Nel febbraio 2019 SpaceX avrà modo di aggiungere un altro primato all’elenco dei suoi records: lancerà un Falcon 9 block5 che, dopo aver posto in orbita geostazionaria il satellite per comunicazioni indonesiano Nusantara Satu (PSN VI), dovrà scagliare verso la Luna il lander Beresheet della SpaceIL, di cui abbiamo già parlato in questo articolo.
SpaceX potrebbe quindi diventare la prima compagnia spaziale privata ad effettuare un lancio interplanetario commerciale.
Di recente incoronato Beresheet (in ebraico st a per “Genesis”), il piccolo lander lunare da ~ 600 kg utilizzerà una nuova innovativa tecnologia di rideshare gestita da Spaceflight Industries, che potenzialmente darà ai piccoli satelliti la possibilità di essere lanciati insieme ad un satellite molto più grande per raggiungere orbite molto più alte di quelle normalmente accessibili con i normali rideshares e persino con lanci dedicati.
SpaceX tenterà di mettere Beresheet su una traiettoria verso la Luna dopo aver posizionato il PSN-6 in orbita geostazionaria. L’effettiva logistica di questa missione inequivocabilmente chiara, ma la configurazione più logica vedrebbe il PSN-6 in qualche modo integrato sopra al lander lunare di SpaceIL, consentendo al satellite di comunicazione di essere dispiegato in un’orbita di trasferimento geostazionaria prima che il livello superiore del Falcon 9 si riaccenda per inviare Beresheet sulla traiettoria di fuga.
Supponendo che sia così, questa missione potrebbe anche diventare la seconda volta in cui SpaceX utilizzerà al massimo le capacità propulsive del Falcon 9 in una missione commerciale, in quanto il razzo dovrebbe riaccendersi e rimanere operativo almeno alcune ore dopo aver dispiegato il PSN-6per poter inviare Beresheet verso la Luna. Proprio la scorsa settimana, SpaceX ha gestito le accensione dei motori Merlin Vacuum (MVac) per circa 60 minuti durante il lancio del nuovo satellite GPS dell’USAF.
Nel febbraio 2018, il Falcon Heavy dimostrò di poter gestire un’accensione di circa sei ore durante il suo lancio di debutto, permettendo a SpaceX di inviare Starman e la sua Tesla Roadster in un’orbita ellittica intorno al sole, un’estremità della quale lo ha portato oltre l’orbita di Marte.
A parte la combo inedita tra un satellite per le comunicazioni commerciali e una navicella interplanetaria, la missione PSN-6 permetterà comunue di testare un approccio innovativo ai lanci satellitari, consentendo potenzialmente ai piccoli operatori l’opportunità di sfruttare le missioni di lancio su orbite geostazionarie, che sono la spina dorsale del mercato dei lanci privati. Lanciati insieme a satelliti più grandi diretti verso l’orbita geostazionaria (35.786 km), questo sistema potrebbe permettere ai piccoli di raggiungere vette orbitali davvero senza precedenti – utili per la scienza, il commercio e l’esplorazione – che potrebbero in definitiva aprire la strada a missioni interplanetarie smallsat indipendenti, scavalcando le orbite geostazionarie ad alta energia per dirigersi verso corpi vicini come asteroidi, Marte, Venere e altro ancora.
C’è anche la possibilità che il PSN-6 possa essere lanciato da un razzo Falcon 9 riutilizzato, un evento che segnerebbe la prima volta nella storia che un’astronave commerciale interplanetaria raggiunge l’orbita su un razzo commerciale riutilizzato.
In ogni caso, la documentazione FCC ha già confermato che il primo stadio del Falcon 9 tenterà il rientro atterrando sulla nave drone Of Course I Still Love You (OCISLY), circa 650 km al largo della costa della Florida.
Nel 1962, Nikolai Fedyakin, un ricercatore russo, sta compiendo alcuni esperimenti sulle proprietà dell’acqua e scopre che facendola evaporare in una camera a vuoto e poi ricondensandola all’interno di capillari di vetro, l’acqua ha un comportamento strano. In particolare, vede che all’interno del capillare si formano due strati di liquidi a prima vista diversi tra loro. Poiché all’interno del capillare poteva esserci solamente acqua, Fedyakin suppone che il secondo liquido sia acqua con una struttura sconosciuta. Quanto scoperto da Nikolai Fedyakin giunge all’orecchio di uno dei più importanti chimici russi dell’epoca, ,, che inizia a eseguire studi su questa nuova sostanza impadronendosi degli studi fatti da Fedyakin.
Deryagin affina la procedura per ottenere la nuova sostanza e utilizza capillari in quarzo, invece che di vetro, per assicurare l’assenza di impurità. Le ricerche sull’acqua vanno avanti in segreto per diversi anni, poiché durante la Guerra fredda, USA e URSS lavorano per aumentare le conoscenze scientifiche e tecniche del proprio Paese a scapito del contendente.
