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BetelBuddy: la sua esistenza convalidata spiega la variabilità di Betelgeuse

La persistente questione delle strane variazioni di luminosità della supergigante rossa Betelgeuse ha finalmente trovato risposta. Un'idea del 2024, che ipotizzava l'esistenza di una compagna stellare chiamata BetelBuddy, è stata confermata da nuove ricerche. Questa scoperta cruciale, giunta dopo anni di tentativi, risolve un'importante anomalia nel comportamento di una delle stelle più studiate del nostro cielo

Nel 2024, gli astronomi avevano formulato un’ipotesi intrigante: la supergigante rossa Betelgeuse potesse avere una compagna stellare: BetelBuddy. Questa speculazione era motivata dalla possibilità che una tale presenza potesse spiegare le peculiari variazioni di luminosità osservate nella stella. Dopo un periodo di incertezze e tentativi di ricerca infruttuosi, i sospetti si sono ora rivelati fondati.

BetelBuddy: la sua esistenza convalidata spiega la variabilità di Betelgeuse
BetelBuddy: la sua esistenza convalidata spiega la variabilità di Betelgeuse

Svelata la compagna di Betelgeuse: un mistero cosmico risolto

Gli astronomi dell’Ames Research Center della NASA hanno finalmente confermato l’esistenza di una piccola stella gemella di Betelgeuse. BetelBuddy, la cui massa si stima sia circa 1,5 volte quella del nostro Sole, sembra esercitare un’influenza significativa sul campo gravitazionale della supergigante e sulla polvere cosmica circostante. Le interazioni tra le due stelle sono state individuate come la causa probabile di un fenomeno insolito: a differenza della maggior parte delle stelle del suo tipo, Betelgeuse sperimenta un periodo aggiuntivo e prolungato di oscuramento intermittente che si verifica all’incirca ogni sei anni.

Steve Howell, l’astronomo che ha guidato il team responsabile di questa scoperta, ha espresso il suo stupore, ricordando che: “Gli studi che prevedevano la compagna di Betelgeuse ritenevano che nessuno sarebbe mai stato in grado di catturarne un’immagine”. Questa rivelazione, ha aggiunto: “Apre ora la porta ad altre ricerche osservative di natura simile“, suggerendo nuove opportunità per l’astrofisica.

Per raggiungere questo risultato epocale, gli astronomi hanno utilizzato il telescopio Gemini North situato alle Hawaii. Hanno impiegato una tecnica avanzata nota come speckle imaging, la quale sfrutta tempi di esposizione estremamente brevi per mitigare le distorsioni nelle immagini spaziali causate dall’atmosfera terrestre. Questo approccio innovativo ha permesso ai ricercatori di catturare direttamente l’immagine di BetelBuddy con una risoluzione sufficientemente elevata da poterne identificare alcune caratteristiche chiave, come la sua massa e la sua temperatura.

BetelBuddy: Un paradosso cosmico e la sua rivelazione

Quella che i ricercatori che ne avevano previsto l’esistenza hanno appunto soprannominato BetelBuddy presenta una caratteristica sorprendente: sembra essere nata all’incirca nello stesso periodo della sua compagna, la supergigante rossa Betelgeuse. Questa correlazione temporale è notevole se si considera che Betelgeuse è ormai prossima alla fine del suo ciclo vitale stellare, con gli astronomi che prevedono la sua spettacolare esplosione in una supernova entro circa un decennio.

In contrasto, la compagna appena scoperta è ancora così giovane da non aver ancora iniziato la fusione dell’idrogeno nel suo nucleo, un chiaro segno che si trova ancora nelle fasi iniziali dell’evoluzione stellare. Questa disparità evolutiva è probabilmente dovuta alla massa di Betelgeuse, stimata tra 10 e 20 volte quella del nostro Sole, il che le conferisce una durata di vita intrinsecamente molto più breve rispetto alla sua compagna più leggera.

Grazie alla sua relativa vicinanza alla Terra, Betelgeuse è stata oggetto di osservazioni e studi approfonditi per secoli, più di quanto non lo siano state la maggior parte delle altre stelle. Queste osservazioni hanno permesso agli astronomi di identificare una variazione di luminosità ciclica di circa 400 giorni, accompagnata da un periodo secondario di oscuramento di circa sei anni.

Sebbene le stelle variabili siano un fenomeno relativamente comune nell’Universo, la presenza di questo periodo di oscuramento prolungato in Betelgeuse ha rappresentato a lungo un enigma irrisolto per la comunità astronomica, che ora trova una spiegazione convincente nell’influenza gravitazionale della sua inattesa compagna stellare BetelBuddy.

Il destino di BetelBuddy e le future opportunità di osservazione

È fondamentale precisare che la recente scoperta della stella compagna di Betelgeuse e la sua influenza sui cicli di luminosità non vanno confuse con il fenomeno noto come il “Grande Oscuramento” verificatosi tra il 2019 e il 2020. Quest’ultimo evento, come ipotizzato dagli scienziati, fu probabilmente causato dall’espulsione di una vasta nube di polvere dalla superficie della supergigante rossa, che ne offuscò temporaneamente la luminosità.

Con la conferma dell’esistenza di BetelBuddy, gli astronomi dispongono ora di una risposta plausibile e scientificamente fondata al mistero che si celava dietro il complesso andamento pluridecennale di oscuramento e aumento di luminosità dell’enorme stella Betelgeuse. Questa rivelazione offre una spiegazione definitiva per le variazioni a lungo termine che hanno a lungo perplesso la comunità scientifica.

Nonostante l’attuale comprensione, il destino di BetelBuddy è già segnato dall’intensa forza gravitazionale di Betelgeuse. Gli astronomi prevedono che la supergigante rossa inghiottirà la giovane stella entro i prossimi 10.000 anni, un lasso di tempo astronomicamente breve. Questa tuttavia non sarà l’ultima occasione per osservare BetelBuddy.

Fortunatamente, gli astronomi anticipano che la giovane stella rientrerà nel raggio di rilevamento dei nostri telescopi nel novembre del 2027, quando la sua orbita la porterà al punto di massima distanza da Betelgeuse. Questo momento offrirà un’ulteriore e preziosa opportunità per studiare questa affascinante compagna stellare prima che venga assorbita dalla sua gigantesca vicina.

Lo studio è stato pubblicato sul The Astrophysical Journal Letters.

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