App, dati e tracciamenti: la nostra sicurezza online è davvero a rischio?

Il 75% delle persone ritiene che le app di tracciamento violino la privacy e la sicurezza e il 77% è convinto di essere a rischio di sorveglianza di massa a lungo termine a causa dell'aumento delle applicazioni mobili di tracciamento dei contatti

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L’emergenza sanitaria e le dovute restrizioni non hanno cambiato solo le nostre abitudini quotidiane e lavorative ma anche il modo in cui utilizziamo internet e la rete.

Eravamo infatti affamati di notizie, cercavamo modi per rimanere in contatto con i nostri cari e soprattutto, tra smart working, didattica a distanza e intrattenimento, l’uso di internet da parte degli italiani – ma anche a livello mondiale – è cresciuto esponenzialmente.

Cresciuto il numero di abbonamenti ai servizi in streaming, è cresciuto il consumo di dati, tant’è che in molti casi si temeva anche un crash di internet – cosa poi non avvenuta – e sono cresciute ovviamente anche le truffe e gli attacchi informatici, soprattutto a danno dei lavoratori costretti a casa e costretti ad utilizzare le proprie reti domestiche non sicure.

Il dibattito però si è fortemente concentrato sull’utilizzo delle app di tracciamento per cercare di contenere i casi di positività, individuandoli subito attraverso l’uso della tecnologia. Immuni in Italia, ma altre app in molti paesi del mondo, sono di certo un aiuto per combattere il virus anche se hanno subito diversi ritardi a causa di alcune perplessità proprio riguardo al loro funzionamento e alla protezione dei dati personali.

Ma come funziona davvero Immuni? L’app Italiana non si basa sul GPS ma sulla prossimità grazie al Bluetooth. Nel momento in cui si entra in contatto con un altro dispositivo su cui è installata Immuni, i codici Generati automaticamente e crittografati verranno scambiati registrando il contatto.



Se una persona dovesse in futuro scoprire la propria positività, lo potrà comunicare all’app per poi inviare una notifica a tutti i dispositivi entrati in contatto, il tutto in modo anonimo.

Come dimostrato, il Bluetooth si rivela un sistema più sicuro a livello di privacy rispetto alla rete internet, soprattutto se pensiamo al WiFi, facilmente hackerabile. Più che dell’app Immuni, almeno a livello italiano, c’è da preoccuparsi riguardo alle truffe online, sempre più frequenti e mirate anche a tema Covid: finte donazioni, link di raccolte fondi inesistenti e anche download di app fasulle. Per non parlare di account violati a causa di mancate procedure di sicurezza.

Il timore delle persone però riguardava soprattutto le app di tracciamento, e come un sondaggio condotto da ExpressVPN ha dimostrato – su base americana, ma facilmente applicabile nel resto del mondo – il 75% delle persone ritiene che le app di tracciamento violino la privacy di una persona e il 77% è convinto di essere a rischio di sorveglianza di massa a lungo termine a causa dell’aumento delle applicazioni mobili di tracciamento dei contatti.

Non sarà certo l’app Immuni a proiettarci in questo scenario se pensiamo a quanti dati raccolgono le app più comuni, come Facebook, TikTok, Instagram, su di noi ogni giorno.

Ed è per questo che dovremmo iniziare a pensare a ciò che facciamo davvero con la tecnologia, educarci digitalmente e comprende che molte delle autorizzazioni che rilasciamo alle app non servono davvero per il loro funzionamento.

Che sia un’app per la salute o una per semplice svago, ricordate di informarvi e leggere attentamente caratteristiche tecniche e recensioni. Ricordatevi di scaricare sempre le app ufficiali e non seguire link di download non riconosciuti. Se usate reti pubbliche, proteggetevi con adblocker e sfruttate reti sicure come le virtual private network – trovate anche VPN per MAC.

E, soprattutto, fate sempre attenzione a quali informazioni condividete online.

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