Gli scienziati russi scoprono che il nuovo tipo di acqua ha proprietà differenti da quelle dell’acqua fino ad allora conosciuta: la nuova acqua, ribattezzata acqua anomala, va in ebollizione a temperature tra 200 e 300° C e solidifica a temperature attorno ai -30° C formando una fase solida che affonda nell’acqua, al contrario del ghiaccio, avendo una maggiore densità rispetto alla fase liquida. L’acqua anomala risulta più viscosa e più densa, quasi un gel. Sembra essere più stabile dell’acqua comune e risulta difficile da prelevare dai capillari in cui si deposita.
Fedyakin a questo punto è pronto per presentare le sue scoperte al mondo accademico internazionale e lo fa nel 1966, in occasione di un congresso a Nottingham e in seguito in altri consessi americani. Nonostante il peso delle scoperte, i colleghi rimangono stupefatti e scettici e in seguito, nei laboratori dell’occidente si cerca di replicare gli esperimenti iniziati dai russi, ottenendo di volta in volta risultati analoghi, o solo acqua comune. Proprio la non replicabilità degli esperimenti dovrebbe creare seri dubbi sulla veridicità del lavoro fatto dagli scienziati russi, ma per alcuni anni gli scienziati sono come accecati da questa nuova sostanza e soprattutto da ciò che tale scoperta potrebbe implicare.
Lapoliacqua
La prima ipotesi è che l’acqua in determinate condizioni si comporti come se avesse una struttura polimerica in cui, oltre ai legami a idrogeno che tengono insieme le varie molecole, esistono altri legami più forti e stabili che rendono la nuova acqua simile appunto a un polimero, Gli scienziati propongono una struttura in cui le molecole di acqua si legano tra loro come gli esagoni della cella di un alveare.
Per 12 anni oltre 500 articoli scientifici sulla nuova sostanza compaiono su riviste prestigiose come Nature e Science, in cui si discutono le proprietà fisiche e spettroscopiche della poliacqua, le possibili strutture e le applicazioni pratiche. I mass media fanno il resto diffondendo la notizia della scoperta che può essere toccata con mano da chiunque essendo una sostanza molto comune. Non mancano racconti e film sulla poliacqua che viene citata anche in una puntata della famosa serie “Star trek”.
Questa sostanza per molti potrebbe cambiare molte cose a livello pratico e negli anni 60 con l’avvento delle varie plastiche si inizia a pensare quali utilizzi la poliacqua possa avere. Si pensa a nuovi tipi di antigelo o ad agenti anti corrosivi.
Ovviamente c’è il rovescio della medaglia. E come ogni nuova scoperta., anche quella della poliacqua scatena tesi allarmistiche diffuse dagli stessi scienziati. In alcuni romanzi si paventa la catastrofe mondiale causata proprio da una sostanza simile alla strana acqua scoperta dai russi. Alcuni scienziati parlano della possibilità che questa nuova acqua possa trasformare gli oceani in gelatinosa acqua distruggendo la vita sulla Terra.
Ma come le cose iniziano, finiscono e la scoperta della poliacqua si rivela una clamorosa bufala.
Sono gli americani a capirlo, quando proprio un ricercatore americano effettua un’analisi spettroscopica della poliacqua e del proprio sudore e scopre che i due spettri sono gli stessi. Altre prove rivelano che le proprietà peculiari della poliacqua sono dovute ad impurezze presenti nell’acqua condensata. La mazzata finale arriva grazie all’aumento della potenza dei calcolatori, a nuovi strumenti e conoscenze teoriche, anche la struttura esagonale proposta non trova fondamenti teorici per la sua esistenza, e nel 1973, Fedyakin pubblica su Nature un articolo in cui ammette che la poliacqua è solo acqua contaminata da impurità.
Anche quando ci sono scienziati di mezzo, spesso capita di cadere in errore e di sopravvalutare una scoperta, anche se in totale buona fede, l’eccessivo entusiasmo e le affrettate eco mediatiche possono fare si che un errore di valutazione si trasformi in una scoperta che può avere una grande influenza sulla vita di tutti i giorni.
Fortunatamente, la scienza non è dogmatica ma evolve, semina il dubbio e si mette in discussione.
Elon Musk sta lavorando per avviare una base abitata su Marte prima del 2030, ma il suo primo residente permanente potrebbe non essere affatto umano. Il CEO di SpaceX ha affermato giovedì che c’è una possibilità del 30% che il primo abitante del pianeta rosso possa essere una sorta di superintelligenza artificiale.
È un annuncio audace da parte dell’imprenditore, soprattutto considerando che negli ultimi anni ha regolarmente invitato i legislatori a prendere più sul serio lo sviluppo dell’intelligenza artificiale regolamentandola entro parametri ben definiti.
