La NASA è già riuscita a trovare le prove dell’esistenza di “oasi” su Marte, ma un nuovo studio rivela che l’acqua, che era presente sul Pianeta Rosso, aveva le giuste condizioni per poter sostenere la vita.
La ricerca, che è stata pubblicata su Nature Communications, suggerisce che l’acqua presente nel cratere Gale, un bacino di oltre 250 chilometri che il rover Curiosity sta esplorando, conteneva il sale, presentava un livello di ph basso in grado di sostenere la vita e aveva uno stato di ossidoriduzione o redox (la misurazione di gas come l’idrogeno o l’ossigeno) che si può ricondurre ad un clima semi-arido.
I ricercatori nell’abstract dello studio hanno scritto che “Supponendo che i fluidi post-deposizionali, ricchi di solfati, abbiano interagito con i sedimenti, si sarebbero dovuti creare degli squilibri di ossidoriduzione nei minerali secondari, portando cosi all’infiltrazione di fluidi ossidanti all’interno dei sedimenti”.
Il rover Curiosity, che ha celebrato il suo settimo anniversario sul Pianeta Rosso ad agosto, sta esplorando il cratere Gale. Il mese scorso, è rimasto bloccato mentre effettuava una serie di attività, ma fortunatamente ha ricominciato a funzionare correttamente. Le misurazioni effettuate da Curiosity, che sta esplorando Marte dal 2012, suggeriscono che la chimica dei suoi oceani sarebbe stata simile a quella presente sulla Terra.
ll ghiaccio presente sulla superficie marziana contiene una quantità di acqua in grado di coprire l’intero pianeta fino a una profondità di 35 metri, inoltre, si ritiene che miliardi di anni fa esisteva un’atmosfera più densa e temperature più elevate in grado di sostenere grandi quantità di acqua allo stato liquido.
I ricercatori ritengono che il cratere Gale abbia un’età compresa tra i 3,5 e 3,8 miliardi di anni, e studi precedenti lo hanno esaminato per verificare la differenza tra il clima umido che aveva l’antico Marte e il clima desolato e arido che lo caratterizza oggi. I prossimi passi dei ricercatori saranno capire in quanto tempo il cratere Gale passò da un lago poco profondo e salato all’arida regione che è ora.
Curiosity, è riuscito ad effettuare diverse scoperte notevoli, tra cui il rilevamento di livelli “insolitamente alti” di metano e un oggetto “lucido” che gli scienziati ritengono essere un meteorite.
La NASA spera che “Il rover Curiosity abbia ancora qualche anno di autonomia prima che il suo sistema di energia nucleare si degradi a tal punto da limitare significativamente le operazioni, fornendo così ulteriori indizi sul pianeta rosso.
La NASA, a novembre ha annunciato di aver selezionato la posizione sul Pianeta Rosso su cui il rover Mars 2020 atterrerà. Il rover dovrebbe raggiungere la superficie marziana per il 18 febbraio 2021.
L’obbiettivo della NASA, a lungo termine, è l’invio di una missione su Marte con la presenza di equipaggio a bordo, presumibilmente dopo il 2030, per questo motivo sta effettuando studi sul clima, sulla geologia del pianeta, nonché la sua abitabilità.