistema solare. Li rileviamo per lo più indirettamente, attraverso una varietà di mezzi.

A volte si muovono o “transitano” davanti alla loro stella ospite e vediamo il loro profilo. Se la luce passa attraverso la loro atmosfera, possiamo analizzarla per capirne la composizione.

A proposito, anche i pianeti deformano la luce che emana da queste stelle lontane. La loro distorsione del tessuto dello spaziotempo significa che questa luce a volte è focalizzata, come se una lente di ingrandimento cosmica apparisse improvvisamente nel cielo. Questo è un fenomeno noto come microlensing gravitazionale, e questo breve blip di apparente luminosità ci dice che qualcosa di pesante che non possiamo vedere altrimenti ha interferito con la luce stellare aliena.

Proxima b, il probabile mondo roccioso nel sistema stellare più vicino al nostro, fu scoperto grazie suo piccolo ma non insignificante campo gravitazionale in grado di far oscillare l’orbita della sua stella ospite, Proxima Centauri. Queste oscillazioni fanno sì che la lunghezza d’onda della luce stellare cambi leggermente per un momento, oche la stella sembri essersi mossa in relazione ad altre stelle vicine; In entrambi i casi, vengono rivelate una quantità sorprendente delle caratteristiche fisiche e orbitali di un pianeta.

Circa 44 esopianeti, tuttavia, sono stati direttamente ripresi. Sebbene la NASA lo descriva come “cercare di trovare una lucciola che svolazza intorno a un riflettore”, è ora possibile, grazie a software e tecnologie in grado di filtrare gran parte della luce delle stelle, riuscire ad individuare pianeti extrasolari che si nascondono in mezzo a loro.

Tornando a Nibiru, il pianeta X non è stato individuato da nessuno di questi mezzi, né direttamente né indirettamente. Sebbene la caccia all’esopianeta sia ancora all’inizio, questo repertorio di tecniche ci permetterebbe sicuramente di individuare per tempo qualcosa di grande come un pianeta che si dirige dritto verso di noi dalla nube di Oort o oltre.

Molti sostenitori di Nibiru pensano di individuarlo nel cosiddetto Planet Nine: – potrebbe essere questo ancora invisibile pianeta il Planet X? No, certo che no, ma per chi non lo sapesse riassumiamo velocemente. Planet Nine è un ipotetico pianeta che può esistere all’interno del nostro Sistema Solare, che non lo rende un pianeta extrasolare ma piuttosto un pianeta normale.

Per essere chiari, non è Plutone, che è sicuramente un pianeta nano. Nel 2005 , la scoperta di un nuovo pianeta nano, Eris , ha provocato la retrocessione Plutone a pianeta nano, retrocessione che, anche se ancora controversa, sembra innegabile raffrontando i due pianeti.

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I transiti non sempre avvengono, ma sono molto utili per individuare un pianeta. NASA

In realtà, gli astronomi, studiando la Cintura di Kuiper, una collezione di comete al di là dell’orbita di Plutone, hanno individuato alcune anomalie orbitali degli oggetti della nube che fanno supporre l’esistenza di un pianeta circa 10 volte più massiccio della Terra.

inizialmente si sospettava che questo pianeta non si avvicinasse mai più di 200 volte la distanza tra il Sole e la Terra e che completasse un’orbita una volta ogni 10-20.000 anni. Da allora questi parametri sono stati rivisti e alcuni ricercatori hanno persino suggerito che potrebbe esistere anche un secondo ipotetico pianeta dieci.

Ignorando il ragionevole scetticismo che circonda queste affermazioni (ancora valide), perché uno di questi no potrebbe essere Planet X?

Il problema con Planet X è la distanza. La ragione per cui stiamo ancora scoprendo oggetti all’interno del nostro Sistema Solare, nonostante la loro non trascurabile dimensione, è (in parte) perché sono così lontani, e non sono diretti verso di noi.

Conoscete tutte quelle storie sugli asteroidi “near-miss” che continuano a passare vicino alla Terra? Vi siete mai chiesti come sappiamo sempre quando ci sarà un sorvolo da una cometa? Non sorprende che la NASA e i suoi equivalenti internazionali siano abbastanza buoni (se non perfetti) nel tenere traccia delle cose che ci vengono incontro.

Sì, alcuni asteroidi vengono persi qua e là, ma il pianeta X, secondo la vulgata, dovrebbe essere enorme. Come disse la NASA nel 2012 : “Se Nibiru o il Pianeta X fossero reali e si dirigessero verso la Terra […] gli astronomi l’avrebbero individuato da almeno un decennio e ora sarebbe visibile ad occhio nudo.

Insomma, se i profeti dell’apocalisse avessero ragione, Nibiru sarebbe sorprendentemente facile da individuare in questo momento, ma non lo è, semplicemente perché non c’è. Non l’abbiamo rilevato indirettamente o direttamente, né ne supponiamo l’esistenza. Non è un altro Proxima b o Planet Nine.

È uno scherzo di Internet, “periodicamente riciclato in nuove favole apocalittiche“.