SpaceX si è data un calendario ambizioso che prevede l’invio di due navi stellari su Marte entro il 2022, gettando le basi per l’invio di altre quattro navi nel 2024, due delle quali porteranno i primi esseri umani su Marte. Musk ha dichiarato nello scorso novembre che una colonia su Marte potrebbe prendere forma nei prossimi sette-dieci anni, il che significa che potrebbe arrivare già nel 2025. Ciò suggerirebbe che Musk pensa che ci sia una possibilità che Marte otterrà il suo primo residente umano permanente molto tempo dopo la costituzione di una colonia, il che aprirebbe la strada all’ipotesi di un’intelligenza artificiale che sovrintenda alla gestione dei lavori di costruzione della colonia attraverso strumenti robotici.
Un’intelligenza artificiale di stanza su una base di Marte potrebbe anche avere il ruolo più banale di gestire le operazioni di manutenzione degli habitat costruiti durante le missioni umane, ambienti come quelli progettati dall’ambrobiologo Lewis Dartnell. La NASA ha già utilizzato l’intelligenza artificiale per le sue missioni su Marte in ruoli limitati, utilizzando una serie di simulazioni per progettare un nuovo codice per il rover Curiosity che riduce la pressione sulle ruote del 20 percento. La società di sviluppo software Neurala ha sviluppato sviluppato un software per aiutare il rover a muoversi sul suolo marziano salvaguardando il più possibile le ruote.
C’è un certo numero di utilizzazioni potenziali molto interessanti per l’intelligenza artificiale, ma Musk, in generale, è sempre stato cauto sulle conseguenze dello sviluppo di una superintelligenza. Nel luglio 2017, nel corso di un incontro con i governatori degli stati americani dichiarò che l’IA rappresenta “un rischio fondamentale per l’esistenza della civiltà umana“. Poco tempo dopo, Musk ha invitato i legislatori a regolamentare velocemente lo sviluppo delle IA. Nel frattempo, La sua startup Neuralink lavora per creare interfacce cervello-computer per creare una relazione simbiotica con le Intelligenze Artificiali allo scopo di poterne avere un maggiore controllo.
A proposito di probabilità, Elon Musk, che ha 47 anni, lo scorso mese ha affermato che ci sono almeno il 70% delle possibilità che lui stesso, nel corso della sua vita, si rechi su Marte, dove in passato ha dichiarato di voler essere sepolto.
Basta trascorrere qualche minuto sulla metropolitana o fare una passeggiata nel centro città per rendersi conto di quante persone siano completamente immerse nel proprio telefono cellulare. Lo smartphone è diventato un dispositivo che viene utilizzato con regolarità talvolta quasi ossessiva, in qualsiasi momento della giornata ed in qualsiasi luogo, vi sono gli estremi per parlare di dipendenza?
In inglese il fenomeno è chiamato “engagement” ma la sostanza è la stessa. I social network e le applicazioni, che abbiamo scaricato nel nostro telefono, sono stati progettati in modo da catturare la nostra attenzione e spingerci ad entrare nei nostri account ancora ed ancora, mantenendoci praticamente incollati allo schermo per lunghissimi periodi di tempo. Ed è questa capacità della tecnologia di modificare le nostre abitudini che oggi viene chiamata brain hacking.
Facendo ricorso agli istinti più basilari che governano il comportamento umano, le app funzionano esattamente come le buone vecchie slot machine. La leva è stata sostituita dall’accesso al proprio account ed il possibile premio in denaro è stato rimpiazzato da ricompense psicologiche come i likes, l’incremento dei follower, commenti con simpatiche emoji, richieste di amicizia, notifiche, etc… Il meccanismo è forse anche più insidioso delle vere slot: un soggetto che accede ad uno dei tanti siti di gioco recensiti da Migliori-Casino-Online.info e inizia a giocare con una videoslot, ha infatti la possibilità di vincere un premio reale, costituito da denaro vero. Lo smartphone, invece, offre solo gratificazioni immateriali, che sono comunque sufficienti a sviluppare negli utilizzatori un comportamento di dipendenza.
L’obiettivo non dichiarato dei programmatori è quello di mantenere alto l’interesse del soggetto, perché più spesso il cliente si collega e più a lungo rimane connesso, maggiore è la quantità di informazioni che possono essere raccolte e di annunci pubblicitari che possono essere mostrati, il che si traduce in profitti più alti. Basta considerare che negli ultimi due anni, negli Stati Uniti, la spesa pubblicitaria all’interno dei social media è raddoppiata, raggiungendo quota 30 miliardi di dollari.
Per catturare l’attenzione degli utenti, i programmi vengono creati facendo ricorso alle conoscenze scientifiche in merito alla psicologia umana. Emozioni basilari come la necessità di essere apprezzati dagli altri, il timore di essere tagliati fuori dal gruppo, la paura di perdere informazioni importanti, vengono utilizzate proprio per modellare i comportamenti degli utenti e per catturare la loro attenzione.
