Lo scorso febbraio venne effettuato il primo spettacolare lancio del Falcon Heavy, il lanciatore pesante di SpaceX che lanciò oltre l’orbita di Marte la Tesla Roadster personale di Elon Musk con a bordo il manichino in tuta da astronauta Starman, cosa che permise un grande clamore mediatico. Il Falcon Heavy, però, aveva anche un secondo carico segreto di cui quasi nessuno sapeva nulla.
Inserito all’interno della Roadster, come in un film di spionaggio in cui qualcuno trasporta informazioni segrete registrate in un microfilm, c’era un misterioso, piccolissimo, oggetto progettato per durare milioni (forse miliardi) di anni anche in ambienti estremi come lo spazio, o sulle ostili superfici di corpi planetari lontani.
Chiamato arch (arca), questa piccola memoria di massa è stata progettata per l’archiviazione dei dati a lungo termine, con librerie di informazioni codificate su un piccolo disco di cristallo di quarzo, non molto più grande di una moneta.
Secondo Arch Mission Foundation, la non-profit con sede in California che è dietro questa tecnologia, questi dischi Arch potrebbero “preservare e diffondere la conoscenza dell’umanità attraverso il tempo e lo spazio, a beneficio delle generazioni future“.
L’Arch somiglia ad un DVD o un Blu-ray ma molto più piccolo ma il suo potenziale di archiviazione dei dati va ben oltre i dischi ottici comuni.
La tecnologia, sviluppata dal fisico Peter Kazansky dell’Università di Southampton nel Regno Unito, può teoricamente contenere fino a 360 terabyte di dati, circa la stessa quantità di 7.000 dischi Blu-Ray.
Ma ancor più impressionante della capacità di archiviazione dati è la longevità fisica del mezzo: i primi due dischi, chiamati Arch 1.1 e Arch 1.2, si dice siano due degli oggetti di archiviazione più duraturi mai creati dagli esseri umani, teoricamente stabili fino a 14 miliardi di anni, grazie al “5D data storage” inscritto dalla nanostrutturazione laser in vetro di quarzo siliceo.
Il disco Arch 1.2 che attualmente sta sfrecciando nello spazio sulla Tesla Roadster di Musk ad una velocità di crociera di circa 12.908 km/h è stato caricato con la trilogia della Fondazione di Isac Asimov, un classico della fantascienza in cui un’organizzazione privata tenta di preservare la conoscenza e la cultura umana in un universo vasto e spietato.
Una missione perfettamente in linea con gli obiettivi degli sviluppatori di Arch, che hanno chiamato questo disco inaugurale la “Biblioteca solare“.
“La Solar Library orbiterà attorno al Sole per miliardi di anni“, spiega la co-fondatrice Nova Spivack (In realtà sappiamo che l’orbita tenuta attualmente dalla Tesla con a bordo Starman e l’arch, la porterà a precipitare su Venere o sulla Terra nel giro di un paio di milioni di anni– ndr).
“Bisogna concepire questa impresa come la realizzazione di un anello di conoscenza attorno al Sole. Questo è solo il primo passo di un progetto umano epico per curare, codificare e distribuire i nostri dati attraverso il Sistema Solare, e oltre.”
I lanci successivi di altri dischi arch sono previsti per il 2020 e il 2030, con le librerie ‘Lunar‘ e ‘Mars‘ destinate a inviare backup documentati della conoscenza umana sulla Luna e su Marte, con la speranza che quest’ultimo disco possa servire come supporto per i coloni sul pianeta Rosso, per aiutarli a ‘seminare‘ un internet localizzato su Marte.
Se tutto ciò sembra abbastanza ambizioso, l’obiettivo finale è ancora più fantastico.
“Alla fine, collegando tra loro le Arch Library e i dispositivi di archiviazione Arch che le contengono, attraverso una rete di condivisione dei dati di lettura-scrittura decentrata che attraversi il Sistema Solare, potremo sviluppare e condividere una biblioteca decentralizzata collettiva di tutto ciò che l’umanità apprende, raggiungibile su ogni pianeta nel nostro Sistema Solare, e anche oltre, mentre l’umanità si diffonde nello spazio“, afferma Spivack.
Molti diranno che è un progetto folle, nel migliore dei casi un sogno ad occhi aperti, ma a chi non ci crede basta chiedere se si sarebbe mai aspettato, ancora solo pochi anni fa, che qualcuno avrebbe immesso una Tesla Roadster in orbita attorno al Sole nel 2018?
In certe follie risiede il seme del genio e dell’immortalità.