Un’ultima cosa

Nel caso ve lo stiate chiedendo, Planet X è il frutto delle affermazioni di una certa Nancy Lieder, una donna che afferma di avere la capacità di comunicare tramite un impianto neurologico con alieni dal sistema stellare di Zeta Reticuli. Secondo lei, sono questi alieni che inviano avvisi costantemente imprecisi sul Pianeta X. Insomma, questi alieni o le stanno facendo uno scherzo o sono terribili in astronomia. Più probabilmente, non esistono neanche.

Per inciso, la Lieder sostiene che la cometa Hale-Bopp, uno degli eventi astronomici più visti nella storia umana quando, nel 1997, fu a lungo visibile nei nostri cieli, non esiste. E questo chiude ogni discorso.

 Fonte: IFLScience.com

Lanciato da SpaceX il telescopio spaziale della NASA TESS. Cosa farà e cosa ci si aspetta

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Tess, acronimo di Transiting Exoplanet Satellite, è stato lanciato la notte scorsa da Cape Canaveral a bordo del Falcon 9 alla ricerca di pianeti extrasolari. Una missione che si svilupperà nell’arco di due anni e che cercherà di analizzare le stelle più luminose vicino alla Terra, entro i 600 anni luce (più di 37 milioni di volte la distanza fra la Luna e la Terra), grazie al metodo fotometrico del transito. Un metodo che consiste nella rilevazione della diminuzione di luminosità della curva di luce di una stella quando un pianeta transita di fronte alla stella madre, una misurazione che ci permette di capire le dimensioni relative: della stella madre, del pianeta e della sua orbita.

Un lavoro che già stanno facendo sia il satellite francese Corot, lanciato in orbita il 26 dicembre del 2006, e Kepler della Nasa, in orbita dal 7 marzo 2009, posizionati al di fuori dell’atmosfera terrestre per ridurre al minimo il rumore fotonico indotto dall’atmosfera.

La grande differenza con i suoi predecessori è nella quantità di volta celeste osservata, mentre Kepler esaminava una piccola porzione, circa lo 0,28%, Tess la esaminerà tutta, osservando stelle dalle 30 alle 100 volte più luminose di quelle osservate fino ad oggi.

Secondo gli esperti il satellite potrà essere in grado di analizzare circa 200mila stelle tra cui 1000 nane rosse con caratteristiche simili al Sole. Per avere il migliore campo visivo possibile degli emisferi celesti Tess utilizzerà un’orbita altamente ellittica mai usata prima, con il punto più alto, l’apogeo, fissato a quota 373.368 km, più di 20 volte la distanza fra Roma e Sydney, e con il punto più basso, perigeo, fissato a 107.826 km, 10 volte la distanza fra Washington e Pechino. L’apogeo è stato calcolato per tenersi distante dalla Luna, considerato come un agente destabilizzante, mentre il perigeo, che il satellite raggiungerà ogni 13 giorni, è funzionale alla trasmissione dei dati che verranno trasmessi in circa 3 ore. L’orbita è stata calcolata anche per evitare le fasce di van Allen e i danni da radiazioni.

Il satellite userà una piattaforma LEOStar-2 in grado di stabilizzarsi sui tre assi con quattro propulsori a idrazina e quattro ruote di reazione, mentre l’alimentazione sarà fornita da due pannelli solari monoasse con una potenza da 400 watt.

Sarà dotato di quattro telescopi con lenti grandangolari con quattro rilevatori ad accoppiamento di carica ciascuno. Ogni gruppo di lenti è dotato di sette elementi ottici e ciascuno coprirà un campo visivo di 24°x 24° gradi, le quattro telecamere insieme osserveranno così in totale 13 settori per ciascun emisfero, per un totale di 26 settori durante la missione.

Nel primo anno verrà mappato l’emisfero sud mentre nel secondo l’emisfero nord, Tess impiegherà una strategia di osservazione denominata fissa e avanza “stare and step”. Due modalità di raccolta dati: immagini francobollo che catturano la luce da singole stelle e immagini a formato pieno che coprono l’intero campo visivo. Durante l’osservazione di un settore ogni due minuti il satellite registrerà la luminosità di 15mila stelle selezionate da una lista di 200mila astri, le immagini saranno acquisite a intervalli di 30 minuti. I potenziali esopianeti verranno ricavati dalla sovrapposizione dei dati ottenuti dalle due modalità di osservazione, tutte le informazioni verranno trasmesse grazie ad un’antenna parabolica a banda Ka che offre un collegamento con la Terra a 100 Mbit/s. I dati acquisiti dalla missione saranno gestiti dall’archivio Mikulski per i telescopi spaziali dell’STScl, lo Space Telescope Science Institute, e resi successivamente disponibili al pubblico.

Gli esopianeti individuati potranno poi essere ulteriormente esaminati dal telescopio terrestre Automated Planet Finder e dallo spettrografo Harps, oltre che dallo spettrografo Espresso installato installato presso il VLT e dal telescopio spaziale James Webb che, però, non verrà lanciato prima del 2020.

Fonte: agenzia dire

In diretta da Cape Canaveral il lancio del telescopio orbitale Tess

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È previsto per le 00.51 ora italiana il lancio del nuovo telescopio orbitante Tess che sarà portato in orbita da un razzo Falcon 9 di SpaceX.

Di seguito la diretta video dal canale you tube di SpaceX.