L’utilizzo di social media e app, ci porta a sviluppare una sorta di abitudine che, anche in assenza di notifiche, ci ricorda che non abbiamo controllato Facebook o Instagram da 15/20 minuti. Questo pensiero attiva la produzione di cortisolo, nel nostro cervello. Tale ormone è in grado di produrre uno stato di ansietà che possiamo alleviare proprio andando a controllare se vi sono like o commenti presenti nei post, se ci sono nuovi messaggi o altri “premi”.
Non serve essere scienziati per osservare come, in pochi anni, l’utilizzo di smartphone, social e app sia stato in grado di modificare il comportamento delle persone, attuando una sorta di riprogrammazione del loro modo di pensare ed agire, proprio in funzione di queste gratificazioni digitali. Se poi si considera che una buona porzione dell’utenza dei social network è costituita da teenager, è evidente che il brain hacking potrà produrre effetti consistenti sulla psicologia, sulle emozioni e sulle abilità sociali degli adulti del futuro.
Proprio per investigare questi effetti, il governo federale americano, attraverso il National Institutes of Health sta effettuando uno studio che monitorerà oltre 11.000 bambini per un periodo di 10 anni. L’indagine che ha come obiettivo quello di comprendere come il tempo trascorso davanti ad uno schermo possa influenzare la struttura fisica del cervello dei giovani, la salute mentale ed il loro sviluppo emotivo, ha già prodotto i primi risultati: le scansioni cerebrali mostrano un assottigliamento della corteccia cerebrale nei bambini che trascorrono più di 7 ore al giorno davanti ad uno schermo.
Alle 05.33 GMT del 1 gennaio 2019, un emissario robotico del genere umano sorvolerà un mondo mai visto prima nel sistema solare esterno. La sonda spaziale New Horizons, che ha già sorvolato Plutone il 14 luglio 2015, trasmettendoci una enorme quantità di immagini e dati, ha ottenuto un’estensione della sua missione per esplorare il lontano oggetto della cintura di Kuiper designato 2014 MU69 e non ufficialmente chiamato Ultima Thule.
Situato oltre un miliardo e mezzo di chilometri oltre Plutone, questo per Ultima Thule sarà il corpo celeste più lontano mai visitato da una macchina costruita dall’uomo. Al momento del flyby, New Horizons starà viaggiando alla velocità vertiginosa di 51.948 km / h e passerà a soli 3.500 km dall’oggetto, tre volte più vicino di quanto non sia mai arrivato a Plutone. Il sole sarà un piccolo punto di luce a più di 43 unità astronomiche di distanza. Nonostante ciò, ci aspettiamo di ricevere immagini elettrizzanti dell’oggetto rossastro, per aiutarci a capire la formazione e l’evoluzione del nostro sistema solare.
Per gli appassionati di astronomia e spazio, il flyby renderà questo Capodanno un momento speciale da festeggiare. Ma i segnali radio di New Horizons e le allettanti nuove immagini che ci porteranno, non arriveranno sulla Terra prima delle sei ore successive. In questa edizione di Mobile Astronomy, discuteremo come sfruttare al meglio questo evento storico. Puoi utilizzare il tuo dispositivo mobile preferito per leggere un libro affascinante sulla missione, guardare la copertura televisiva NASA dell’evento sull’app della NASA a partire da mezzogiorno del 31 dicembre e potrai sperimentare l’incontro usando virtualmente l’app gratuita di astronomia Pluto Safari.
L’app Pluto Safari
L’app Pluto Safari (scaricabile gratuitamente da Google Play per Android e Apple App Store per iOS ) è stata originariamente creata per offrire, in modo conveniente, una grande quantità di informazioni sull’incontro di New Horizons con Plutone avvenuto nel 2015. Per il flyby con Ultima Thule, l’app è stata aggiornata per includere la timeline della missione estesa della sonda, le posizioni della navicella spaziale e il suo oggetto bersaglio (ora e per tutte le fasi della missione), informazioni di base sulla navicella spaziale e gli oggetti bersaglio, e le ultime notizie. Inoltre, tutte le informazioni sull’incontro con Plutone sono ancora incluse nell’app.
La home page dell’app Pluto Safari mostra un conto alla rovescia in esecuzione per il flyby e la distanza corrente tra New Horizons e Ultima Thule. Questo ti farà sapere il secondo preciso in cui avverrà il sorvolo. Due aspetti particolarmente utili dell’app Pluto safari sono i suoi feed di notizie e il simulatore del sistema solare interattivo. Quest’ultimo è usato in molti modi istruttivi per trasmettere un vero senso dell’incontro.
Nella home page, toccando l’icona Notizie, si richiamano le ultime notizie, i dati e le scoperte sulla missione. Mentre le storie vengono rilasciate dal team scientifico di New Horizons, l’app aggiunge il contenuto alla parte superiore del feed di notizie. Ogni articolo è scritto in un linguaggio comprensibile ai non addetti ai lavori e incorpora immagini correlate. C’è anche una galleria di immagini annotate.
L’icona Guida nella home page apre un elenco di articoli che coprono gli aspetti chiave della missione. Qui sono disponibili informazioni storiche e di background su Plutone e Ultima Thule, oltre a progetti di missioni, strumentazione di veicoli spaziali e risultati scientifici dell’incontro di Plutone. Ogni articolo è accompagnato da diagrammi e immagini.
Toccando l’icona Poll sulla schermata iniziale si accede a una pagina in cui gli utenti possono leggere la decisione della International Astronomical Union di declassare Plutone a pianeta nano nel 2006, soppesare gli argomenti su entrambi i lati e votare sulla questione!
Partecipa virtualmente alla missione New Horizons
Il simulatore del sistema solare in Pluto Safari sarà familiare agli utenti della serie di app SkySafari. Viene utilizzato per le funzioni Timeline e Location nell’app. La pagina Timeline presenta informazioni su ogni pietra miliare nella missione di New Horizons, consentendo all’utente di passare attraverso ogni fase della missione – dal lancio nel 2006, l’aiuto gravitazionale di Giove, varie tappe della distanza, prime immagini di oggetti, l’incontro di Plutone e il flyby Ultima Thule. In ogni caso, sono indicati la data e l’ora e la distanza di New Horizons dalla Terra e da Plutone.
Il pulsante Visualizza,avvia la visualizzazione 3D simulata di ogni evento della timeline dalla prospettiva di New Horizons nello spazio. In questa modalità, puoi pizzicare e ingrandire lo schermo per ridimensionare gli oggetti, utilizzare il dito per riorientare la vista o utilizzare le icone freccia su e giù per modificare la distanza dalla navicella. (La distanza corrente viene visualizzata nell’angolo in alto a sinistra dello schermo.)
La maggior parte delle simulazioni viene avviata con il passare del tempo per impostazione predefinita. Toccando l’icona dell’orologio nella parte inferiore dello schermo si aprirà un pannello di controllo del flusso temporale, che consente di scorrere il tempo avanti o indietro, in modo continuo o graduale. Per mettere in pausa il flusso del tempo, tocca una delle due frecce più interne. Per riprendere, tocca una delle frecce più esterne. La velocità del flusso temporale viene controllata selezionando ogni parametro orario o data, ad esempio il mese o l’ora. Se affronti l’evento, puoi riportare indietro il tempo o semplicemente tornare alla pagina Timeline e toccare l’icona Visualizza per riavviare quell’evento.
Per trasmettere chiaramente ogni incontro, le opzioni visualizzate sullo schermo variano. Ad esempio, il flyby con Plutone mostra le orbite delle lune di Plutone, mentre il flyby con Ultima Thule mostra le orbite di tutti i pianeti e Ultima Thule, più la traiettoria della nave spaziale attraverso di loro.
La pagina Posizione offre sette modi per visualizzare lo stato attuale della missione New Horizons. Uno di questi mostra la posizione del veicolo spaziale e di Ultima Thule nel cielo visto dalla tua posizione sulla Terra. Il 1° gennaio 2019, la loro posizione sarà di 0,25 gradi a nord-ovest della stella visibile ad occhio nudo Al Baldah (anch’essa designata da 41 Sagittari). Una seconda vista del cielo è riservata a Plutone, che sarà ancora più vicino al sole il 1 gennaio 2019.
La vista della cintura di Kuiper nel menu Locations regala le nuove conoscenze del sistema solare esterno. Oltre a visualizzare la traiettoria New Horizons e la posizione della piccola Ultima Thule, mostra le orbite strane dei molti oggetti di classe Plutone che sono stati scoperti finora.
Andare oltre
Mentre stai aspettando il flyby con Utlima Thule, puoi usare il tuo dispositivo mobile per recuperare lo sfondo di New Horizons e Pluto. Scarica una versione dell’ebook o audiolibro “Chasing New Horizons: Inside the Epic First Mission to Pluto” – un racconto coinvolgente e approfondito della missione di Alan Stern e David Grinspoon. Nonostante conoscano il risultato, gli autori riescono a creare tensione durante i momenti chiave del viaggio lungo decenni dalla concezione della missione fino all’incontro di Plutone. Se scegli l’audiolibro, sentirai che gli autori stessi raccontano il viaggio.
Utilizza il browser del tuo dispositivo per sintonizzarti su NASA TV per la copertura in diretta del flyby con Ultima Thule. Al momento, il programma elenca anteprime e briefing delle missioni a partire dalle 13:00 di venerdì 28 dicembre, le prime immagini e ciò che sappiamo di Ultima Thule. Ci saranno aggiornamenti scientifici fino a giovedì 3 gennaio. Se NASA TV non sarà attiva, l’Applied Physics LaboratoryJohns Hopkinstrasmetterà in diretta le attività della missione sul proprio sito Web e su YouTube.
Ci vediamo dall’altra parte!
Nota del redattore:Chris Vaughan è uno specialista di astronomia ed educazione pubblica presso l’ AstroGeo , membro della Royal Astronomical Society of Canada, e un operatore dello storico telescopio David Dunlap Observatory da 74 pollici (1,88 metri). Puoi raggiungerlo via e – mail e seguirlo su Twitter @astrogeoguy, così come su Facebook e Tumblr.
I proprietari di dispositivi Amazon Alexa negli Stati Uniti possono avere una conversazione con l’intelligenza artificiale semplicemente dicendo “Alexa, parliamo“.
Questa frase attiva un socialbot, che converserà con te su tutto ciò di cui vuoi parlare. L’obiettivo è di darti una conversazione coerente, come avresti con un essere umano.
Sfortunatamente, non tutti sono stati soddisfatti dal tipo di conversazioni che hanno sostenuto con l’Intelligenza artificiale. Pare che Alexa fornisca resoconti sulle tecniche di masturbazione ma, soprattutto, il chatbot dell’IA ha ricevuto feedback negativi da un cliente dopo aver ricevuto il consiglio di “uccidere i tuoi genitori adottivi“.
Dietro la funzione “chattiamo” c’è una competizione gestita da Amazon. Squadre di tutto il mondo stanno gareggiando per vincere un premio da $ 500.000, per l’avanzamento dell’IA conversazionale. I team, provenienti da molte università, stanno sviluppando robot in grado di parlare con gli esseri umani, che vengono poi testati dal vivo sugli utenti che desiderano interagire con la funzione di chat. Questi ultimi, poi, inviano feedback ad Amazon, che provvede ad attribuire un punteggio all’IA.
L’università della squadra vincitrice riceverà un ulteriore milione di dollari se il suo chatbot riuscirà a sostenere conversazioni di oltre 20 minuti con utenti umani mantenendo una valutazione a 4 stelle o superiore.
Mentre questa competizione è una grande notizia per il progresso della tecnologia AI, porta a qualche problema iniziale, come ad esempio il consiglio di uccidere i genitori adottivi.
“Dato che i team Alexa Prize utilizzano dati dinamici, alcuni dei quali provengono da Internet, per addestrare i loro modelli, esiste la possibilità che un socialbot possa accidentalmente ingerire o imparare da qualcosa di inappropriato“, ha spiegato un portavoce di Amazon .
L’IA viene addestrata utilizzando informazioni prese da Internet, per farle imparare come parlano gli umani e per stimolare risposte che permettano di sostenere una conversazione più umana possibile. Sfortunatamente, questo a volte fa in modo che la creepiness degli umani venga ingerita da Alexa.
In questo caso, il social bot sembra aver preso la frase “uccidi i tuoi genitori adottivi” da Reddit, dove senza contesto assume un tono un po ‘inquietante. Dato che i chatbots hanno parlato con 1,7 milioni di persone, secondo la Reuters, il fatto notevole è che ci siano stati solo pochi esempi di chiacchierate sfociate in istruzioni come quella di uccidere i genitori adottivi.
Nuove foto postate da un tour ufficiale delle strutture di lancio del PadX 39 di SpaceX rivelano che SpaceX ha effettivamente completato i preparativi di integrazione e preflight della Dragon Crew, la prima navicella della compagnia destinata a trasportare un equipaggio, nonché il nuovo razzo Falcon 9 Block 5 che effettuerà il lancio il prossimo 17 gennaio.
Il lancio, noto come Demonstration Mission 1 (DM-1), sarà condotto senza equipaggio a bordo per garantire che le prestazioni e le caratteristiche della navicella rientrino nei parametri di progetto, dando alla NASA i dati necessari per certificare Crew Dragon per il lancio degli astronauti già a giugno 2019.
A parte il fatto che tutto (o quasi) l’hardware necessario per il debutto del Dragon Crew può essere visto in queste quattro foto, questa è anche la prima volta che SpaceX ha rilasciato una foto reale completa del veicolo spaziale di nuova generazione. Una particolarità sta nel fatto che i nuovi pannelli solari di cui è dotata la navicella sono posizionati all’estremità posteriore del cargo, modellati in odo da potersi ripiegare lungo la scocca, riducendo sensibilmente i rischi durante lo spiegamento.
Piuttosto che dispiegare i suoi pannelli come ali, la Dragon Crew avrà sempre le sue celle solari pronte e in attesa di generare energia, il veicolo spaziale dovrà semplicemente esporre metà del suo tronco verso il Sole. Secondo alcuni tecnici coinvolti nella realizzazione di questa sezione della navicella, garantire l’adattamento tra le singole celle e sottosezioni ed evitare i problemi causati da diversi coefficienti di dilatazione termica (restringersi ed espandersi al variare della temperatura) non è stato un compito facile e ha portato a molti, molti mal di testa ultime settimane di integrazione e test. Da un punto di vista meno oggettivo, il nuovo array solare della Dragon Crew è assolutamente sbalorditivo, e sarà un peccato vedere questa parte della navicella dissolversi nel corso del rientro in atmosfera dopo ogni lancio.
Pragmaticamente parlando, è estremamente soddisfacente vedere tutto l’hardware (sia il razzo che il veicolo spaziale) efficacemente sotto lo stesso tetto della piattaforma di lancio da cui presto decolleranno. Proprio come il Falcon Heavy, il Commercial Crew Program (CCP) della NASA è stato afflitto da ritardi nelle tempistiche di lancio, originariamente previste per il 2017 sia per Boeing che per SpaceX. Da allora, sia la burocrazia della NASA che alcuni effettivi problemi tecnici hanno ritardato ulteriormente il lancio per entrambe le compagnie.
Dall’ultimo guasto totale nel settembre 2016, il Falcon 9 e il Falcon Heavy hanno gestito un totale di ben 37 lanci di successo di fila in poco più di 24 mesi.
SpaceX sembra ora pronta per il primo lancio orbitale del Dragon Crew nel gennaio 2019, con la data di lancio attualmente in programma il 17, in attesa della disponibilità della Stazione spaziale internazionale (ISS) e del via libera della NASA. Data la presenza di Falcon 9 B1051 nell’hangar di assemblaggio 39A e il fatto che i tecnici SpaceX sembrano già avere iniziato ad integrare il primo e il secondo stadio, la società potrebbe essere pronta a eseguire una prova generale di accensione completa, con il razzo Falcon 9 e la Dragon Crew posizionate in verticale sul Pad 39A prima della fine del 2018.
Nel 1974, precisamente Il 16 novembre, abbiamo inviato un messaggio nello spazio nella speranza di contattare eventuali intelligenze aliene in ascolto. Ad oggi, però, nessuno ancora ci ha risposto, forse perchè il messaggio non è ancora arrivato a destinazione essendo stato indirizzato verso l’ammasso globulare di Ercole M13, che raggiungerà solo tra 25 000 anni. È anche possibile che nessuno si sia preso finora la briga di ascoltarlo oppure che, anche se qualcuno lo avesse già ricevuto, abbia preferito restare in silenzio o non è ancora riuscito a comprenderlo.
I tre minuti di trasmissione radio inviati dal radiotelescopio di Arecibo, a Porto Rico, sono solo un tentativo, una chiamata, un segnale per far sapere che l’uomo cerca altre intelligenze nel cosmo. Il messaggio consisteva di 73 linee da 23 caratteri l’una. All’interno si trovavano i numeri da 1 a 10 in formato binario, la rappresentazione di alcuni elementi chimici essenziali per la vita sulla Terra, la doppia elica del Dna, una figura stilizzata di un essere umano e una descrizione grafica del nostro Sistema Solare e del telescopio di Arecibo.
Il messaggio venne ideato e composto dall’astronomo statunitense Frank Drake, l’inventore della famosa equazione che mirava a calcolare quante specie aliene intelligenti possono essere presenti nella galassia, con l’aiuto di altri scienziati e del famosissimo Carl Sagan.
L’emissione fu potentissima, equivalente a 20mila miliardi di watt, ricevibile da un radiotelescopio come quello di Arecibo posto in un punto qualsiasi della nostra galassia. Il segnale fu inviato in direzione dell’ammasso stellare di Ercole, in modo da attraversare gran parte della Via Lattea cosi che molte stelle possano potenzialmente riceverlo.
Oggi, dopo 44 anni da quella potentissima trasmissione nello spazio, l’osservatorio di Arecibo vuole riprovarci e intende farlo creando un messaggio che rispecchi le tecnologie attuali e il progresso raggiunto in questi quattro decenni. Un appello è stato rivolto ai giovani, chiedendo loro di organizzarsi in gruppi di 5 studenti e di elaborare, sotto la guida di un professore o di un esperto del settore, una nuova versione del messaggio. Lo scopo dichiarato è di coinvolgere i giovani e farli appassionare alle scienze che studiano lo spazio.
Agli studenti verrà chiesto di affrontare temi diversi, quali il metodo scientifico, le scienze spaziali e il loro utilizzo, le attività dell’osservatorio e le tecniche funzionali a decifrare i messaggi in codice. Dopo di che, potranno esercitarsi a risolvere i rompicapi e a sviluppare dei messaggi nuovi grazie alle conoscenze maturate negli ultimi quaranta anni.
Il gruppo di studenti che si aggiudicherà la vittoria verrà annunciato nel 2019, in occasione della settimana dell’osservatorio di Arecibo. “La nostra società e le tecnologie oggi sono cambiate molto dal 1974“, spiega Francisco Codova, direttore dell’osservatorio. “Se dovessimo scrivere il nostro messaggio, cosa diremmo? Lo chiediamo ai giovani di tutto il mondo”.
Dopo 40 anni non abbiamo ricevuto nessuna risposta concreta ma non dobbiamo arrenderci, forse un solo segnale può ancora lasciare qualche dubbio, il segnale ‘Wow!‘, che fu captato da un radiotelescopio nell’Ohio il 15 agosto 1977, un impulso molto potente che poteva essere artificiale ma che, purtroppo, non si è più ripetuto.
Quel segnale, se era artificiale, non proveniva da nessuna stella, il sistema più vicino si trova infatti a poco più di 4 anni luce. In ogni caso, dato che non ci sono stelle a meno di quattro anni luce da noi, è fortemente improbabile che potesse essere una risposta al segnale lanciato dalla Terra nel 1974.
Forse, lanciare segnali del genere equivale a lanciare un messaggio dentro una bottiglia nell’oceano, con la speranza che qualcuno lo trovi, ma anche qui le similitudini valgono fino a un certo punto, perché sappiamo che negli oceani ci sono esseri umani intenti a navigarli, mentre del cosmo sappiamo ben poco.
Il CEO di SpaceX Elon Musk ha pubblicato su Twitter un’immagine del prototipo della nave spaziale Starship in via di costruzione presso la struttura di collaudo in Texas. Il grande missile, cui Musk ha cambiato più volte il nome, infatti è stato chiamato di volta in volta “Mars Colonial Transporter“, “Interplanetary Transport System” e “Big Falcon Rocket“, potrebbe un giorno trasportare passeggeri su Marte . La nuova immagine pubblicata da Musk ed il tweet con cui l’ha accompagnata rivela che la soluzione studiata dagli ingegneri di SpaceX per renderlo possibile è l’acciaio inossidabile.
Nave Stellare In Acciaio Inossidabile
Il prototipo della Starship è realizzato in acciaio inossidabile, secondo il tweet, un materiale che gestisce molto bene il calore estremo e, una volta lucidato a specchio, rifletterà l’energia termica molto meglio dei materiali a base di carbonio usati per molti razzi.
Ciò potrebbe aiutare l’astronave a sopportare la tensione dei voli spaziali a lungo termine, ma l’acciaio inossidabile è più pesante della fibra di carbonio, e sorge un problema di peso che gli utenti di Twitter che seguono il CEO di SpaceX non hanno potuto fare a meno di notare.
Ne è seguita una sessione di domande e risposte su Twitter in cui Elon Musk ha rivelato che, esponendo l’acciaio inossidabile a temperature estremamente fredde, ovvero ad un trattamento criogenico, SpaceX ha potuto aggirare il problema della differenza di peso rispetto alla fibra di carbonio. Secondo un tweet di Musk , “Il rapporto tra La forza utilizzabile ed il peso dell’acciaio inossidabile sottoposto a trattamento criogenico è addirittura leggermente migliore rispetto alla fibra di carbonio, peggiore a temperatura ambiente ma decisamente migliore ad alte temperature.“
Forse la rivelazione più eccitante fatta da Musk la scorsa settimana, tuttavia, è l’affermazione che il prototipo potrebbe essere pronto per il decollo nel giro di pochi mesi.
Il 22 dicembre, ha twittato che “farà una presentazione tecnica completa della Starship” dopo il volo di prova del prototipo, che potrebbe avvenire in marzo o aprile. Se tutto andrà bene con quel volo di prova, SpaceX potrebbe avere compiuto un passo avanti verso la realizzazione della visione di Musk di rendere l’umanità una specie multiplanetaria.
Il Natale è una festa tramandataci dalla nostra tradizione culturale che, sebbene ormai troppo commercializzata, sebbene la parte spirituale abbia ormai perso molto del suo appeal, che si creda o non si creda, ancora riesce a riunire le famiglie, a far ritrovare per un giorno la comunanza ed il calore di stare insieme.
Avevo pensato ad un articolo che raccontasse le origini di questa festività, a partire dalle tradizioni pagane ma, a volte, i fatti storici, a realtà delle cose, diventa una narrazione asettica che male si sposa allo spirito di una festa come questa, ancora in gran parte basata sulla gioia dei bambini per i tanti regali “portati da Babbo Natale”.
Quindi tanti auguri di buon Natale a tutti i nostri lettori da parte di tutti coloro che contribuiscono a questo blog multidisciplinare.